(Red) – La manifestazione di ieri sera era stata organizzata per la presentazione del libro di Vozza, ma la statura di Bonavitacola ruba la scena e conquista una platea molto variegata che, a parte quella trentina di seguaci storici dell’ex sindaco, registrava una folta presenza di intellettuali, politici e professionisti di diversa estrazione ideologica attratti dalla curiosità, oltre che dalla necessità, di partecipare ad un evento politico che, nella città dalla democrazia sospesa, è stato il primo incontro pubblico organizzato dopo l’infamante scioglimento del Consiglio Comunale per presunte infiltrazioni camorristiche, e pertanto un evento da non perdere. Al tavolo, seduti con l’autore, Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania, Raffaele Schettino, direttore di Metropolis e Marilicia Salvia, viceredattore capo del Il Mattino. Dopo una breve introduzione, con la presentazione del libro svolta dall’autore, è intervenuto il Vicepresidente della Regione Campania che, come suo solito, con un linguaggio chiaro e semplice così come è abituato a parlare, ha esordito in modalità sommessa, ma con grande autorevolezza ed ha impartito, da politico navigato e di grande esperienza, lezioni socio-politiche di alto profilo, al netto di qualche mero errore di località emerso in relazione allo spietato omicidio di Giancarlo Siani.
Una grande lezione di stile e di competenza politica, è stata quella del braccio destro del Governatore campano, e l’insegnamento più importante che ha lasciato è quello che per la grande bramosia del potere, e accecati dalla voglia di gestire, non si può mandare una città alla gogna mediatica presentando la propria comunità come un “comune di camorra” e consegnandolo nelle mani dell’autorità giudiziaria, e della giustizia amministrativa, in assenza di atti concreti e motivazioni congrue a sostegno dell’accusa. Proprio così, come ha scritto anche il Consiglio di Stato annullando la sentenza del Tar Lazio “per carenza di motivazioni” e rinviando ad una diversa sezione del Tar per una pronuncia capace di entrare nel merito della vicenda. Lo scioglimento di un Consiglio Comunale è una cosa molto seria, e questa sanzione lascia un marchio indelebile, il cui scotto sarà sicuramente pagato molto caro dai giovani stabiesi in ogni parte d’Italia, oltre che dalla stessa comunità destinataria del provvedimento. Avviandosi a chiudere il suo articolato e complesso intervento, il vicegovernatore ha detto: “Però ormai ci siamo, ci si avvia ad una consultazione elettorale, democratica, sperando di lasciarci alle spalle tutto ciò, però certi temi noi non li dobbiamo abbandonare, perché poi c’è il serio rischio che si riproponga il problema. Quindi, attraverso un dibattito democratico sereno, ripeto senza abbassare di un millimetro la lotta al contrasto alla criminalità organizzata, qui c’è il tema serio di distinguere la responsabilità penale che è personale e non per parentela, c’è un regime di proporzionalità nella sanzione, se tu vuoi colpire la camorra, quando sciogli un consiglio comunale, può accadere che gli hai fatto molto spesso un favore perché contribuisci a creare quel clima di complicità diffusa e di convincimento dell’inevitabilità di stare tutti quanti in un contesto criminoso che può essere, in alcuni casi, all’opposto dell’obiettivo che vuoi perseguire, però vanno valutate le situazioni caso per caso ovviamente, non si può fare nessuna regola generalizzante perché questo sarebbe un errore”. In definitiva ha chiarito molto bene che la camorra va combattuta sempre e comunque, ma con un approccio e un metodo corretto. Forse ha voluto riaffermare il principio che la camorra si combatte costantemente ogni giorno, e non creando fantasmi per accusare la parte politica avversa al solo scopo volto ad ottenerne un miserabile vantaggio politico. Una volta, tutto questo, si definiva “golpe”.
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