(Red) – E quando il gioco si fa duro, ecco che i duri iniziano a giocare. E sulla scia di questa famosa quanto storica frase di John Belushi in “Animal house”, un memorabile film cult di fine anni ’70, ecco uscire fuori Nicola Corrado che, fresco di nomina nella direzione nazionale del PD, chiosa deciso: “La politica stabiese deve ritrovare credibilità, offrire una proposta seria per l’amministrazione di Castellammare e una visione dello sviluppo possibile del territorio. Poi toccherà ai cittadini dimostrare, attraverso il loro voto, di non voler più eleggere personaggi che rappresentino interessi malsani”. Infatti, alla luce della sua recente pubblicazione “Non sceglierò Barabba”, ha spiegato di aver avvertito il bisogno di ragionare sula storia recente di Castellammare. “Ho riflettuto sugli errori commessi, sugli scivolamenti, ma anche sui possibili itinerari alternativi da percorrere per cominciare una narrazione di riscatto” ha proseguito il neo-dirigente nazionale piddino sottolineando senza giri di parole che “La camorra è un soggetto politico che, dal momento in cui controlla da decenni interi quartieri, può indirizzare centinaia, migliaia di voti. Non è certamente scomparsa con lo scioglimento del comune, che rappresenta solo l’atto finale di una deriva cominciata molto prima, e – bisogna starne certi – giocherà il suo ruolo anche alle prossime consultazioni elettorali. La politica per contrastare la camorra può fare due cose; la prima è quella di alzare il livello della selezione della classe dirigente. In quanto il problema, che non dipende esclusivamente dalla scelta del candidato sindaco si combatte attraverso la selezione accurata dei candidati, verificando la posizione di ciascuno dei 24 che comporranno ogni singola lista della coalizione. Il metro di valutazione non potrà essere quello dei voti che può garantire ogni singolo candidato, ma la sua cultura, professionalità…..; mentre la seconda è quella di mettere al bando il finto civismo che, nella maggior parte dei casi, è formato da liste che non si sono mai distinte per aver condotto battaglie in favore della città ma che, al contrario, rappresentano gli interessi esclusivi di pochi. L’obiettivo è quello di alzare assolutamente il livello del Consiglio Comunale. Negli ultimi anni abbiamo avuto in aula analfabeti, gente che non sapeva distinguere nemmeno una delibera di Consiglio da una di Giunta. Tutto terreno fertile per la criminalità organizzata. La sfida di alzare il livello del Consiglio Comunale deve rappresentare un obiettivo comune sia per il Csx che per il Cdx, questo bisogna fare necessariamente se vogliamo il riscatto di Castellammare”.
Una lunga intervista, a tratti molto interessante e di alto profilo, che dopo aver trattato lucidamente l’atteggiamento da assumere per combattere l’infiltrazione della camorra nell’organismo istituzionale ha tracciato, per ampi tratti, la linea programmatica che dovrebbe rappresentare il cuore del progetto politico della coalizione alla quale sta alacremente lavorando. Quella di Nicola Corrado, contrariamente a quanto finora ascoltato sullo scenario politico stabiese dalla miriade di aspiranti “candidati sindaci” che si autopromuovono, è una visione completa e a 360° di una città che, attraverso i suoi precedenti amministratori delle amministrazioni di Csx, ha ignorato e osteggiato l’interlocuzione con i privati, non riuscendo a capire che l’amministrazione comunale, da sola, non poteva bastare per rilanciare la città, e a tal proposito ha concluso: “La politica e l’imprenditoria, quella sana, dovranno avere pari dignità e, lavorando in perfetta sinergia, dovranno sottoporre all’attenzione dei cittadini un piano di sviluppo credibile da costruire insieme”.
Adesso si che si ricomincia a fare sul serio e, proprio sulla scorta di questo intervento politico, il primo di alto spessore politico e di qualità che è capitato di poter leggere tra gli aspiranti candidati sindaco in campo, siamo convinti che rappresenterà, indubitabilmente, un canovaccio fondamentale per alzare finalmente il livello del confronto politico in una città che, negli anni ’80, ha rappresentato una inconfutabile fucina politica di interesse nazionale. E ora, che si ricomincia a parlare di politica, sì che viene il bello!
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