(Red) – Un momento molto difficile è quello che sta vivendo, in questo particolare periodo, il partito della Schlein dalle Alpi agli Appennini, o dalle “Ndrine al metodo Sandrino” come si potrebbe ben dire. Vicende che spuntano come funghi, ma quella di Bari è davvero esemplificativa per il “modus operandi” di una organizzazione ben strutturata e funzionale ad esercitare pressioni e controllo sul territorio governando la “volontà” dell’elettorato attraverso la becera “compravendita dei voti”. Un sistema ben “IDEATO” verrebbe da dire. Ma, ironia a parte, queste sono storie molto serie da affrontare con rigore e senso delle Istituzioni, qualità troppo lontane dalla cultura dei Dem che alla necessità di inviare una Commissione di Accesso, per verificare la regolarità degli atti, da parte del Ministro Piantedosi hanno sollevato un polverone politico e mediatico di rara autorevolezza, accusando addirittura l’esponente del governo Meloni di concepire in maniera utilitaristica e violenta il potere all’interno delle Istituzioni. Un “garantismo” ad intermittenza, quello del PD, che non si è fatto scrupoli, né alcun esame di coscienza, quando si è trattato di far sciogliere il comune di Castellammare di Stabia per motivi esclusivamente “politici”, in quanto governato dal Centrodestra, bollandolo con l’infamante marchio di “comune sciolto per infiltrazioni camorristiche” di cui nessuna traccia di collusione è stata mai trovata e/o provata, in una città dove non si sono registrati arresti tra gli amministratori, oltre che tra i dipendenti di partecipate, e dove non è risultato emergere alcun provvedimento amministrativo, adottato dall’amministrazione disciolta, che abbia prodotto alcun risultato a vantaggio delle consorterie criminali o influenzato dalle stesse, a differenza di quanto accaduto nella viciniori Torre Annunziata e nel caso di specie in quel di Bari e/o Torino, così come emerge in queste ultimissime ore. Nel frattempo, resta sempre in piedi l’interrogativo: “Ma che fine hanno fatto i due procedimenti incardinati presso il Tribunale di Taz relativamente al voto di scambio registrato sia nelle comunali svoltesi a Castellammare di Stabia nel 2016 ed in quelle del 2018”? Eppure, nonostante tutto questo, il PD stabiese continua imperterrito a proseguire nella sanguinosa faida interna che si riverbera sulla città e sugli stabiesi, considerato che la candidatura di Vicinanza, calata dalla segreteria Annunziata, piuttosto che ricompattare il partito ha determinato, non solo l’implosione interna dei Dem, finanche la deflagrazione dell’intera coalizione che assiste impotente alla fuga di alcune forze politiche e civiche le quali, al fine di mantenere integra la propria identità, cercano rifugio tra le accoglienti braccia dei Democratici e Progressisti. Nel frattempo la migrazione rischia di trasformarsi in vera e propria diaspora tra i Dem, preso atto che il gruppo che sostiene Elefante appare molto determinato a lasciare un partito che, attraverso l’imposizione di Vicinanza, ha tradito le esigenze di chi ha lavorato sul territorio con impegno e dedizione, senza tener conto dei rapporti intessuti in questi anni con l’elettorato.
In questo scenario, politicamente drammatico, si inserisce un nutrito gruppo di “trasformisti” che, nel tentativo di trovare una comoda collocazione, si aggira “furtivo” alla disperata ricerca della disponibilità di qualche sedia per poter partecipare al “tavolo giusto”. Meditate gente, meditate!
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