(Carlo Carrillo) – Nell’ultima udienza della causa che i lavoratori, ex Terme di Stabia, stanno intentando contro la Sint, il difensore dei cipputi stabiesi chiese, ed ottenne dal giudice del lavoro dott.Rocco, di procedere alla convocazione del curatore fallimentare di Terme di Stabia, dott. Massimo Sequino, onde poter chiarire, in via definitiva, la vicenda della riconsegna degli immobili alla legittima proprietà, e far finalmente luce su di una vicenda dai contorni non molto chiari. Una mattinata di sole ha fatto da scorta ai lavoratori fino alla stanza 205, aula dove l’udienza è iniziata in perfetto orario. Ma ecco che, dopo le assenze di Sammaria e D’Andrea nella precedente udienza, il giudice Rocco ha dovuto registrare il forfait del curatore fallimentare Sequino. Il motivo? Non avrebbe letto la Pec di convocazione inviatagli dal prof. Abignente il giorno 26 settembre u.s., e non avendo avuto alcuna comunicazione dal proprio legale, ha ritenuto dover avvisare di non poter testimoniare per impegni lavorativi assunti e non procrastinabili. Questa la motivazione, un impegno assunto che manda “a monte” un udienza fissata da ben quattro mesi. Eppure Sequino è presente, quasi tutti i giorni, nel tribunale di Torre Annunziata, e qualcuno tra i lavoratori ha mugugnato: “Possibile che la Pec l’abbia letta solo ieri sera con il tipo di lavoro che svolge presso il tribunale? O si tratta di continuare nella melina?”. Un osservazione che, a dire il vero, è davvero inquietante, preso atto che quando si è trattato di licenziare il personale di Terme di Stabia lo ha fatto con una velocità da centometrista puro, mentre quando si tratta di portarsi in aula, davanti al Giudice, per spiegarne le ragioni gioca a nascondino. Questo atteggiamento sembra mirato a “perdere tempo” e, con una frattura sociale di questa portata, i lavoratori(prima che il Giudice ed i cittadini) hanno necessità di capire le motivazioni della “fretta” con la quale, il Sequino” ha provveduto al loro licenziamento. Ma probabilmente si trattava del “Des” che segue il “Do ut” registrato al momento della nomina ricevuta attraverso la segnalazione dell’ordine dei commercialisti? Ricordiamo che,  eminenza grigia nell’ ordine dei commercialisti,  risultava il cognato dell’allora sindaco Cuomo. Un caso? Molti articoli, pubblicati in quel tempo sulla testata “Stabia 24” a firma di Genny Manzo,  riportano foto di Sequino  sotto lo studio stabiese ed in compagnia dello stesso professionista per le strade della ex città delle acque. Forse coincidenze, ma una serie di coincidenze potrebbero anche costituire la prova che, tutta questa messinscena, possa essere stata messa in campo solo per togliersi le maestranze dai piedi. Una brutta storia con risvolti in odore di “Omertà” sulla quale bisogna far chiarezza nel supremo interesse dei lavoratori e della verità.

Castellammare di stabia lì 04/10/2017

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