(di Giovanni Giuann) – Nientemeno, udite udite, tra Comune di Castellammare di Stabia e la sua bella e florida partecipata Sint sono pronte centinaia di assunzioni. Assunzioni. Così si legge su diversi media in queste ore. Qualcosa di epocale e rivoluzionario che non si vedeva da decenni: lavoro. 115 posti di lavoro (50 Palazzo Farnese, 65 Sint) per l’esattezza, incredibile.
Il problema è che non sempre crediamo ai nostri occhi, le diottrie non sono più quelle di una volta, e allora dobbiamo vedere più da vicino questi bando Apu. E no, non si tratta di lavorare nel Jet Market dell’indiano dei Simpson, bensì di Attività di Pubblica Utilità. Manifestazioni sportive, eventi culturali, giardinaggio, emergenze di varia natura. Va bene, purché si lavori.
Ma poi si scopre che l’Apu, come prima cosa, non è un’idea né del Comune né di Sint, ma una proposta degli ex lavoratori di varie realtà del territorio, tra cui gli ex termali. Gli Enti pubblici l’hanno dovuta ovviamente accogliere, e non parliamo più in questo caso di assunzioni. Parliamo di qualcosa non tanto differente da corsi di formazione. Per quello che faranno, 80 ore al mese, le persone selezionate saranno pagate circa 580 euro. Buttali via. Le assunzioni sono altra cosa, qui si sta prendendo l’Ape-Car per l’Apu, e le parole sono importanti, diceva qualcuno.
E allora perché far passare il messaggio che il Comune e la magnifica Sint, con grande magnanimità, ricominciano ad assumere dopo la crisi? Neanche vogliamo saperlo.
E poi: sempre che tutto riesca ad andare in porto perché la “mitica Sint” ha già sbagliato un po’ tutto. C’è da capirli: tra autocertificazione, download, criteri per la partecipazione, fogli, regioni non ci hanno capito più niente. Quelli sono impegnati a risolvere le grane del termalismo, mica hanno tempo da perdere con le assunzioni.
Castellammare di Stabia lì 25/10/2017
Area degli allegati
comments (0)