(di GiPa) – Castellammare – Una poesia del grande poeta irlandese W. Yeats, inizia dicendo: “Questo non è un paese per vecchi!”. Anche il nostro oggi è un paese di vecchi, ma non per vecchi! Una volta un anziano signore, vergognosamente sbeffeggiato da alcuni giovinastri, con una felice (si fa per dire) espressione, disse che i vecchi oggi sono ridotti a “vuoti a perdere”! A ciò, purtroppo, si aggiunga che da parecchi anni a questa parte, questo non è neanche un Paese per giovani e, se si considerano orribili fatti di cronaca molto recenti, specialmente nel nostro Sud e, in particolare, in certi ambienti di povertà e di degrado, l’Italia non lo è più nemmeno per bambini, che oltre tutto sono sempre meno. Per quanto riguarda i giovani, i numeri parlano chiaro: in tutta Italia il 43% sono disoccupati, nel Sud la percentuale è disastrosa e, in tanti casi, l’unico ammortizzatore sociale, visto che anche i padri perdono il lavoro, è la pensione del nonno-vuoto a perdere! Ma quanto questo potrà durare!? Sono stato fino a qualche settimana fa negli Stati Uniti: in questo Paese giovane, senza voler mitizzare eccessivamente la situazione degli anziani che, a livello esistenziale, ha i suoi problemi dovunque, ho potuto rilevare senz’altro una maggiore attenzione per la terza età, sia sul piano normativo,sia nei rapporti umani quotidiani. Quanto ai giovani, ho avuto modo di incontrarne decine di italiani, ingegneri, ricercatori, informatici, tecnici qualificatissimi, quasi tutti laureati che, come mio figlio, si sono affermati, e non è facile, in questo grande Paese, dove esiste una reale meritocrazia, che esalta le eccellenze e scarta impietosamente la mediocrità! Uno di questi ragazzi, ingegnere, sposato ma con la moglie in Italia con una bambina piccola, mi ha detto con un pizzico di tristezza: -E’ vero, noi siamo emigrati “di lusso”, ma sempre emigrati!- Una signora italiana, incontrata in aeroporto, madre, udite udite, di un giovane professore al M.I.T. di Boston, la cui moglie, anch’ella docente alla stessa prestigiosa università, era in procinto di partorire, mi ha detto: “Ci hanno rubato i nostri figli!” E’ vero, l’Italia, spendendo tanto, ha formato questi giovani e, però, se li lascia scappare! E guardate che questi, oltre ad essere tra i migliori nel loro ambito professionale, sono anche i più coraggiosi, perché non è facile, a meno di 30 anni, farsi la valigia e cercare di sfondare in un Paese così’ competitivo con tutte le difficoltà di uno straniero! Ma questo perché? Perché privarsi di tante intelligenze? La risposta è semplice e mortificante per noi: è indecente che un giovane ingegnere, laureato a pieni voti, appena assunto in Italia, in molti casi non guadagni più di 1500 € al mese, e un giovane ricercatore porti a casa non più di 1000 €! E, oggi come oggi, non è nemmeno detto che l’ingegnere e il ricercatore di cui sopra trovino subito un qualsiasi lavoro!
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