(di Carlo Carrillo) – Una giornata campale quella trascorsa, ieri al comune, dal commissario prefettizio chiamato a condurre la città alla consultazione elettorale di fine maggio prossimo. Una giornata di interminabili incontri che ha visto sfilare davanti ai commissari l’ex sindaco, l’amministratore della partecipata Sint e tutti gli ex capigruppo consiliari, tanto per mettere a conoscenza i rappresentanti governativi di tutta la situazione amministrativa della città e del suo breve nonché difficile percorso. I risultati venuti fuori da questa sequela di incontri sono, a dir poco, sconvolgenti alla luce di quanto è filtrato. Inaspettato è stato l’atteggiamento del vicario di Iovino, ex capogruppo P.D., infatti il suo naturale sostituito Rosario Cuomo in premessa, secondo quanto ci ha confidato la nostra fonte, avrebbe sin da subito sconfessato le infuocate dichiarazioni del sindaco, rese a caldo ed immediatamente a ridosso della sfiducia, dichiarando: “ Premettendo che in questa lunga crisi politica terminata nella sfiducia al sindaco, con il relativo scioglimento del consiglio comunale, non esiste alcuna forzatura della camorra e che non sussiste alcuna ombra grigia che abbia condizionato in alcun modo l’involuzione politica dei rapporti tra alleati della coalizione”. Ed è partendo da questa fondamentale dichiarazione che si è dipanato, molto serenamente, un confronto che ha contribuito a rendere chiari i motivi per i quali si è approdati al deterioramento dei rapporti politici all’interno di una maggioranza ormai logora e sfilacciata. Secondo l’art.107 del T.U.E.L. difatti, “spetta ai dirigenti la direzione degli uffici e dei servizi secondo i criteri e le norme dettati dagli statuti e dai regolamenti. Questi si uniformano al principio per cui i poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo spettano agli organi di governo, mentre la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica è attribuita ai dirigenti mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo”. Una bella ed efficace lezione,


quella del commissario prefettizio, impartita al sindaco attraverso il capogruppo vicario del P.D., visto che una delle argomentazioni più importanti della querelle, nata nel seno dell’amministrazione Pannullo, è stata proprio quella relativa alla “giostra” innescata dal sindaco sulla necessità di avviare una rotazione di incarichi tra i dirigenti. Un atto che, secondo gli aventiniani, avrebbe di fatto immobilizzata l’azione amministrativa creando caos e disservizi. Anche il “nulla osta” concesso al titolare dell’ufficio legale, Donatangelo Cancelmo, consentendogli di passare a prestare servizio presso un altro ente, avrebbe determinato gravi danni economici al comune stabiese in virtù di complessi contenziosi, che il valente e prezioso dirigente seguiva con diligenza e competenza, e per seguire i quali l’ente ha dovuto procedere a nominare consulenti esterni con un notevole aggravio di oneri e spese ai danni della cittadinanza. Una serie di “nodi” venuti finalmente al pettine che potrebbero rappresentare problemi di non poco conto per il sindaco e per tutta la sua squadra di fedelissimi sostenitori.
Castellammare di Stabia lì 16 febbraio 2018







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