(di Carlo Carrillo) – Basta fare un giro in città ed, un poco ovunque, si ritrovano piccoli capannelli di persone che parlano e si confrontano con passione, forse coinvolti dagli effetti “adrenalici” derivanti sia dal risultato delle elezioni politiche, registrato lunedì mattina in città, sia per l’approssimarsi della fatidica data del 28 aprile prossimo venturo, giorno in cui alle ore 12,00 scadranno i termini per la presentazione delle liste partecipanti alla consultazione elettorale per le comunali del 27 maggio 2018. Tanto fermento, molto entusiasmo e smisurate aspettative emergono riguardo a questa competizione che vedrà scendere in campo tantissimi candidati in cerca di un seggio in consiglio comunale onde poter dare, a loro avviso e nella migliore delle ipotesi, il proprio qualificato contributo per far “rifiorire i fasti stabiesi”. In questi giorni,

un poco come accade in occasione dello svolgimento dei mondiali di calcio, tantissimi cittadini si sentono Giovanni Sartori o Giorgio Galli a seconda della propria formazione ideale e politica, e numerosissimi sembrano essere coloro che ritengono di essere in possesso della “ricetta giusta” per governare questa “stramaledetta” città che, a seguito del decesso della Politica con la P maiuscola, appare caduta nell’oblio politico amministrativo e vittima,nella gestione amministrativa, di gruppi, bande per meglio rendere meglio l’idea, create ad arte per gestire interessi che poco, o niente, hanno a che fare con quelli dei cittadini e dell’intera città. Quello che preoccupa di più, ed è strano che la cittadinanza non si accorga di questo, è che oggi si parla e si discute sul nome di chi dovrebbe fare il candidato sindaco, sul numero delle liste che dovrebbe supportarne la candidatura, sui personaggi e sul modo di redigere le liste esprimendo il gradimento personale, spesso interessato, di chi dovrebbe stare in lista e ponendo pregiudiziali su chi non dovrebbe essere candidato, il tutto condito dall’assenza totale di un progetto, uno solo, e delle priorità che dovrebbero essere affrontate per tentare di porre rimedio ai guai combinati dalle ultime due amministrazioni che si sono succedute dal giugno 2013 a tutt’oggi. Basti pensare che gli ultimi grandi progetti, di cui si è parlato in questa città, risalgono al piano triennale delle opere pubbliche redatto nel lontanissimo anno 2007 e realizzato dall’amministrazione Vozza, per non parlare poi dei “disastri sociali figli dell’omicidio politico” di Terme di Stabia portati a termine da Cuomo e Pannullo. Cosa ci riserverà il futuro, prossimo venturo, rispetto all’incapacità di gestire finanche l’ordinario in una città che appare sempre e comunque in emergenza? Ah, saperlo!!!







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