(Redazione) – Schierarsi pregiudizialmente contro l’inserimento della clausola sociale, a prescindere, significa essere socialmente e giuridicamente prevenuti a fronte di un dramma sociale che ha coinvolto una Città intera con i suoi lavoratori termali.
Parlare di ipotetiche, o presunte pseudo-tutele premianti, significa invece convergere verso “Le sale oscure, mentre i coni d’ombra li lasciamo a chi non vuole bene a questo territorio” , usando queste stesse espressioni tanto care a qualche ex Sindaco della città.
Le terme servono, e sono state costruite, per il termalismo e non per giochi tra amici di merenda, che nulla intendono fare per il termalismo, ecco perché la clausola non è ben vista, ma la cosa più grave è che lo Stato oggi, attraverso il Commissario Prefettizio, sembra convergere su queste tesi.
Forse lo Stato
non ha ben compreso il dramma occupazionale acuito da un fallimento indotto da una certa parte politica che, mal governando questa Città, sta distruggendo la sua storia.
Forse lo Stato, questo Commissario, non è a conoscenza del fatto che i lavoratori termali hanno lavorato per ben diciassette mesi senza ricevere alcun emolumento, tanto pur di preservare il posto di lavoro.
Forse lo Stato non è a conoscenza che ci sono norme contrattuali, del comparto termale, che disciplinano il rapporto tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato (art. 20 comma c).
Forse lo Stato non è a conoscenza che i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, così come avviene in tutte le Aree di Crisi, tra cui quella stabiese, sono tutelati dalle particolari norme emanante, in quanto soggetti da ricollocare a fronte di investimenti in genere.
Forse lo Stato, non è a conoscenza che esistono Convenzioni e Concessioni che ad oggi, non essendo parte integrante di un ragionamento , di fatto rendono molto concreta l’idea che tutto si vuole fare tranne il termalismo.
Forse lo Stato non è a conoscenza che le Antiche Terme hanno subito danni, solo ed unicamente, per sciattezza di una parte politica, sciacallaggio al quale hanno posto fine solo i lavoratori termali a tempo indeterminato, occupando il complesso termale e garantendo h24 tutela dei beni, la salvaguardia del patrimonio sorgentizio, ed effettuando finanche analisi microbiologiche delle sorgenti, provvedendo altresì all’espurgo delle fognature ostruite. Il tutto senza alcun aiuto da parte del Comune o di quei lavoratori stagionali oggi chiamati in causa, solo per fare “ammuina”.
Forse lo Stato , non è a conoscenza che la Sint detiene attrezzature sul Solaro che potrebbero, già da domani, essere trasferite ed utilizzate per ripartire con il termalismo, ma quello vero e non posticcio.
Forse lo Stato, non è a conoscenza che il Decreto 90 del 2016, accreditamento definitivo FKT, ha un valore economico notevole, ben oltre quello che è possibile immaginare;
Forse lo Stato, non è a conoscenza che il termalismo senza le Terme a Castellammare è una ferita aperta che continuerà a sanguinare lentamente.
Ma non vogliamo essere malpensanti, forse lo Stato conosce il tutto e se conosce veramente questi aspetti appare quantomeno eccentrico che, invece di tutelare i cittadini, crei i presupposti per un ulteriore disagio sociale con certe e immaginabili ricadute nell’immediato.
Forse sarebbe bene che, lo Stato non sia frettoloso, anzi disponga una pausa di riflessione ed inizi a comprendere perché la Riformed è risultata vincitrice di un Bando dove la Sint pagherà circa 40 mila iva esclusa e, nelle more, tentare di capire il motivo per cui chi è stato “sistemato” intenzionalmente al secondo posto con un offerta economicamente vantaggiosa sia risultato classificato tale. Basterebbe solo andare a rileggersi le carte, basta poco che nce vò?
Forse solo perché aveva prospettato un margine di opportunità per i lavoratori termali? Ah saperlo.
Stato se ci sei, batti un colpo e rifletti, non agire creando ulteriore caos e disperazione!
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