(di Carlo Carrillo) – Una riunione tutta infiocchettata, quella di ieri sulla sede P.D. di corso Vittorio Emanuele, tutti seduti in un confronto mirante alla ricerca di nuove motivazioni politiche ed amministrative che possano ricucire “lo strappo” con l’elettorato sancito dal risultato emerso dalle urne alle elezioni politiche del 4 marzo scorso. Una débâcle che ancora brucia ai “democrat” stabiesi, anche perché la solenne bastonatura rappresenta, al netto del trend nazionale, una chiara punizione che i cittadini, elettori stabiesi, hanno voluto impartire al partito di maggioranza della ex coalizione di Pannullo che ha governato la città in maniera asfittica e lontana dai reali bisogni dei cittadini. Una sonora lezione a chi ha praticamente pensato alla mera gestione del potere per il potere. Il nuovo segretario,

Nicola Corrado, ha deciso in sintonia con il rinnovato coordinamento cittadino di dar luogo ad un coraggioso azzeramento della vecchia linea politica piddina, di questi ultimi anni. ed ha rilanciato la necessità di ritornare ai cittadini, ricominciando così dalle origini popolari, per aprire un rinnovato e serio confronto sulle reali esigenze di una città martoriata a partire dalle tematiche del lavoro e della vivibilità. Al tavolo tutti, o quasi, “annoccati” compreso, l’amministratore unico di Sint, Biagio Vanacore che si è ritrovato ringalluzzito alla luce del “varo” di un bando, pubblicato appena il giorno prima, che sembra destinato ad alienare i “gioielli di famiglia” senza dar luogo alla tutela del valore lavoro che, pure in questa delicata fase, è salvaguardato dall’individuazione dell’area stabiese quale area di crisi complessa. Insomma tutti a tavola a parlare di tutto quello di cui, sino ad oggi, non si era mai parlato. Un buon passo avanti, quello di aver riconosciuto gli errori commessi, ma il nuovo corso, manco a farlo apposta, sembra perfettamente in linea con quanto prodotto dal P.D. in questi ultimi cinque anni, attraverso Cuomo e Pannullo, sulla vicenda termale, che consiste nell’aver omesso di scrivere, almeno sulla lavagna, la problematica Termalismo. Una semplice dimenticanza, oppure si tratta della conferma di una continuità politica di questo partito sulla questione del Termalismo? Non vorremmo che il coordinamento del P.D. si convinca che “’O ciuccio s’annocc e addivent nu cavallo”, in quanto senza idee e progetti seri continueranno, sulla scorta dei loro predecessori, a “mietere” ancora moltissime vittime sulla strada degli incalcolabili disastri sociali che hanno, purtroppo, determinato a tutt’oggi. Ah saperlo!!!







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