(di Carlo Carrillo) – Una sorpresa inaspettata spunta fuori nell’affaire Multiservizi e le consulenze dispensate con i soldi pubblici degli stabiesi. Il nome di un noto giornalista napoletano (ma Santanellese di adozione) appare, tra i nove nomi indicati nel carteggio della Procura di Torre Annunziata, quale destinatario dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari, così come stabilito dall’art. 415-bis del c.p.p.. L’accusa, secondo la documentazione prodotta dagli instancabili P.M. torresi, Benincasa, Pavia, alla luce di quanto raccolto dalla Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia, sarebbe da ascrivere al b.22) del reato previsto e punito dagli articoli 81 cpv., 110 c.p., 216 comma 1, nn.1 e 2, 219 commi 1 e 2 n.1, 223 comma I e comma II n.2, Regio Decreto 267/1942, 314 c.p. perché in concorso tra loro, gli indagati (Baldassarre Monica, Rossi Franco e Di Meo Simone), distraevano la somma di euro 40.000,00 mediante n°4 (quattro) bonifici, di importo pari a €. 10.000,00 cadauno in favore di Di Meo Simone, all’epoca dei fatti addetto stampa dell’ex sindaco Luigi Bobbio (legato, in base a quello che si sa, dal vincolo di esclusiva prestazione professionale con il Comune di Castellammare di Stabia). Insomma, tradotto in soldoni sarebbe a dire “bancarotta fraudolenta con distrazione di fondi pubblici al fine di un utilizzo personale” per una vicenda che ha visto già gli arresti degli ex amministratori della poi fallita Multiservizi SpA: Baldassarre, Rossi e dei consulenti; De Vita e Marinelli, ora (tutti e quattro) agli arresti domiciliari. Una storia molto brutta quella in cui si ritrova coinvolto, forse suo malgrado, l’esperto professionista (indagato a piede libero) ma i capi di imputazione, alla luce dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari uscito alla fine dello scorso febbraio, sembrano specifici, molto precisi e sembrano di incontrovertibile contestazione, considerando che la tracciabilità dei bonifici impone la verifica di una, o molteplici, prestazioni eseguite per conto della società ex Multiservizi, fallita per il “crac” da oltre 20 milioni di euro, denunciato dall’amministrazione Cuomo e dal sindaco Cuomo. Ora parte la discovery difensiva che, secondo la normativa, prevede l’esercizio di tutti gli atti miranti a controbattere il “castello accusatorio” a carico degli indagati nel percorso che li porterà davanti al G.i.p. della Procura di Torre Annunziata che, sulla scorta della valutazione degli atti prodotti deciderà o di rinviare a giudizio o di prosciogliere i nove indagati. Sarà in grado, il valente giornalista-scrittore, definito “anti-Saviano” dalla stampa italiana, a dar luogo a credibili e congrue giustificazioni? Ah, saperlo! Non ci resta che attendere la naturale evoluzione del percorso giudiziario. Noi siamo sul pezzo, e continueremo a seguire la vicenda per svolgere il nostro ruolo di informazione libera ed asettica nell’interesse supremo della verità.
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