(di Carlo Carrillo) – La Sint è una partecipata comunale, e la proprietà è interamente ad appannaggio del comune stabiese che ne è l’unico azionista. “La società ha per oggetto sociale l’esercizio e l’uso dei complessi patrimoniali termali siti in Castellammare di Stabia, costituiti dalle Terme Comunali di Proprietà del Comune di Castellammare di Stabia, ivi compresa l’utilizzazione delle sorgenti, nonché dalle Nuove Terme di Proprietà della società Immobiliare Nuove Terme di Castellammare di Stabia ed ogni altra attività industriale e commerciale diretta alla migliore utilizzazione e valorizzazione delle acque. potrà altresì svolgere attività accessorie e complementari quali: la produzione ed il commercio delle acque e di tutti i prodotti da esse derivanti, realizzare e/o gestire esercizi pubblici di cura, esercizi alberghieri, impianti turistici, ricreativi; realizzare e gestire presidi per la riabilitazione, collegati o meno con l’attività di gestione dei complessi termali sopra citati”. In poche parole è una società in House. Questa società si è ritrovata,
per questioni di carattere gestionale nel corso della sua esistenza, in gravi difficoltà economiche al punto da entrare nel mirino della legge Madia per le gravi perdite registrate nel corso degli anni. Inoltre, porta in dote, un buco milionario derivante dalla inettitudine delle conduzioni manageriali succedutesi negli anni. Poi l’arrivo al timone della società del “super megagalattico” manager Vanacore che, nel giro di appena due anni, riesce addirittura a pareggiare il bilancio nella gestione 2014. Ma Vanacore è forse un mago della finanza? No, è solo un esperto e conosciuto pubblicitario che ha svolto, di concerto con il collegio dei revisori aziendali, solo una pura semplice operazione di carattere tecnico, in quanto nell’anno 2014 si è avuta una sopravvenienza attiva di € 3.394.000 dovuta all’eliminazione, a seguito della sentenza di fallimento della partecipata Terme di Stabia S.p.A., del fondo rischi stanziato nel 2011 per far fronte ad un eventuale ripianamento perdite della partecipata. Nessuna paura, cari cittadini stabiesi, non ci troviamo di certo davanti al prossimo premio nobel per l’economia, ma semplicemente ad una mera operazione di bilancio che, tra le sue molteplici voci, annovera delle spese che appaiono veramente esorbitanti. A cosa ci riferiamo? Subito. Alle spese di consulenza legale, chiaramente, che per una società come quella di Sint sembrano proprio eccessive in quanto, per i contenziosi accesi ed essendo una società di cui l’unico socio è il comune, per difendere i propri interessi, e quelli degli stabiesi, avrebbe potuto conferire l’incarico alla valente, nonché qualificata, avvocatura comunale. Basti pensare che, per un solo procedimento costituito dal ricorso dei lavoratori Termali, il costo sostenuto a tutt’oggi sembra che sfiori circa 13.000 euro, per non parlare delle altre numerose e costose consulenze. Ma quanto costano queste consulenze agli stabiesi? Non vorremmo che possano assumere lo stesso prezzo di quanto costano “le banane a Palermo”, proprio così come accade nella divertente, e famosissima, pellicola di Roberto Benigni. Sarebbe troppo!!!
comments (0)