(di Genny Manzo) Castellammare di Stabia – Un silenzio “datato” dell’azienda, dei politici e dei lavoratori, che non ha portato ancora a nessun atto di responsabilità (penale e civile) nei confronti dell’azienda nelle mani del gruppo De Luca, prima con il padre Paolo e oggi con il figlio Ciro. Eppure i fatti “portati alla luce” sarebbero ben noti e ancora presenti all’interno dell’azienda, ma sembrerebbe non interessare più a nessuno la cosa. Ma andiamo con ordine. In data 10 luglio 2001 (quattordici anni fa), il senatore di Rifondazione Comunista, Giovanni Russo Spena, presentò un’interrogazione a risposta scritta all’allora Ministro all’Ambiente del Governo Berlusconi. Un’interrogazione dove Spena, sintetico ma molto dettagliatamente, portava all’attenzione del Ministro anche le preoccupazione degli operai, oggi ex operai dell’Avis, beneficiari dalla fine dell’Avis ad oggi (una decina di anni ndr) del sussidio di cassintegrazione (circa 1000 euro al mese e del sole della villa comunale stabiese), per responsabilità riconducibili verso chi, tuttavia e ancora oggi, ha il coraggio di illudere questi ex lavoratori, che non hanno – a quanto sembrerebbe dai fatti emersi in questa ore – nessun privilegio sociale, nei confronti degli altri lavoratori stabiesi in crisi occupazionale (Stabia Porto, ex Indotto Fincantieri e ex Terme di Stabia). Una vertenza che avrebbe creato De Luca (chiudendo ndr) e che, tuttavia, dovrebbe risolvere De Luca (da giugno in poi quando scadranno i sussidi ndr). Come? Subito! Magari finanziando la bonifica della vasta area dall’amianto, oppure (e qui potrebbero trovare impiego i trenta lavoratori ex Avis ndr) attraverso l’opera di dismissione del cantiere (pezzo dopo pezzo) dell’area che potrebbe essere restituita alla città, magari attraverso la costruzione di qualche bel centro commerciale (Ikea?). Si potrebbero vedere finalmente reintegrati nel mondo del lavoro i trenta ex lavoratori dell’Avis (e non solo loro). Ritornando a Spena, guardate cosa scriveva al Ministro del governo Berlusconi nel 2001. Fatti gravissimi che, tuttavia, non avrebbero ricevuto nessuna risposta dal Ministro. Perché? “Nel 1996, su sollecitazione degli operai preoccupati per la loro salute, una delegazione di parlamentari ed esponenti di Rifondazione Comunista, tra cui l’interrogante, effettuò una visita nella fabbrica dell’Avis di Castellammare di Stabia riscontrando una situazione di degrado delle strutture e la presenza di fibre di amianto nei veicoli di riparazione. Il problema fu portato in Parlamento; la magistratura aprì un’indagine, che però si fermò al reparto 5; nel 2000, il Partito della Rifondazione Comunista denunciò pubblicamente la presenza di amianto nei suoli dell’Avis di Castellammare di Stabia, oggi è stato accertato che c’e dell’amianto sotterrato nei suoli dell’Avis di Castellammare di Stabia ed è un fatto gravissimo; nella tragicità di questa situazione i lavoratori sono preoccupati ancora una volta, dopo tante battaglie per un lavoro pulito e la difesa del posto di lavoro, di dover pagare per le responsabilità altrui con il rischio di chiusura della fabbrica; è indispensabile ed urgente la bonifica, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini; vi sono forze senza scrupoli che da tempo hanno messo gli occhi sui terreni dell’Avis, diventati appetitosi perché vicini al previsto porto turistico; Castellammare con il suo dramma occupazionale, non potrebbe sopportare la chiusura di una realtà industriale importante e storica -: quali iniziative intenda intraprendere affinché la necessaria bonifica avvenga in tempi brevi senza compromettere i posti di lavoro”.
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