(di Carcar) Navigando sui social non si finisce mai di imparare nonché di stupirsi per il modo in cui, la politica ed il malgoverno stabiese degli ultimi anni, hanno inciso sul futuro della nostra città.
Per avere le idee chiare basta leggere i quotidiani di questi ultimi quindici giorni, servirà a comprendere come la città balzi sempre più agli onori della cronaca per furti, truffe e storie di camorra.
Queste notizie, purtroppo,sono divenute sempre più frequenti perché la città ha perso sempre di più la sua identità, ed infatti è stata immolata a vittima sacrificale in virtù di scelte improvvide, fallimenti e dissesti.
Ritornando ai social troviamo, il mai eletto (nella sua storia politica) ex Vice Sindaco di questa città, al secolo Andrea Di Martino, il quale scrive in un suo post dal sapore elettorale che le Terme, suo pallino immobiliare, dovrebbero essere suddivise in due tronconi, ossia Antiche Terme e Caserma Cristallina da un lato e Nuove Terme ed alberghi connessi dall’altro.
Ricordiamo brevemente che, il Di Martino, sulla questione Terme, ha già floppato ed anche molto pesantemente in danno alla città ed ai lavoratori. Infatti, ben tre bandi sono andati deserti in quanto non garantivano alcuna certezza ad eventuali investitori, e questo non a causa dei lavoratori termali ma per l’inadeguatezza dell’offerta di un progetto politico molto aleatorio ed ai più risultato persino incomprensibile.
Oggi, sempre il Di Martino, vaneggia con affermazioni di stampo immobiliare che, molto probabilmente, mirano a creare ad arte confusione su di una vicenda nella quale, egli stesso, ha contribuito negativamente, il motivo? Semplice, perchè mentre i suoi progetti fallivano miseramente si è reso responsabile,unitamente al Presidente del Consiglio Comunale stabiese, di utilizzare le forze dell’ordine per far sgomberare l’aula Consiliare dalle legittime proteste dei lavoratori termali. Un fatto senza precedenti nella nostra città che neanche nei tempi bui, quelli della gestione modello sceriffo, aveva mai registrato comportamenti simili.
Sarebbe appena il caso di evidenziare che questo atteggiamento fu favorito anche dall’assenza di una maggioranza politica, quella dell’epoca, silente e poco attenta alla questione lavoro, del sociale oltre che ai tantissimi problemi della Città.
Ma, tornando al Di Martino, prendiamo buona nota che oggi parla di spezzatino, senza mai parlare di termalismo, anzi ambisce a creare poli basati sulla riabilitazione, sul turismo alberghiero ma dimentica, e forse volutamente, il problema delle concessioni e convenzioni, per cui appare sempre più evidente che la speculazione immobiliare iniziata con il fallimento di Terme per 30mila euro, portata avanti con la mancata tutela dei beni immobiliari e mobiliari di Nuove ed Antiche Terme, operazione dalla quale ne consegue il licenziamento delle maestranza, trova come unica soluzione dare, o forse regalare per pochi spiccioli, un patrimonio immobilare dal valore di circa 100 milioni di euro, a qualcuno che, in assenza di vincoli o obblighi, potrebbe decidere e fare di tutto, (villette a schiera, ristoranti, bar,) tranne che il termalismo. Per avere conferma di ciò occorre solo rileggersi le dichiarazioni che il difensore di Sint ha rilasciato in udienza, nel suo intervento davanti al giudice del lavoro, nel corso del procedimento intentatato dai lavoratori contro Sint. Ma forse, quelle dichiarazioni, rilasciate nell’ultima udienza di aprile, volevano rappresentare solo una innocente provocazione, eppure oggi, alla luce di questi interventi politici, quelle dichiarazioni suonano proprio come un serio campanello di allarme per il futuro del benessere e del termalismo stabiese.
Il termalismo per poter rinascere dovrebbe tener presente che i lavoratori, espulsi molto probabilmente solo per un brutto gioco di stampo immobiliaristico, non possono essere spettatori e rimanere fuori, al contrario devono essere partecipi della rinascita in quanto, a fronte di attività collaterali di nuovo stampo o moderne, potrebbero essere reinseriti e contribuire a realizzare quei fatturati, diretti e dell’indotto, di cui tanto si avverte l’assenza nel Pil cittadino . Il termalismo non può essere un appendice, oppure diventare un piacevole ricordo del passato, poichè si rischia di snaturare le strutture termali oltre che rinunciare per sempre all’unica, ed ineguagliabile, ricchezza naturale rappresentata dalle sorgenti termali.
Basta adesso con queste affermazioni improvvide, i fallimenti recenti sono sotto gli occhi di tutti, basta con le speculazioni immobiliari, basta con politici nominati, di cui la città oggi potrebbe francamente farne a meno, ritorniamo a parlare di sviluppo, quello vero, quello che apporta lavoro ed opportunità di incremento dell’attività imprenditoriale, facciamo in modo che la città rinasca e non sia sempre e comunque presente solo, ed esclusivamente per fatti di cronaca nera.
Auguriamoci di leggere, nel breve, una proposta capace di scrivere una nuova pagina per il nostro termalismo cittadino, fondamentale resta per i cittadini stabiesi riprendersi ciò che questi politici di professione hanno distrutto.
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