Il 22 novembre p.v. festeggeremo, insieme a tutti gli abitanti della zona collinare stabiese, il primo compleanno dello spostamento dell’ufficio postale di Scanzano da via Panoramica 53 a via Bonito 7. La ragione per la quale, almeno quella ufficiale, Poste Italiane avrebbe dovuto provvedere a questo(temporaneo) spostamento del frazionario di Scanzano è da ricercare nella scoperta della deficienza di requisiti tecnici dei locali che, a distanza di decenni guarda caso, non sarebbero stati idonei da poter utilizzare ai fini commerciali in quanto classificati diversamente. Alla luce di questa novità(situazione in essere alla data della stipula contrattuale) Poste Italiane decise di spostare con immediatezza l’ufficio, e relativi servizi comprensivi del portafoglio clienti, presso la filiale di Cmare 1, sede di nuova apertura e già di per se insufficiente, dal punto di vista strutturale, per il flusso di clientela che fruisce dei servizi offerti a via Bonito 7. Questa temporanea, ma infelice, scelta di aggregare due uffici in una sola sede riporta alla mente la similitudine con la stessa scelta effettuata una decina di anni orsono quando, allora Poste e Telecomunicazioni, l’amministrazione postale aggregò temporaneamente l’ufficio di Quisisana a quello di Scanzano, anche allora, così come oggi, la scelta fu motivata da questioni legate alla funzionalità della struttura ma che alla fine si rilevò come una scelta politica del marketing aziendale. Oggi, al danno subito dalla clientela della fascia collinare che si aggira intorno alle dodicimila anime, si cumula la beffa di veder scomparire da quella zona un ufficio che prestava un servizio utile ed insostituibile in un territorio, tra l’altro, carente sotto l’aspetto del servizio di trasporto pubblico che possa collegare decentemente questa zona con il centro cittadino stabiese. La beffa diventa ancora più grande al pensiero che le operazioni riguardanti tutti i conti correnti, libretti di deposito denaro e le pensioni appoggiati presso questo ufficio, debbano essere effettuati giocoforza in “quell’imbuto” della struttura di via Bonito, dove ad attendere gli anziani pensionati si radunano personaggi, appartenenti alla categoria di lestofanti e malintenzionati, pronti a rilevare direttamente dalle mani degli interessati il frutto dei loro sacrifici. A nulla è valsa la richiesta inoltrata alle autorità competenti, prot. 54289 del 12 dicembre 2014, di ben tre parroci dell’unità pastorale della comunità religiosa area collinare, istanza supportata da migliaia di firme di utenti residenti. Nel frattempo, sarebbe utile ricordarlo, i proprietari hanno risolto il problema di classificazione catastale dell’immobile da ben sei mesi, motivo dello spostamento dell’ufficio, ed a tutt’oggi l’amministrazione postale, nonostante ne sia a conoscenza, nulla ha fatto per riportare “le poste al centro del villaggio”. Forse attende la fine dell’anno per la scadenza naturale del contratto di locazione? Ma Poste Italiane, che nel frattempo ha avviato una campagna di raccolta per il collocamento azionario utilizzando lo slogan “Il cambiamento siamo noi”, ha pensato che questa numerosissima clientela potrebbe decidere di dirottare i propri risparmi costituiti da conti correnti, libretti e pensioni, presso i numerosi istituti bancari ubicati sul territorio che, tra l’altro, risulterebbero più agevoli da raggiungere e con tempi di attesa ridotti rispetto alle file chilometriche costrette a tollerare molto spesso alle intemperie? Questo è l’effetto del cambiamento propagandato? A Castellammare si annuncia un cambiamento fallimentare, considerato che gli abitanti della zona collinare si apprestano a festeggiare il compleanno con un’altra raccolta di firme per richiedere la riapertura alla via Panoramica di un servizio scippato, conseguenza di un cambiamento negativo del management aziendale di Poste Italiane.
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