(Carlo Carrillo) – Una giornata campale, quella del 16 maggio, per l’Amministratore Unico di Sint Biagio Vanacore, ma in particolare per l’amministrazione degli ex “Coloratori della città”, quella mandata a casa con il sigillo notarile il 5 febbraio u.s., che ha dovuto registrare l’ennesimo flop sul bando per l’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione dei beni immobiliari costituiti dagli stabilimenti termali del Solaro e di piazza Amendola, oltre che dell’Hotel delle Terme e della caserma Cristallina. Una eventualità paventata, dall’amministratore unico, nel corso dell’assemblea dei soci del 27 aprile u.s., uno scenario disegnato, ed immaginato, come diretta conseguenza del legittimo ricorso al Tar inoltrato da 32 coraggiosi lavoratori Termali che, illusi da Pannullo e circuiti dall’avvolgente prosopopea di Vanacore, intendeva solo ed esclusivamente tutelare il loro incontestabile diritto alla salvaguardia e tutela occupazionale delle maestranze espulse artatamente dal ciclo lavorativo. Appena pochi giorni fa la nostra testata scriveva: “Al di là degli esiti della controversia, gli interrogativi da porsi sono tanti e tali da rendere necessarie riflessioni profonde: per quali motivi la Sint è così preoccupata dalla necessità di lasciar fuori gli ex lavoratori di Terme di Stabia? Per quale ragioni l’A.U. era ed è già al corrente di quali siano i potenziali investitori ed, anzi, di quali siano le loro determinazioni e/o preoccupazioni con riferimento al bando? E’ normale che la seconda fase, quella del “dialogo competitivo”, arrivi molto prima che la manifestazione di interesse, prima fase, venga conclusa? E se questi “fantomatici “investitori interessati” hanno chiesto notizie nel merito della vicenda, per quale motivo non si fa alcuna menzione dei loro nomi nel verbale dell’assemblea dei soci?”. Al netto di questi inquietanti interrogativi, rimasti tra l’altro senza alcuna risposta, abbiamo provato a contattare il manager che ha risposto con un laconico e freddo comunicato dopo il flop del bando che recita testualmente: “La Sint Spa informa che alla data del 15 maggio 2018 non sono pervenute domande di partecipazione relativamente al bando di gara con procedura di dialogo competitivo rivolto a soggetti privati per la gestione e valorizzazione dei beni immobiliari denominati Nuove Terme, Antiche Terme, Hotel delle Terme e Caserma Cristallina. Sulla base di tali risultanze si è provveduto ad informare l’azionista unico Comune di Castellammare di Stabia, al fine di determinare, di concerto con lo stesso, gli opportuni passi da intraprendere. Tanto premesso, si è convenuto di convocare per venerdì 25 p.v. l’assemblea della Società per deliberare in merito”. Questa la reazione “Istituzionale” di un A.U. nominato dalla politica( da Cuomo nel 2013 e confermato da Pannullo nel 2016) che tenta di mantenere, in questo delicatissimo momento, una posizione di “rigidità istituzionale” che vorrebbe lasciar trasparire una posizione da “superpartes” di un tecnico che al di sopra delle parti non è mai stato e che, al contrario, ha operato ed agito sempre e solo nell’interesse della parte politica che lo ha nominato scegliendo addirittura di scendere in campo, in modo apertamente manifesto, a schierarsi per il P.D. in campagna elettorale nel corso delle ultime politiche. Ma quello che appare più eccentrico fra tutti è l’atteggiamento del candidato sindaco Andrea Di Martino, ex vicesindaco di Pannullo, che ha annunciato, con la sua squadra di sostenitori composta da ex consiglieri, ed ex assessori, sostenitori con voto favorevole della delibera N°88 del 27 novembre 2017, nel caso di vittoria elettorale il primo atto al quale metterebbe mano riguarda proprio quello di “sistemare” in liquidazione la società partecipata Sint. Una posizione coerente, quella di Di Martino, che già da agosto dello scorso anno era un granitico sostenitore di questa tesi, senza omettere di ricordare che tutti i bandi emanati, project financing e parco del solaro compresi, sono andati completamente deserti e che, al netto del fallimento del progetto politico, questi provvedimenti hanno scavato un solco profondissimo tra le maestranze, che furono espulse con la forza dalla sala consiliare con l’intervento della polizia, e l’amministrazione comunale di centrosinistra che, all’epoca, era capitanata proprio dal Tony Pannullo. La classica scivolata sulla buccia di banana, quella di questa infinita vicenda, che vede l’ex amministrazione Pannullo frantumarsi realizzando, di fatto, la scomposizione dell’atomo con la relativa collocazione dei neutroni e dei protoni in due aggregazioni diverse che, roba da non credere, dopo aver elaborato in sinergia progetti fallimentari per Terme e Sint, oggi si contrappongono con proposte diverse, in coalizioni contrapposte, ed addirittura “pericolose” per quanto attiene la salvaguardia del prezioso patrimonio immobiliare che è di proprietà della nostra vituperata città. Dove non c’è Dio regna la confusione, e laddove regna la confusione il dio “Mammona” imperversa indisturbato nella realizzazione di questo insulso e miserabile disegno. Chi potrà fermare questo sciagurato progetto? Solo Cupello, solo lui per il momento, considerato il potente e delicato ruolo che dovrebbe interpretare nell’interesse della collettività stabiese, e tutto questo lo sapremo a giorni, visto che il 25 maggio è già stata convocata l’assemblea dei soci per decidere il futuro di Sint e di tutto il patrimonio immobiliare. Scorrono i titoli di coda di “Natale in Casa Cupello”.
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