Castellammare di Stabia. Sarebbe stata una grandissima occasione per la città delle Acque, una città che sta tentando in tutti i modi di intraprendere la strada dello sviluppo turistico. “Domus Stabiae – Arte in Stabia”, un’opportunità che la Regione Campania, attraverso un consistente investimento, circa 118mila euro, ha regalato a Castellammare di Stabia nell’ambito della “promozione e lo sviluppo del Turismo quale obiettivo prioritario per lo sviluppo del territorio” che “contribuisce alla crescita civile, culturale, sociale e morale delle comunità ospitanti”. A tutto ciò bisogna aggiungere gli altri 60mila euro di contributo del Comune di Castellammare di Stabia. La manifestazione “Domus Stabiae – Arte in Stabia – Un Viaggio dalle Domus dell’Antica Roma alla Reggia di Quisisana, Villa Comunale, Antiche Terme e Centro Storico di Castellammare”. Una vera e propria occasione per promuovere la cultura e le bellezze di Stabia, una città dai tratti unici rispetto a tutto il territorio nazionale. L’intero cartellone di eventi avrebbe dovuto prendere già vita a dicembre e continuare fino alla fine di maggio ma, invece, è durato solo pochi giorni suscitando molte polemiche non solo sui tempi ma sull’intero svolgimento del cartellone. Il progetto è stato redatto sotto la direzione artistica del Comune di Castellammare a cura di Alfredo Varone e l’Assessorato di Annalisa Armeno, amministrazione Pannullo, ed ha visto la luce soltanto il primo maggio 2018. Sarebbe dovuto partire con il palio dei fuochi dell’ otto dicembre e proseguire fino a maggio 2018, ma causa forza maggiore è stato ridimensionato alla serie di eventi che si è aggiudicata la “Ravello Creative Lab s.r.l”. Finanziato con fondi regionali per 100.000,00 euro e con fondi comunali per 60 mila, ed è durato poco più di una settimana. Punto cardine del progetto era quello di creare attrattiva per Castellammare, così come ha dichiarato anche il direttore artistico degli eventi, Giuseppe Di Capua: «Ringrazio tutti quelli che ci hanno aiutato nella realizzazione del cartellone. Abbiamo lavorato per la città» ma così non è stato. Gli spettacoli infatti si sarebbero dovuti tenere nei luoghi simbolo di Castellammare, ovvero Villa Comunale – Anfiteatro all’aperto, Centro Antico e Antiche Terme. “Il progetto, secondo l’Obiettivo 2.1.1, doveva porsi all’attenzione prima dei cittadini e poi dei turisti”. Peccato che non sia stato così. Gli eventi, quei pochi realizzati, sono stati “dirottati” presso strutture “chiuse”, e talvolta private come il “Tenda Open Space” o “Hub”. Proprio in relazione all’esiguità della capienza dei posti, la Prima del cartellone ha registrato qualche inconveniente ai botteghini: Molte persone hanno dovuto rinunciare allo spettacolo perché non avevano prenotato. Si, perchè si entrava solo su prenotazione. Peccato però che nessuno sapeva dove dover prenotare, tranne i “pochi eletti” che sapevano dello spettacolo e quindi come “racimolare” il posto in platea. Spettacoli per “pochi intimi” quindi ed organizzazione carente anche sul fronte della comunicazione. Eppure si legge nella descrizione, approvato con deliberazione di giunta, dell’evento che “L’articolazione degli eventi e la campagna di comunicazione attraverso i media, generano enormi risultati, garantendo maggiore visibilità e la conseguente fruibilità della Città anche in periodi diversi”. Peccato che la presenza di questo evento non ha minimamente influenzato la città. Inoltre era prevista la presenza in città di “info points per la distribuzione di depliants delle iniziative e ulteriori occasioni turistico-culturali”. Ma né lungo il corridoio di accesso alla Reggia di Quisisana, dove è andata in scena la prima, né all’ingresso è stato possibile trovare un manifesto o una brochure che illustrasse il cartellone di eventi pagati con fior di soldi pubblici di cui la città non ne ha proprio beneficiato.

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