(di Carlo Carrillo) – Una campagna elettorale avvelenata, quella a cui stiamo assistendo in questo ultimo periodo, che si appresta ad accompagnare gli elettori stabiesi fino a domenica, 24 giugno prossimo, giorno in cui scriveranno sulla scheda elettorale il nome del sindaco che dovrà governare la città per il prossimo quinquennio. Esattamente così, anche se lo stabiese, in questi ultimi otto anni(dal 2010 al 2018) si reca per la quarta volta alle urne per eleggere il proprio sindaco con annessa amministrazione comunale. Una media che fa letteralmente rabbrividire, elezioni per le comunali indette ogni due anni causa l’instabilità politica determinata dalla frantumazione dei partiti politici e con coalizioni costruite, non su convergenze programmatiche e politiche, ma sulla scorta di equilibri tra “bande” ed aggregazioni che di politico non hanno proprio nulla. In disparte l’amministrazione Bobbio mandata a casa, per gravi dissidi nati sul bilancio di previsione, con il voto contrario sul bilancio di consiglieri della sua stessa coalizione, gli altri due sindaci, Cuomo e Pannullo, furono sfiduciati con atto notarile, e con firme raccolte alla chetichella ed al riparo da occhi indiscreti. Oggi quei consiglieri, ed ex assessori che parteciparono alla “congiura” contro Cuomo e Pannullo, sono quasi tutti insieme in un raggruppamento che ha assunto il nome di “Area Civica” con a capo il leader delle operazioni “tutti a casa” consumate in uffici notarili. Basterebbe dare un’occhiata ai nomi che, in caso di vittoria, andrebbero a sedere sui banchi di palazzo Farnese, per comprendere i labili equilibri che garantirebbero una volta al governo della città. Ma la preoccupazione più grave è quella relativa al gravissimo episodio registrato alla sezione 44, dove un elettore, insieme con la figlia, furono fermati nella mattinata di domenica a seguito di foto, scattate da entrambi, nel chiuso della cabina. Intercettati, e bloccati prontamente, dalle forze dell’ordine dichiaravano candidamente di aver scattato le foto, alle schede elettorali, al solo fine di poter riscuotere i 50 euro pro-capite che gli erano stati promessi. Ancora nessuna notizia è trapelata dalla Procura torrese, ma forte è la preoccupazione degli addetti ai lavori che temono, in caso di vittoria della coalizione a cui erano destinati i voti, uno scioglimento anticipato che potrebbe affidare il comune stabiese alle cure di un Commissario Prefettizio per lungo tempo. Una paura legittima, considerato casi similari accaduti in altre città, e questa soluzione potrebbe portare Castellammare nel baratro amministrativo affossandone, in maniera definitiva, la necessità e l’ambizione di poter rilanciare il Termalismo e di affacciarsi, in maniera decisiva, alla nuova frontiera turistica della città.
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