(di Carlo Carrillo) – Nonostante gli sforzi della “controinformazione” stabiese, che mira a cucinare un improbabile minestrone mediatico attraverso fantasiosi e scadenti ingredienti immaginari, le indagini sui gravissimi fatti verificatisi nella sezione 44 di via Cicerone, nella mattinata di domenica 10 giugno, sono ormai arrivate al capolinea. Nelle mani della magistratura tutti i verbali afferenti le dichiarazioni dei protagonisti che, secondo i soliti ben informati, avrebbero fatto chiarezza intorno al ruolo assunto nella vicenda da tutti i protagonisti, in particolare da V.M. e figlia rispetto alle dichiarazioni filtrate già dai primi minuti ed immediatamente raccolte dagli uomini della Polizia di Stato e dagli agenti della Locale intervenuti sul seggio. Già nelle prime ore di domenica, 10 giugno, si parlò del caso che suscitò scalpore ad elezioni in corso e costò, ma guarda un poco, una querela all’estensore dell’articolo che, attraverso una becera operazione della controinformazione in perfetto stile sovietico, fu lanciato in pasto al web con l’accusa di aver prodotto una “Fake News” al fine di alterare, influenzandolo negativamente, il voto degli stabiesi. Un sedicente giornalista che avrebbe, secondo le parti interessate, inventato la notizia di sana pianta. Una storia che, evidentemente, non è stata “bevuta” da nessuno, né tampoco dalla magistratura che ha continuato, con molto garbo e sottotraccia, a svolgere il proprio lavoro al punto di arrivare quasi alla fine di questa squallida storia fatta di miseria e sfruttamento del bisogno di povera gente. Il paradosso è quello che, ammesso che vengano individuate delle precise responsabilità nel merito di chi abbia tratto vantaggio da questi voti, la normativa non prevede che possa decadere l’eletto a meno che non si riesca a provare l’incidenza di questa compravendita nella elezione del candidato e/o nei vantaggi che ne siano derivati dalla lista di appartenenza a discapito di qualche altra lista della propria coalizione, se non addirittura della stessa coalizione di appartenenza a danno di una coalizione direttamente concorrente. Queste sono carenze legislative che vanno colmate, in assenza di interventi precisi in materia dovremo continuare a vigilare attentamente affinché il voto non venga inquinato da questi personaggi che poco, o per niente, c’entrano con la democrazia partecipativa e la crescita della società civile.  

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