(Carlo Carrillo) – L’amministrazione Cuomo sopravvive tra mille difficoltà al “dissesto” politico che, sin dal primo giorno in cui è stata partorita, ha dilaniato e svigorito una maggioranza che, secondo molti opinionisti, avrebbe dovuto governare la città rappezzando quelli che erano i guai combinati, nei trenta mesi di gestione, dal suo antesignano. Quanti cittadini, al netto degli addetti ai lavori, ricordano il tono delle aspre polemiche innescate dall’allora segretario del P.D., oggi sindaco della città, nei confronti del sindaco sceriffo e delle sue performance da celluloide? Sicuramente pochi, anche perché oggi le notizie sovrapponendosi si bruciano nell’arco di una manciata di ore, ma gli addetti ai lavori quelli si che ricordano tutti i passaggi, o almeno i fondamentali, che hanno visto l’ex segretario pidiessino criticare ferocemente le assunzioni dirette del personale per le partecipate, gli affidamenti diretti temporanei fiduciari, le nomine di consulenti, la gestione delle partecipate, sul masterplan, per non parlare poi degli spropositati aumenti di tasse e balzelli comunali, primo fra tutti il balzello sulla spazzatura. Questi gli argomenti sui quali Cuomo, da ex segretario P.D., ha costruito la sua vittoria elettorale, alle primarie antecedentemente, nella tornata elettorale amministrativa di maggio 2013. Oggi, dopo ben cinquecento giorni circa dall’insediamento, la situazione amministrativa non solo non è migliorata, ma è precipitata in un baratro senza fondo scortata da un dissesto, artatamente costruito, fortemente voluto dai poteri forti presenti nella maggioranza di centrosinistra. Le differenze con il predecessore? Semplice la valutazione, Cuomo era e resta una persona per bene, tanto sul piano personale. Intanto, sul piano politico-amministrativo, non ha perso l’occasione per mettere in risalto la propria inadeguatezza evidenziando immensi limiti amministrativi in una gestione che, purtroppo, è ricaduta nei fatti, tra le grinfie di un entourage che rispondeva, e risponde, solo ed esclusivamente ad una regia boschese. Il risultato definitivo non si è fatto attendere, la sagra delle “operazioni free” è risultata permanente, mentre lo scivolamento della progettualità, ostentata in campagna elettorale, è stato inesorabilmente costante verso il definitivo tracollo amministrativo. Oggi, con il senno di poi e senza timore di smentite, non si può che affermare che la migliore amministrazione del terzo millennio sia stata quella guidata dal vendoliano Salvatore Vozza. I motivi, dell’assegnazione della palma, vanno ricercati negli indirizzi e tra le delibere della sua attività amministrativa, vedasi tra gli altri il provvedimento del Dos, che hanno contraddistinto l’azione amministrativa di un politico che ha avuto la capacità di disegnare il canovaccio di sviluppo di una città che resta ancora, sciaguratamente, in attesa di un tratteggio definitivo per la ripresa ed il rilancio della propria economia che, a tutt’oggi, vede il proprio pil costituito, per una larga percentuale, dagli ammortizzatori sociali. Una storia d’altri tempi, chissà se il sindaco Cuomo, sulla scorta di un auspicabile scarto d’orgoglio visti i risultati, non decida che i cittadini stabiesi possano votare per un’amministrazione vera la prossima primavera. Sarebbe una scelta molto saggia e giusta, potrebbe essere ricordato nel tempo per siffatto coraggio, almeno solo per questo!!!
Castellammare di Stabia 16/10/2014
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