(Redazionale) Nella calura estiva dell’Agosto 2013, alla Sint fu nominato, da Nicola Cuomo, un nuovo A.U. al secolo Biagio Vanacore.
Il buon Vanacore che, nella sua veste istituzionale, non ha mai potuto, ma sarebbe meglio dire che forse non ha mai voluto, riportare la Sint a svolgere il ruolo che ha sempre di fatto svolto, ossia la gestione del termalismo stabiese.
Le sue azioni in primis furono quelle di approvare bilanci, che lui stesso dichiarò di aver approvato pur non essendone responsabile, ma forse dimenticando che il ruolo del controllo analogo spettava di fatto al Comune, azionista unico, e nella fattispecie al Dirigente del Settore Economico Finanziario del comune stabiese.
Subito dopo i bilanci iniziarono le dolenti note in quanto, pur usufruendo di comodi ed ampi spazi nelle Sue Terme, di fatto non è mai riuscito a tutelare i beni immobiliari che, come i fatti evidenziano, sono stati portati allo sfascio totale.
Nel frattempo manifestazioni, e riunioni, con lavoratori e forze politiche si sono susseguite a go-go, ci sono stati accesi scambi di vedute tra le parti, poichè nulla di buono si prefigurava per Terme tant’è che la messa il liquidazione, cui ha fatto seguito un fallito, già in partenza, concordato curato da Ostieri e Company, sono fatti passati nell’assordante ed assoluto silenzio politico in sinergia anche con la Sint medesima.
Gli eventi postumi, alla liquidazione di Terme, portarono dopo circa un mese(aprile 2015)ad un acceso dibattito proprio sulla sede del “fu PD” locale, occupata in quella occasioni da studenti e lavoratori scesi in piazza per manifestare dissenso contro un dramma sociale cittadino e non solo.
Nelle grigie stanze di Corso Vittorio Emanuele, rimbombano ancora le parole del prode “Vanacore”: – Esiste un piano industriale, che permetterà il rilancio di Terme, il Sindaco potrà tagliare il nastro il 02 Giugno – così dichiarava Vanacore agli astanti (tra cui la segretaria del PD di allora Assunta Tartaglione (accorsa al capezzale del Sindaco Cuomo) nella maledetta primavera del 2015.
Peccato per lui ma, di quel piano, si persero le tracce già in quella sfortunatissima sera poiché Cuomo, ed il suo cerchio magico, non volevano in nessun modo alcun rilancio del termalismo.
Ed a quel punto Vanacore inizia a temporeggiare e, la sua figura, assume tratti e sembianze di uomo buono per tutte le stagioni, e dopo vedremo il perchè.
I lavoratori termali, nel frattempo, dopo essere transitati attraverso il Centro Laser tramite una cessione di ramo d’azienda, e grazie alle mirabilie di Cuomo e del suo cerchio magico, vengono licenziati a seguito del fallimento del concordato, Marzo 2015, con decorrenza 22 Luglio 2015.
Il mitico A.U. senza battere ciglio, ed in spregio al dramma lavorativo, su disposizione del famosissimo cerchio magico, richiede la restituzione solo degli immobili, omettendo di fatto, l’esistenza di un azienda comprensiva d’immobili e personale, così come i documenti attestano, (convenzione del 1972, riconosciuta e reiterata dall’ordinanza N. 1589/2016 DEL TRIBUNALE DI TORRE ANNUNZIATA del 15/04/2016 elaborata dal Giudice del lavoro, Dott.ssa Stefania Basso, che riconosce l’esistenza del complesso aziendale Nuove Terme al Solaro, cosa ben diversa dai soli immobili, ordinanza emessa a seguito di un contenzioso avviato dai lavoratori termali avverso il licenziamento.
Il Sindaco Cuomo nel frattempo viene sfiduciato, dalla sua maggioranza, ma Vanacore, come ultimo dei Mohicani, resta A.U. con il Commissario dott. Vaccaio e la sua permanenza risulta solo strumentale ad una difesa strenua contro le sacrosante richieste dei lavoratori.
Dopo il Commissariamento Vaccaro arriva Pannullo ma Vanacore, avendo nel frattempo fatto mirabilie per il termalismo viene riconfermato con un cospicuo aumento di emolumenti e, questa volta, continua la sua azione senza infamia e senza lode attraverso gli input ricevuti, dal prode Vice Sindaco De Martino, portando avanti progetti e project financing, così come nel percorso tracciato, tutti fallimentari già in partenza.
Ultima chicca, regalata alla città, è stata il bando di privatizzazione fallito anch’esso nel corso di questo anno, laddove i lavoratori erano totalmente esclusi, che tendeva a privatizzare una scatola ricca di elementi alla rinfusa, senza tener conto degli elementi essenziali costituiti dalle concessioni e e dalle convenzioni.
Giusto per la cronaca, l’Advisor scelto a fatica per la fallimentare proposta di privatizzazione, considerato che nella fase di gara partecipava un competitor che “stranamente” aveva requisiti e poneva i lavoratori al centro del progetto di rilancio, magicamente per volere della commissione scelta da Vanacore, veniva declassato per un inezia, e secondo alcuni principi subentrati a bando aperto, al secondo posto.
I fatti ci restituiscono il risultato che ha prodotto quella scellerata scelta, nessuno ha manifestato interesse, neanche al cosiddetto dialogo comparativo.
A questo punto, ma forse con ritardo, e senza il colpo di coda finale, Vanacore si dimette lasciando la Sint in alto mare.
Ma ora è forse giunto il momento di fare i conti con la verità dei fatti, ossia quella di non aver voluto mai tutelare un bene pubblico, un bene della Città, un bene che come già detto è un AZIENDA TERMALE, COMPOSTA DA LAVORATORI e BENI IMMOBILI, il Sindaco Cimmino deve valutare attentamente la vicenda e convincersi che ha di fatto nella sua disponibilità un AZIENDA e non solo un mero “Complesso Immobiliare”.
Il Termalismo può e deve immediatamente ripartire, Buon lavoro Sindaco Cimmino!
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