“Quando un ex sindaco del Pd stabiese, in concomitanza e sinergia con il suo ex vicesindaco e candidato a capo di civiche alla poltrona più prestigiosa di palazzo Farnese appena un mese fa e con la partecipazione straordinaria dell’Au di Sint Vanacore, responsabili del fallimento di ben tre bandi per la vendita dell’hotel delle Terme, di un project financing mirante alla valorizzazione di zeppole e panzarotti nello stabilimento Termale di piazza Amendola e della cacciata dall’aula dei lavoratori Termali, con la forza, per la prima volta nella storia della città; visto che questi signori sono i responsabili del fallito bando al Solaro per la gestione del parco idropinico, del fallimento del progetto di privatizzazione presentato da un advisor di “Casa Casillo”, nonché della tentata, ma naturalmente fallita, vendita dei campi di tennis e dell’area sportiva (pallone geodetico) può accadere anche che un ex sindaco si esprima con un laconico: “Un disegno che viene da lontano da un grigio week end di febbraio. Tutti gli uomini dei tutori del sindaco. E dopo Cozzamara alla pseudo-legalità ed il buon amico di famiglia alle partecipate, il prode Multiliquidatore”, significa che è arrivato proprio il momento di ricordare alla città la storia degli ultimi cinque anni di Sint e di fu Terme di Stabia”. Così Annamaria De Simone, consigliere comunale della lista Cimmino sindaco nonché ex lavoratrice termale.
“A seguito della “cacciata” di Bobbio, avvenuta proprio sulla questione di Terme di Stabia – ha continuato De Simone – e dal suo netto rifiuto a voler ripianare le perdite di esercizio della partecipata relative all’anno 2010, nel mese di giugno 2013 al ballottaggio per lo scranno di primo cittadino a palazzo Farnese fu eletto tal Nicola Cuomo, ex segretario uscente del Pd locale, che nel corso di tutta la campagna elettorale, sostenuto da Pannullo, Iovino e Corrado, andava ripetendo che: “Mio nonno le ha valorizzate ed aperte le Terme al Solaro ed io mai consentirò che possano chiudere”. E sulla scorta di questo tormentone, Cuomo vinse nel ballottaggio contro Pentangelo candidato del centrodestra stabiese. Nel corso del mese di agosto, in una giornata calda ed afosa, Nicola Cuomo provvide, durante un’assemblea dei soci di Sint, a nominare a capo della partecipata tal Biagio Vanacore, mentre già nella sua compagine di giunta aveva nominato assessore, alle Finanze e alle Partecipate, un certo Mario Marasca, che aveva ricoperto, a partire dal 1992, tutti gli incarichi strategicamente importanti di palazzo Farnese, a partire dal ruolo di Direttore Generale a quello di Dirigente del settore EE.FF., dalla partecipata Multiservizi alla partecipata di Terme di Stabia dove aveva ricoperto il delicato ruolo di Direttore Generale. Nomine che, già dal momento dell’investitura, la dicevano lunga sulla strategia del Pd, e dei suoi alleati, e che non lasciavano presagire nulla di buono, tant’è che, in una piovosa giornata di ottobre 2013, dopo una veloce visita di Cuomo alla Sint, che aveva la sua sede al Solaro, ed un breve colloquio con Sammaria, il sindaco uscì con un laconico comunicato stampa che annunciava la decisione di collocare le Terme di Stabia spa in liquidazione. E questa decisione, guarda caso, fu annunciata così come si annunciano le previsioni del tempo, e caso veramente strano, non ci fu nessuna levata di scudi né dal Pd, né tantomeno da Sinistra e Libertà, preso atto che quella importantissima decisione scaricava ben 100 lavoratori full-time, e 110 lavoratori stagionali, letteralmente in mezzo ad una strada e, fatto molto grave, senza far passare questa decisione per il consiglio comunale. Non ci sembra di ricordare, nemmeno ricorrendo a Google che è un vero amico, nessuna presa di posizione di Pannullo e di Iovino, anzi, l’unico ricordo che abbiamo impresso nella memoria è quello che si fecero in quattro per difendere e giustificare quella sconsiderata decisione. Solo qualche testata giornalistica, evidentemente libera da condizionamenti partitici, riportò questa discrasia, ma evidentemente questi “compagni”, quelli che oggi sollevano scudi e rilasciano dichiarazioni al vetriolo, erano impegnati a guardare altrove, forse nella direzione di una presunta intenzione di “#ColorarelaCittà” di colore rosso porpora proprio con il “sangue” dei lavoratori Termali. Poi la classica melina politica orchestrata dal “potente” gruppo del Pd che, attraverso figure professionali scelte rigorosamente al suo interno, elaborava la strategia del “tiriamola per le lunghe” fino ad arrivare al mese di agosto del 2014 quando, sotto la spinta dei lavoratori Termali, l’amministrazione Cuomo decise di emanare un bando che prevedeva una manifestazione di interesse per un “fitto temporaneo di ramo d’azienda” al fine di consentire la ripresa dell’attività lavorativa delle maestranze. Al termine del predetto percorso la stampa locale riportava gaudiosa: “Si apre uno spiraglio per le Terme di Stabia, sottoscritto nella serata di martedì 16 dicembre il contratto di fitto temporaneo tra la società Terme di Stabia e il Centro Laser. Una firma che di fatto porterà alla riapertura degli stabilimenti termali della città in provincia di Napoli”.
“Grazie a tutti noi si riaccende la speranza di un futuro migliore per nostra città”, questa le prime parole del sindaco Nicola Cuomo a margine della firma del contratto. “Un contratto di fitto temporaneo che fa ben sperare in vista del futuro. La vertenza non è ancora risolta, ma la sottoscrizione del contratto porta con se la sicurezza che le Terme di Stabia ritorneranno a funzionare”. Mai presa per i fondelli più articolata, di questa, risultò essere stata propinata al “Cipputi” italiano, e fatto ancora più sconcertante è che questa operazione risultò essere stata orchestrata dal sindaco Pd e dalla sinistra radical chic che, nonostante tutto ciò, continua ancor oggi a voler dare ad intendere di essere a fianco ed a sostegno dei lavoratori. Improvvisamente Cuomo frenò, e mise lo stop all’operazione, si procedette ad annullare il contratto e partì l’operazione del “concordato preventivo”, dopo aver gettato alle ortiche il bando di affidamento temporaneo ed il progetto “Terme di Stabia: La soluzione”, un lavoro predisposto da un famoso “quartetto” original-piddino capeggiato dal prode Ostieri. Poi la bocciatura della proposta “concordataria” che fu definita “Non fattibile giuridicamente” dal giudice delegato alla fallimentare. Il motivo? Subito! Una proposta elaborata, all’epoca raccontavano a zero euro, con sufficienza condita di chiacchiere e distintivi multicolorati ma che, secondo il giudice, mancava della fattibilità giuridica, ossia delle risorse minime necessarie per poter accedere alla procedura concordataria, salvo poi per quest’ultima costituire, in sede di “insinuazione al passivo”, un efficace passepartout per lo stesso Ostieri che in allegra compagnia di Tarzia, De Fusco e Perillo, oltre che di Giugliano cognato dell’ex sindaco Cuomo, riuscivano ad ottenere il riconoscimento di questo presunto credito professionale addirittura in pre-deduzione, mentre i lavoratori di Terme continuano a restare al palo, con circa 2 milioni di credito maturato attraverso stipendi non percepiti, con la qualifica di creditori privilegiati. Poi la notizia del fallimento di Terme di Stabia, la mobilitazione di lavoratori termali e studenti che si ritrovarono a protestare sotto la sede del Pd al corso, invitati a salire in sede ed alla presenza dello stato maggiore del partito, con Assunta Tartaglione segretario regionale di allora, Vanacore, tra gli altri, affermò di avere a portata di mano la soluzione e che avrebbe dato luogo all’apertura di Terme nello stabilimento della zona antica per gli inizi di luglio 2015. Ma di quelle affermazioni, oltre che degli impegni assunti, restano traccia solo nelle dichiarazioni di quei giorni d’aprile. Questo segnò l’inizio della fine, i rapporti interni al Pd si deteriorarono al punto da portare alla sfiducia notarile di Cuomo. Del seguito della gestione Pannullo, quella di questi ultimi due anni, ne abbiamo dato ampia sintesi, ma resta da sottolineare la marea di incarichi che Vanacore ha provveduto a distribuire in questi lunghissimi cinque anni, di tutto tranne che dare ascolto alle numerose missive dei lavoratori termali che sin dal gennaio 2013, prima con la Bonadies ed a seguire con Cuomo e lo stesso Au di Sint, inutilmente rivendicavano la tutela degli immobili al Solaro per evitare che accadesse quello che poi, tutti insieme, abbiamo avuto modo di verificare, ossia la completa “cannibalizzazione” di una struttura che aveva reso famosa la nostra città per il termalismo e che, con le peculiarità professionali delle maestranze, era stata capace nel corso degli anni di riuscire a realizzare un fatturato di circa 6milioni e mezzo di euro annui. Oggi siamo, sicuramente, famosi nel mondo per essere riusciti a chiudere finalmente le Terme di Stabia. Questa scelta, maturata nelle grigie stanze del Pd locale, è stata legittimamente bollata come lo “stupro del termalismo” per eccellenza oltre che come una gratuita “violenza sociale” nei confronti di tutta la cittadinanza stabiese. E ancora oggi questi signori parlano di Terme e della Sint?”.
“Siamo pronti a confrontarci – ha continuato Emanuele D’Apice, capogruppo consiliare della lista Cimmino Sindaco – sulle eventuali soluzioni a tutela del patrimonio immobiliare, per il quale esiste già un articolato piano di garanzia nella fattispecie, e per rassicurare coloro che oggi sembrano scandalizzarsi, per l’eventuale vendita di immobili Sint, bisogna precisare che tutto quello che bisognava vendere è stato già venduto, tranne che l’impianto sportivo ed i campi da tennis che, secondo quanto previsto dalla delibera di C.C. n°88 del 27 novembre 2017, possono essere acquisiti in surroga alla mancata vendita prevista dal famoso bando di marzo scorso ma, condizione fondamentale, al prezzo previsto dagli stessi bandi e, lo ribadiamo con forza e convinzione, non consentiremo che si possa emanare ancora qualche bando successivo con un ribasso del 25%, così come qualche furbetto del quartierino auspicava affinché potesse dar luogo ad una sicura acquisizione, di una parte del patrimonio, ad un prezzo veramente stracciato. Le soluzioni che metteremo in campo mireranno ad evitare che questo accada, oltre che a tutelare quel patrimonio fondamentale costituito dalle concessioni e convenzioni, tutt’ora in mano alla curatela fallimentare, al fine di poter consentire ad imprenditori veri, né di cartone né di legno, di poter dar luogo alla ripresa di una attività, quella del Termalismo&Benessere con i lavoratori licenziati a luglio 2015, esercizio che rappresenta la vera icona di questa città altrimenti senza futuro”.
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