(Carlo Carrillo) – Molti lettori, dopo l’articolo pubblicato ieri dalla nostra testata, ci hanno chiesto di cosa si tratta e che cosa significhi la sigla APU. Orbene, questa sigla sta per Attività di Pubblica Utilità, e consiste in progetti che vengono predisposti dai comuni della regione Campania che, una volta presentati e dichiarati ammissibili, vengono approvati e finanziati dall’ente regionale. Complimenti agli amministratori dei Comuni che hanno colto lo spirito inclusivo delle attività degli A.P.U. e realizzato progetti di cura del patrimonio, promozione e sicurezza del territorio, cura del verde pubblico, aggiornamento banche dati, recupero archivi e di solidarietà sociale. Sarebbe appena il caso di ricordare che: la misura è a sportello e possono accedervi tutti gli enti pubblici della regione Campania in maniera molto semplice e diretta.
A chi è destinato questo progetto? I destinatari sono ex percettori di ammortizzatori (di qualunque tipologia) dal 2014 al 2017 ed attualmente senza reddito. Percepiranno un’ indennità di 580 euro/mese per un impegno di 20 ore settimanali per 6 mesi. Le risorse per quest’anno (2018) di APU sono 5 milioni di euro e, l’importante novità in questa edizione, la regione ha deciso addirittura di anticipare ai Comuni il pagamento delle retribuzioni. in realtà un sostegno al reddito che trova una formula molto importante nel coinvolgere i partecipanti a svolgere attività lavorative utili ed importanti per la comunità. Castellammare, lo scorso anno, attraverso l’impegno dei lavoratori Termali che si portarono in regione per chiedere un sostegno al reddito, riuscì ad ottenere la possibilità di presentare ben due progetti, di cui uno elaborato dal comune stabiese, mentre il secondo fu elaborato dalla partecipata Sint. Furono elaborati due diversi bandi nel mese di ottobre dello scorso anno, molte domande giunsero ai due enti e, in prossimità della data dello svolgimento delle elezioni comunali, gli uffici comunali preposti hanno avviato le procedure ch3e, secondo i soliti ben informati, sarebbero state ultimate verso la metà di luglio. Nel frattempo, il bando di Sint, sebbene abbiano partecipato circa cento ex lavoratori, sembra sia rimasto al palo. Insomma una manifestazione di interesse, degli ex lavoratori, rimasta impigliata in un cassetto difettoso di qualche scrivania della partecipata. Quali sono le motivazioni che hanno impedito che, nella nostra martoriata città, 65 ex lavoratori circa potessero fruire di un sostegno al reddito necessario e fondamentale, considerato che ad oggi sono fuori da ogni ammortizzatore sociale e privi di reddito. Praticamente circa 250mila euro volatilizzati per imperizia ed incapacità di chi, secondo i fondamentali principi della politica, avrebbe dovuto impegnarsi per realizzare il “Bene Comune” degli sfortunati lavoratori che hanno perso lavoro ed anche un eventuale boccata d’ossigeno che ne sarebbe derivata da questa iniziativa. In parole povere è accaduto che: “N’copp o cuotto l’acqua volluta”.
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