(di Red) Ma i capigruppo di opposizione di oggi, ossia Tina Donnarumma, Eutalia Esposito, Andrea di Martino, Francesco Iovino e Giovanni Nastelli, il 23 marzo del 2017 non erano forse, quelli che ieri, svolgevano lo stesso ruolo di consiglieri comunali a sostegno dell’amministrazione Pannullo, in disparte Andrea Di Martino che ricopriva l’incarico di vicesindaco nonché di assessore al bilancio ed alle partecipate? E non sono quelli che, nell’assise comunale del 27 novembre 2017, hanno sostenuto e votato per la delibera 88 che prevedeva, tra l’altro, che nel caso di fallimento dei due bandi, quello del pallone geodetico e dei campi da tennis, il Comune li rilevasse in surroga per coprire la propria esposizione economica nei confronti di Mps, nonostante l’Ente versasse in regime di “dissesto”, e di come questa operazione risultasse impossibile da realizzare, almeno fino al 31 dicembre 2018? E non sono sempre gli stessi che, in quella nefasta giornata del 23 marzo 2017, fecero sgomberare l’aula dalla presenza dei lavoratori termali che contestavano la delibera del project financing, con l’ausilio della forza pubblica?
Eppure quei lavoratori volevano solo confrontarsi sul termalismo e discutere, su quel provvedimento che risultava inefficace ed inadeguato, ma nessuna possibilità fu loro data di partecipare ad un tavolo, anzi, per la prima volta nella storia della nostra città, fu usata la forza per “cacciarli” letteralmente fuori dall’aula pur di votare un provvedimento che rappresentò l’inizio della debacle amministrativa di quella giunta di centrosinistra.
La maggioranza di oggi non vuole sottrarsi al confronto, così come fece l’amministrazione che essi stessi in quel periodo sostenevano, anzi, ritiene che sia necessario confrontarsi e parlarne innanzitutto con i lavoratori, categoria bistrattata, privata del lavoro e mortificata nella dignità avendo lasciato, questi ultimi, senza lavoro, privi di ammortizzatori sociali, a seguito della riforma del Jobs Act, e raggirati sulla presunta presentazione di un progetto Apu con un bando “pezzotto” mai partito dai cassetti della Sint. Resta beninteso che, per poter avere le idee chiare sulla reale massa debitoria che affligge la partecipata stabiese, il commissario liquidatore ha bisogno di tempo per poter dar luogo ad un accertamento economico-finanziario attento e preciso e che, non appena conclusa questa delicata fase, si potrà finalmente procedere al tanto agognato, e reclamato, confronto politico nell’alveo del consiglio comunale, sede naturale e competente per decidere su di una vicenda delicatissima al fine di salvaguardare non solo il patrimonio immobiliare ma in particolare, e soprattutto, il compendio aziendale.
Tempo al tempo, proprio per evitare che si possa realizzare quel vecchio detto napoletano che recita: “A gatta, pe gghí ‘e pressa, facette ‘e figlie cecate”.
Comunicato stampa redatto a cura della coalizione amministrativa stabiese comprendente la Lista Cimmino Sindaco, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Salvini, Solo per Castellammare, Rc/UDC, Adesso Basta.

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