(Maria Calabritto) – La Regione finanzia il progetto per i lavori socialmente utili per 50 disoccupati e scatta la corsa ad appuntarsi in petto le stellette. E’ incredibile come una procedura semplice e scontata possa diventare un modo per farsi propaganda. Appena pubblicato il decreto dirigenziale della Regione ci ha pensato subito a pubblicizzarlo l’ex assessore alle politiche sociali della giunta Pannullo, Carla Di Maio. Sui social ci ha tenuto a precisare che la procedura era iniziata quando era ancora assessore (per fortuna degli stabiesi non lo è più). Ma l’ex assessora non ha spiegato, evidentemente, come si è arrivati a ricevere tale finanziamento regionale.
E noi ve lo raccontiamo, per dovere di cronaca. C’è da dire che Carla Di Maio durante il suo mandato non aveva alcuna contezza di tali misure, tanto da essere spronata dal sindaco Pannullo che a sua volta era venuto a conoscenza di questa opportunità direttamente dai lavoratori termali. Gli ex dipendenti del Solaro avevano infatti provato a convincere l’amministrazione, ormai archiviata, a sensibilizzare la Sint a partecipare all’avviso pubblico della Regione, così da poter reimpiegare i lavoratori termali in lavori di pubblica utilità. Alla fine la Sint non ha mai aderito a tale progetto, pur promulgando un bando per 65 unità. In alternativa lo ha fatto il Comune, venuto a conoscenza quasi per caso di tale opportunità. Infatti alcuni lavoratori termali avevano fatto anche da tramite tra Regione e Comune, favorendo un incontro in cui da Palazzo Santa Lucia spiegavano come mettere in piedi la procedura. Fino a quel momento Carla Di Maio non aveva mai avuto contezza, oltre al fatto di non aver mai voluto incontrare i termali nonostante le continue richieste. Ora ecco che esulta rivendicando un risultato raggiunto soltanto per la tenacia di alcuni ex dipendenti termali usciti dal ciclo produttivo della città di Castellammare. Da Sant’Antonio Abate con furore la super-assessora, dall’alto della sua stabilizzazione nel Comune abatese, esulta ancora. Ma c’è poco da esultare di fronte a una gestione povera di idee e fallimentare delle politiche sociali e del lavoro. Per fortuna ora la musica è cambiata.

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