(Gennaro Acquafresca) – Scarsa preparazione, nessuno studia, tutti rimandati. Si potrebbe così riassumere quanto sta accadendo in queste ore attorno al rilancio del termalismo a Castellammare di Stabia. Regna, infatti, la massima confusione tra amministrazione comunale e maggioranza sugli asset e sui fattori fondamentali per rilanciare i complessi delle Nuove Terme e delle Antiche Terme di Stabia. Tutto ruota attorno al “bel piano” presentato una decina di giorni fa dall’ advisor scelto a caro prezzo, visto che è risultato il più costoso tra le offerte formulate,  dalla società Ri.For.Med. al Comune di Castellammare. Tralasciando per un momento i toni trionfalistici del sindaco Antonio Pannullo e il fatto che le previsioni sull’albergo potrebbero essere più che rosee (una camera a 150 euro a notte per 300 giorni l’anno…mah!), c’è da dire che il documento manca delle fondamenta. Ovvero, non prende minimamente in considerazione ciò che dà vita alle Terme ed al Termalismo. L’acqua. Già, l’acqua e come sono strutturate le fonti, e la differenza che passa tra convenzioni e concessioni. Le acque minerali del gruppo Vanacore sono affidate tramite convenzione, e in questo caso dovrebbero essere al sicuro per almeno altri 18 anni. Discorso diverso, invece, per le acque del gruppo Stabiane, concessione perduta per incapacità amministrativa, fondamentali per le cure che ogni anno centinaia di migliaia di persone venivano a Castellammare per effettuare. Il gruppo Stabiane è affidato tramite concessione, scaduta. L’obiettivo a questo punto dovrebbe essere quello di ottenere dal curatore fallimentare di Terme di Stabia spa, Massimo Sequino, la restituzione delle convenzioni  sanitarie rilasciate dal decreto 90/2016, praticamente un assegno circolare di unmilione di euro circa per cure FKT, per poi giocarsi, politicamente, la partita delle acque con la Regione Campania puntando ad un riaffidamento, in via temporanea, delle fonti Stabiane. Il problema, in questo momento, è il peso politico e la capacità di rinegoziazione di questa maggioranza, nella quale alcuni membri riescono addirittura a confondere l’Acqua della Madonna con l’Acqua Acidula. Giovani ed impreparati ci verrebbe da dire. La delibera in merito al piano della Ri.For.Med. è quasi pronta e dovrebbe approdare in consiglio nei prossimi giorni, ma ha bisogno di molti miglioramenti a partire proprio dalla partita delicata che si gioca sulle acque. In questi minuti a Palazzo Farnese si sta tenendo un confronto tra amministrazione e una rappresentanza degli ex lavoratori termali per tentare almeno di migliorare il piano. Speriamo bene, davvero.

Castellammare lì 21 novembre 2017

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