(Carcar) – La Giunta Cimmino ha finalmente dato l’ok ad un progetto di riqualificazione urbana che prevede la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi nella periferia di Castellammare di Stabia, una scelta che ha quale scopo l’obiettivo di potenziare il tessuto economico cittadino.
In questo contesto, alcune testate giornalistiche locali hanno tentato di far emergere un’immagine approssimativa della realtà, che sembra voler assumere la connotazione di un subdolo messaggio destinato proprio a quel “mondo di mezzo” che da anni si è posto come diretto antagonista dell’imprenditoria sana della città e che ha affossato lo sviluppo turistico, commerciale ed industriale di Castellammare di Stabia.
Ma v’è di più. La visione distorta che è stata fornita da taluni “midia” trae l’abbrivo, tra le altre cose, da una scarsa e sommaria ricerca di affidabili fonti di informazione, se non addirittura da una vera e propria “deficienza” nella lettura, con conseguente incomprensione, degli atti amministrativi pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente municipale che, a questo punto, risulta doveroso colmare per garantire ai cittadini stabiesi un’informazione corretta, completa ed imparziale.
A questo punto è necessario, e indispensabile, ripercorrere le tappe essenziali di una vicenda amministrativa che rappresenta un esempio emblematico di come l’inefficienza, e l’inerzia, della burocrazia(o Pubblica Amministrazione) finisca per affossare lo sviluppo e la crescita economica del territorio; tanto proprio in virtù dell’incapacità degli apparati pubblici di riuscire a fornire una risposta pronta, trasparente ed efficace alle esigenze dell’imprenditoria privata.
Il progetto di riqualificazione dell’area “ex container”, di proprietà della Mifinvest s.a.s., parte nel lontano 2009 quando veniva presentata una prima richiesta di autorizzazione relativa alla realizzazione di un “area mercatale privata”. Dopo aver acquisito il parere favorevole di tutte le autorità competenti (Soprintendenza, Vigili del fuoco, Asl) e dello stesso ufficio urbanistica comunale, il Dirigente del tempo (arch. Quintavalle) nell’anno 2014, con un ritardo di oltre due anni rispetto alla tempistica prevista dalla legge, comunicava alla società il diniego definitivo alla realizzazione dell’opera.
Si è trattato di un procedimento amministrativo che è stato condotto al di fuori di ogni crisma di legge, tant’è che il Segretario comunale del tempo ebbe a sottolineare, con una nota ufficiale – «l’abnorme lunghezza del procedimento che espone l’Ente al pericolo di pesanti responsabilità di tipo risarcitorio; la contraddittorietà del procedimento caratterizzato da posizioni possibiliste e negazioniste a seconda dell’avvicendarsi degli incarichi dirigenziali; il sovrapporsi di ruoli e competenze e di pareri contraddittori emanati dagli stessi soggetti» non tralasciando di chiarire come «tali atteggiamenti mostrano inspiegabile incertezza nell’azione amministrativa che hanno creato nel tempo un plausibile affidamento nell’istante, anch’esso suscettibile di valutazione in sede risarcitoria».
La società decise, a quel punto, di proporre ricorso al Tar Campania al fine di vedere annullata la decisione del Dirigente, un ricorso che venne accolto dalla sentenza n. 5889/2017 con relativa condanna dell’Ente municipale al pagamento delle spese processuali. Fin qui sono trascorsi più di 8 anni dalla presentazione del progetto, senza che nulla sia stato realizzato e senza che sia mai stata scritta la parola “fine” in calce a questa triste ed emblematica vicenda amministrativa, ai danni non solo della Mifinvest, ma anche del territorio stabiese che avrebbe beneficiato di un’importante opera di riqualificazione e sviluppo urbano.
Venendo ai tempi recenti, verso la fine dell’anno 2017, a seguito della vittoria giudiziaria ottenuta, la società, abbandonando l’idea – pur legittima – di intentare un’azione risarcitoria ai danni del Comune stabiese, presenta allo Sportello Unico per le Attività Produttive (cd. SUAP) del Comune una nuova e diversa proposta progettuale, alla luce del contesto normativo nel frattempo mutato, relativa alla realizzazione di un polo direzionale che preveda la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi, ovvero di esercizi commerciali e uffici.
Da qui in poi un silenzio tombale. E nonostante la legge che disciplina la materia (art. 14 bis L. 241/90) preveda che la Conferenza di servizi debba essere indetta entro 5 giorni lavorativi, l’inerzia degli uffici competenti si è protratta fino al febbraio del 2019. Si è trattato di un ritardo di circa 2 anni, del quale non è dato ad alcuno conoscerne le ragioni; fatto sta che proprio l’inerzia di alcuni funzionari che in quegli anni si sono susseguiti presso l’ufficio SUAP stabiese – più volte segnalata attraverso atti ufficiali – ha di fatto ritardato di altri 2 anni l’avvio del procedimento amministrativo. Siamo così arrivati ad un totale di “ben 10 anni” dalla presentazione della prima proposta progettuale.
A distanza di pochi mesi, l’ufficio competente sfrutta una nota dei Vigili del Fuoco per comunicare, in maniera alquanto frettolosa, il preavviso di diniego alla società Mifinvest. Si faccia attenzione: non si è trattato di un diniego definitivo, ma – come emerge dalla lettura dell’atto – di un mero preavviso che ha lo scopo di stimolare la proposizione di osservazioni e chiarimenti al fine di superare eventuali elementi ostativi all’accoglimento dell’istanza, così come previsto dall’art. 10 bis L. 241/90.
Tuttavia, all’ufficio ed a diversi cronisti locali è sfuggito che, il 14.06.2019, lo stesso ufficio del Comando Prov.le dei Vigili del Fuoco ha avuto modo di chiarire come – «la nota inviata da questo Comando in data 11/06/2019 non rappresenta un parere contrario alla realizzazione dell’opera».
Così l’ufficio SUAP, traendo insegnamento dal noto proverbio secondo cui “’a gatta pe’ jì ‘e pressa, facette ‘e figlie cecate”, ha proseguito l’iter procedimentale, nelle forme rituali, per addivenire all’acquisizione di tutti gli atti di assenso necessari alla realizzazione dell’intervento proposto, poi concluso in senso favorevole all’accoglimento della proposta progettuale.
Infine, a seguito dell’acquisizione di tutti i pareri necessari e dei necessari approfondimenti di carattere amministrativo, la Giunta comunale ha proceduto all’adozione del piano. Qui si colloca l’ulteriore imprecisione commessa da chi, avendo letto con evidente “disattenzione” il deliberato della Giunta comunale, ha paventato la necessaria approvazione di una convenzione da parte del Consiglio comunale.
In particolare, il deliberato giuntale non ha, a ragione, ribadito la necessità di una valutazione da parte del Consiglio comunale per il semplice ed evidente motivo per cui la proposta progettuale di cui si discute non rientra negli atti di competenza del Consiglio ai sensi dell’art. 42 comma 2 TUEL, in quanto non contiene previsioni diverse rispetto a quanto previsto dagli atti fondamentali in passato già adottati dal Consiglio comunale (Piano Regolatore Generale), come esplicitamente chiarito dal Dirigente nella relazione istruttoria, né prevede acquisiti o alienazioni immobiliari.
In definitiva, trascorsi ormai più di 11 anni dall’avvio dell’iniziativa imprenditoriale della Mifinvest, la travagliata vicenda amministrativa sta per volgere al termine, grazie solo al decisivo impulso dei diversi organi coinvolti, lasciando, ai più attenti, un acuto insegnamento: ogni prospettiva di sviluppo del territorio è destinata indubbiamente a fallire se per ottenere una decisione amministrativa da parte delle autorità preposte bisogna attendere oltre un decennio. Alla luce di ciò la nostra redazione, considerato il modo fraudolento di come la cosiddetta “libera stampa” di regime ha trattato l’argomento, ha deciso di entrare nel merito di questa vicenda nel tentativo di capire bene di cosa si tratti ed, avendo avuto l’accortezza di leggere minuziosamente tutti i passaggi, ha ritenuto di dover “raccontare” l’intenso percorso ad ostacoli che questo procedimento amministrativo ha dovuto attraversare per arrivare, da ultimo, a buon fine. Scatta, a questo punto, una curiosità tipicamente giornalistica: “Ma come mai a nessuno è mai venuto in mente di chiedersi perchè questo procedimento ha impiegato ben 12 lunghi anni per arrivare al capolinea?” – Ah, saperlo!!!
Ecco gli articoli che sono stati pubblicati, sull’argomento, dalla giornata di ieri a tutt’oggi.
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