(Carlo Carrillo) – Il tema centrale, nella città di Castellammare, è costituito da quello che è accaduto al P.O. San Leonardo in relazione ad alcuni piccoli ma pericolosi focolai che si sono sviluppati, per fortuna, solo in alcuni reparti e che ha visto gli operatori affrontare un pericolosissimo nemico senza le normali precauzioni e dispositivi che, nel campo della sanità e nella trincea ospedaliera, rappresentano il minimo indispensabile occorrente per tutelare la loro salute e, di conseguenza, quella degli ancor meno responsabili pazienti. Sarà stata la sorpresa della pandemia che ci siamo ritrovati, in maniera repentina, dentro “casa”; sarà stata l’impreparazione naturale dovuta alla scarsissima conoscenza di questo subdolo ed invisibile virus, velocissimo nella propagazione che impiega nel passare da un uomo all’altro con una dinamica inimmaginabile ancora oggi, ma di sicuro esistono delle precise responsabilità ed omissioni di chi, per le responsabilità ricoperte, avrebbe dovuto predisporre i Dispositivi di Protezione Individuali imprescindibili, in sinergia con la differenziazione dei percorsi sporco/pulito, volti a preservare questi uomini, e donne, coraggiosi che sono rimasti fregati per la dedizione con la quale svolgono il loro lavoro. Eppure, con deliberazione 167 del 28 febbraio 2020, il Direttore Generale Sosto istituiva “Il Nucleo Operativo per la gestione dell’Emergenza Epidemiologica derivante da COVID-19”, un nucleo che, secondo le disposizioni derivanti dall’Ordinanza regionale n°1 del 24 Febbraio 2020, avrebbe dovuto mettere in campo le “Misure Organizzative volte al contenimento ed alla gestione dell’Emergenza Epidemiologica da Covid-19 a tutela dell’Igiene e della Sanità Pubblica che, seguita da altre tre ordinanze (2, 3 e 4) varate appena due giorni dopo, dimostrano che poi tanto all’improvviso non è arrivato il COVID dalle nostre zone. E preso atto che il “Cartaceo”, prodotto dalla Direzione Strategica dell’ASL Na3sud, è stato messo a posto, la curiosità ci ha spinti a conoscere quale fosse l’organigramma che avrebbe costituito la “Task-Force” capace di organizzare l’organizzazione della difesa, nella trincea stabiese-sorrentina-lattari, che avrebbe dovuto preservare gli Operatori Sanitari, con l’attrezzatura adatta e la fornitura di adeguati dispositivi, e di conseguenza la grande platea di cittadini del comprensorio in questione. Ben sette medici nominati, a capo il Direttore Sanitario dell’epoca, dott. Muto, che nel ruolo di coordinatore avrebbe dovuto, in sinergia con il suo braccio destro dott.ssa Santarpia, provvedere nell’immediatezza ad un disciplinare operativo finalizzato alla ottimale attuazione delle indicazioni Ministeriali e Regionali con efficacia nell’ambito territoriale dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 sud, oltre che di “Demandare all’istituito organismo le attività di verifica e di controllo sulla corretta applicazione delle disposizioni dettate dagli Enti sovraordinati”. Ma la frase più inquietante, contenuta nella delibera, è rappresentata da una raccomandazione perentoria: “Di stabilire che le attività svolte NON COMPORTINO NUOVI e MAGGIORI ONERI PER L’AZIENDA”.  Questo passaggio è veramente esemplificativo e spiega tutti i comportamenti assunti, da questo POOL, nei giorni immediatamente successivi. SOLO OGGI si capiscono quelli che erano i veri motivi per cui mancavano i DPI, BISOGNAVA RISPARMIARE, ossia non creare ulteriori “Costi d’Impresa” per tutelare la salute dei lavoratori e, di conseguenza, l’impossibilità di preservare i pazienti e curarli come la loro professione impone che sia. Nel frattempo, con richieste di incontro sollecitate dai sindacati per discutere il tema della SICUREZZA, esisteva in bilancio il capitolo dedicato alla Sicurezza sul Lavoro, con circa 150.000 euro in cassa, in attesa di essere investiti a tutela della salute di tutti, di Operatori e cittadini. Questa é la SANITA’ che ci ha GARANTITO in questi ultimi 5 anni il Governatore De Luca, con tutta la sua squadra di tecnocrati poco inclini a garantire investimenti, tra l’altro stabiliti dal DLgs 81 del 9 aprile 81 e s.m., ma tanto innamorati del ruolo ricoperto che gli consente, oltre a lauti e gratificanti emolumenti, di percepire anche incentivi sugli avanzi primari di cassa riportati. Ma quanto vale la VITA UMANA per questi professionisti? Ah, saperlo!!!   

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