(Red) La tracotanza, l’arroganza e l’ignoranza (sulla questione termale) la dice tutta sull’impegno profuso da questo “signore”, sindacalista “professionista”, in riferimento alla vicenda di Terme di Stabia e dei lavoratori termali. In questo caso, chi per ignoranza, o in mala fede, confonde lo status di lavoratore a tempo indeterminato con quello del lavoratore a tempo determinato, ha evidentemente visioni travisate e/o funzionali a creare confusioni di ruolo strumentali, all’interno di una normativa nazionale presente nei contratti di lavoro, al fine di trarre evidentemente vantaggi che poco hanno a che fare con la salvaguardia dei diritti dei lavoratori. A voler essere chiari, visto che il nostro caro “professionista pagato dal sindacato” con le quote dei lavoratori lo ignora, il dipendente a tempo indeterminato è quel contratto con cui il lavoratore si impegna, a fronte del pagamento di una retribuzione, a prestare la propria attività lavorativa a favore del datore di lavoro, a tempo indeterminato, cioè senza vincolo di durata. Mentre Il lavoro stagionale è una particolare tipologia di contratto a tempo determinato: pur ricalcando, però, la disciplina del contratto a termine, rispetto al lavoro a tempo determinato “generico” presenta diverse particolarità, che rendono il contratto più elastico e con meno vincoli. Pertanto il lavoratore a tempo determinato (o nella fattispecie stagionale) viene assunto dall’azienda solo ed esclusivamente, durante l’anno lavorativo, per un periodo specificato laddove è richiesta la presenza di particolari figure e profili professionali. Ferme restando le ragioni di apposizione del termine al contratto di lavoro subordinato previste dalla normativa vigente, le parti(Azienda e Sindacato) convengono che l’utilizzo complessivo di tutte le tipologie di contratto a tempo determinato non potrà superare il 20% annuo dell’organico a tempo indeterminato in forza nell’unità produttiva, ad esclusione dei contratti conclusi per la fase di avvio di nuove attività di cui all’art. 67 e per sostituzione di lavoratori assenti con diritto alla conservazione del posto. Alle Terme di Stabia, nell’anno 2011, esisteva un organico di 102 lavoratori a tempo indeterminato e di 110 lavoratori stagionali, un numero altissimo e quindi ben oltre le percentuali previste da quello stesso contratto di lavoro sottoscritto dai sindacati. E tanto già la dice lunga rispetto al costo del lavoro, altissimo, considerato che su 6,5 milioni di euro di fatturato il costo per il personale era stato di 5,2 milioni di euro, di cui 3 milioni di euro solo il costo del lavoro indiretto. Pertanto, alla luce di quanto in premessa, per chiarire una volta per tutte le idee a questo “pseudo-sindacalista”, è appena il caso di ricordargli che la lista, l’unica, attestante lo status di lavoratori Termali aventi diritto, al momento, al riconoscimento degli ammortizzatori sociali e di un eventuale provvedimento di reinserimento che tutela i lavoratori, nelle Aree di Crisi espulsi dal ciclo produttivo, è depositata presso l’ufficio ORMEL dell’assessorato al lavoro della regione Campania. Basterebbe solo questo per far capire ai cittadini stabiesi, ed ai lavoratori tutti, che ci troviamo solo di fronte ad un “ciarlatano” che attraverso la sua incommensurabile tracotanza vorrebbe continuare a “pisciarci in testa cercando di convincerci che stia solo piovendo”. Sarebbe ora che provasse a rimettere piede nelle fabbriche, e nelle aziende, dopo aver studiato per bene, ed in modo approfondito, gli argomenti che pretende di trattare con tanta superficialità ed incompetenza, solo dopo provi ad esprimere il suo inutile personale punto di vista che nulla ha di che spartire con i valori della Cisl che sicuramente non merita di rappresentare.
Carlo Carrillo ex rappresentante FP Cisl
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