(di Carlo Carrillo) – Sembra ieri quando impazzavano gli attentati firmati da Prima Linea, Proletari armati per il Comunismo, Nuclei Armati Proletari, Brigate Rosse, tutti seguaci e figli di una cultura Marxista, che la nomenklatura komunista, tentando dapprima di far passare il messaggio che si trattasse di fascisti, una volta presa coscienza della reale estrazione ideologica di queste formazioni, ha tentato successivamente di giustificarli attraverso un inqualificabile: “Sono solo Compagni che sbagliano”. Freddi criminali, assassini senza alcun rispetto per la vita umana, delle canaglie che a sangue freddo ammazzavano giudici, politici, forze dell’ordine, commercianti e uomini delle istituzioni che hanno rappresentato, negli anni di piombo, solo dei nemici da eliminare per realizzare il loro becero e criminale disegno eversivo. Quanti, di questi personaggi, hanno trovato rifugio in Francia trovando complicità e protezioni, da Autonomia Operaia, Lotta Continua e D.P., supportate dalla cosiddetta “dottrina Mitterand” sono riusciti per anni a rimanere impuniti da Piperno a Battisti compresi tantissimi altri. Un giorno lo stesso Piperno ebbe a sostenere l’esistenza di un’alta morale del terrorista motivandola nientemeno così, all’eccezione mossa da un giornalista: “La moralità dei brigatisti è una morale di guerra, non esiste solo una sua o una mia morale. La morale è multipla – spiegò – ci sono persone che vanno a bombardare una città, e sono considerate degli eroi, e persone che sparano su un bersaglio determinato, che sono considerate dei criminali. Nel secondo caso, solo perché sconfitti”. In questi giorni si torna prepotentemente a parlare di Battisti che, smarrita la protezione del super corrotto Lula, ha dovuto emigrare in Bolivia dove la caparbia azione dell’antiterrorismo italiano lo ha stanato e concorso alla sua cattura, oggi torna in Italia dove il solito, nonché inedito coro, dei compagni komunisti già si sta attivando affinché l’uomo dal grilletto facile, e dall’andatura dinoccolata, possa essere graziato attraverso un provvedimento del Presidente della Repubblica. La motivazione? Quella di evitare il ritorno dei “Fantasmi del passato”, quasi a voler sostenere che non sarà l’espiazione della pena a far tornare in vita le vittime delle sue “eroiche gesta”. Quelle morti non sono state inutili, hanno rappresentato un grave tributo di sangue a salvaguardia della democrazia e delle istituzioni, non è lo spirito di vendetta che anima la legittima richiesta di espiare una condanna che, sperando sia la volta buona, questo dinoccolato e truffaldino “signore” ha evitato di espiare attraverso la complice e potente rete dei radical chic komunisti ancora operante nel mondo.
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