(Red) – All’alba del nuovo giorno c’è sempre qualcuno che, svegliandosi, pensa sia conveniente valutare la necessità che, al comune di Castellammare di Stabia, sia necessario inviare una commissione d’accesso per stabilire un eventuale e possibile “infiltrazione camorristica” nell’amministrazione della cosa pubblica stabiese. E dopo il fallimentare tentativo di Migliore che, attraverso una lunga ed articolata tiritera nell’aprile 2019, ottenne di praticare un clamoroso buco nell’acqua, ecco che oggi spunta il neo-senatore di Leu, Sandro Ruotolo, eletto in un “condominio di Secondigliano”(dove ha votato appena il 17% degli elettori) che, non avendo il proprio gruppo di riferimento politico presente al Senato ha dovuto migrare nel Gruppo misto, borioso ed impettito ha annunciato: <<Con i parlamentari De Petris, Errani, Fattori, Nugnes abbiamo depositato una interrogazione indirizzata al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese dove chiediamo se non ritenga opportuno la nomina, da parte del prefetto, (ex articolo 143 del testo unico degli enti locali), di una commissione d’accesso agli atti del Comune di Castellammare di Stabia, al fine di accertare l’entità di eventuali condizionamenti malavitosi degli organi amministrativi ed elettivi>>. Posizioni strumentali sul piano politico e personale che, travestiti da avvoltoi giustizialisti, tentano in ogni modo di avvelenare i pozzi creando presunte coltri di nebbia su fatti di cui, se non ne avesse parlato in via strumentale la stampa locale fortemente fidelizzata, neanche conoscerebbe alcuni tratti di storia della vicenda Cirio, visto che non sanno nemmeno da dove abbia avuto inizio la premessa di una storia molto torbida e, fortemente, condizionante per lo sviluppo di una intera città. Molti ne parlano, in tanti scrivono variegate quantità di “supercazzole da qualunquisti dinoccolati”, ma pochi veramente sanno, o immaginano, che questa storia ha visto i suoi funesti albori in una delibera, votata in consiglio comunale, durante una piovosa serata autunnale del lontano novembre 2009. Infatti, nel corso di quella serata, il Consiglio Comunale stabiese votò per la riduzione, in pratica per il dimezzamento, della fascia di rispetto prevista dal PRG per la costruzione di nuovi edifici, stabilita dalla legge e non inferiore a 200 mt, portandola a metri 100 dai confini cimiteriali. Potrebbe essere indicativa questa scelta operata in quel preciso momento storico? A quei tempi si “veleggiava” d’amore e d’accordo verso mete certe e pianificate, salvo poi risultare fatale il provvedimento sul Piano casa che determinò in maniera irreversibile, nel corso di un movimentato consiglio comunale di fine gennaio, la rottura delle classiche “Giarretelle”. Il seguito? Lo pubblicheremo nei prossimi giorni.
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