(di CarCar) – E’ proprio vero il proverbio che recita: ” ‘A gatta, quanno nun pò arrivà ò llardo, dice ca fète”, un vecchio modo di dire che si è realizzato, nella sua pienezza, nel corso dell’ultima campagna di tesseramento piddino che, secondo le disposizioni nazionali, scadeva alle ore 20,00 del 5 novembre u.s.. Una corsa contro il tempo, quella messa in campo dalle diverse componenti del partito Zingarettiano, che ha visto protagonista un “Reggente” che, invece di essere superpartes nella vicenda politica interna, aveva evidentemente pensato di governare e gestire il tesseramento al partito in maniera limitativa per le altre componenti nella speranza che le sue 13 tessere potessero assumere una valenza decisiva ai fini congressuali. Un atteggiamento che, così come da informazioni in nostro possesso, sarebbe iniziato già dalla giornata di sabato 2 novembre con gli aspiranti soci costretti a lasciare la sede in quanto, a dire del reggente, si restava in attesa della modulistica predisposta che sarebbe arrivata nella giornata del 4 novembre. Il lunedì successivo stessa scena, stessa risposta, e tutta l’operazione dell’adesione al partito veniva nuovamente posticipata al giorno successivo. Evidentemente qualcuno si sarà fatto sentire presso gli organismi provinciali e regionali del partito al punto che, il vicesegretario regionale del partito si è presentato sulla sede del PD stabiese, nel pomeriggio inoltrato del 5 novembre ed alla presenza della commissione dei garanti è ripresa l’operazione tesseramento utilizzando i moduli delle pre-adesioni, modulistica che secondo il regolamento risulterebbe sufficiente per validare il rilascio della tessera dei DEM. Uno schiaffo che il reggente facente funzione non avrebbe gradito, tutt’altro, infatti questa presunta “ingerenza” del vice regionale del partito avrebbe fatto infuriare Aitra che, preso dai “turchi”, è andato in escandescenza e privo della necessaria lucidità, e senza freni inibitori, si è lasciato andare ad una serie di dichiarazioni senza capo né coda che, manco a farlo apposta, sono state raccolte da un giornalista passato per “puro caso” sulla sede del partito dove, guardacaso, alcuni minuti prima era intervenuta la Polizia allertata da una telefonata, naturalmente anonima, che prendeva atto della serenità che regnava in sede constatando l’infondatezza di quanto raccontato dall’anonimo “disinteressato” interlocutore. Ma non è bizzarro questo comportamento che vede Aitra puntare il dito e scagliarsi violentemente contro i suoi “compagni” di partito, accusandoli tra l’altro di aver addirittura occupato “militarmente” la sede? E se questi uomini, di provata fede piddina, che accedono al partito per aderire alla campagna di tesseramento vengono additati in questo modo, con quale spirito Aitra invitava la cittadinanza a tesserarsi con il partito Democratico? Forse l’invito era rivolto solo ed esclusivamente ai suoi amici, pochissimi a giudicare dai risultati, mentre per gli altri risultava solo un invito di tipo formale? E come si fa ad organizzare la vita di un partito senza la necessaria presenza di attivisti ed iscritti? Quello che è emerso, nel corso della serata di oggi è che Francesco Iovino sia arrivato sulla sede solo intorno alle ore 21 di ieri sera nel tentativo di ricucire lo strappo e che tutta la sceneggiata, almeno secondo le testimonianze raccolte, sia stata messa in campo da un “Reggente” dai nervi molto fragili, e dai consensi prossimi allo zero, che vedendo sfumare ogni seria possibilità di poter ricoprire un ruolo nella prossima stagione congressuale ha letteralmente smarrito i lumi della ragione scaricando, in tal modo, tonnellate di “escrementi” sul partito che avrebbe dovuto rappresentare e promuovere. Evidentemente l’alleanza con i “Grillonzi” comincia a mietere risultati, in maniera molto pericolosa, anche all’interno dei Piddini, e questo non depone molto positivamente per il futuro di un partito arrivato ormai allo sfascio a Castellammare. La prova? Basta rileggere le dichiarazioni del degenerato “Reggente”!!!
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