(Red) – Il caldo africano di questa lunga estate che ha avvolto il nostro paese in una morsa di “calura” veramente eccezionale, al punto da essere considerata una delle prime cinque stagioni più torride degli ultimi due secoli, ha incentivato, nonostante le residuali e strenue resistenze di una pandemia subdola e pericolosa, la grande fuga verso la sfrenata ricerca di riposo e frescura attraverso il legittimo ricorso alle meritatissime ed irrinunciabili ferie. Una storia di ordinaria routine. potrebbe commentare il solito detrattore mestierante, una considerazione che tutto sommato potremmo anche condividere se non fosse per alcuni particolari che, al netto del fisiologico bisogno di riposare staccando la spina dopo un anno di duro lavoro pandemia compresa, nel rapporto di lavoro tutt’ora vigente nella P.A. non risultasse prevista la regolare continuità nell’erogazione dei servizi all’intera cittadinanza. Veniamo ai fatti che, secondo radio Farnese, vedrebbero tutti i Dirigenti comunali (a partire da Miranda, Leone, Vecchione, Verdoliva e concludendo con Terracciano) in vacanza, tanto in barba alle disposizioni vigenti in materia che regolerebbero la corretta e pianificata fruizione delle ferie da parte del dipendente pubblico. In una città come Castellammare di Stabia, circa 67mila abitanti, non è pensabile poter stravolgere indicazioni e normative che regolano la vita amministrativa di un Ente, anche se nulla osta a quanto disposto, e reiterato, dalla normativa secondo la quale il lavoratore deve necessariamente fruire di un periodo annuale di ferie non inferiore alle 4 settimane: infatti, non è possibile rinunciare al riposo costituzionalmente garantito per reintegrare le energie psico-fisiche spese durante la prestazione lavorativa. Un dato certamente incontrovertibile è quello che il dipendente debba comunque rispettare la disponibilità della pubblica amministrazione e verificare che la eventuale disponibilità di sua richiesta di ferie concili con le esigenze di servizio dell’ente, ma anche che la sua domanda collimi con quella dei colleghi, tanto senza che nessuno dei due fattori possa far venire meno il suo speculare diritto a godere di almeno due settimane di ferie, nel periodo che va dal primo giugno fino al 30 settembre. Un Ente Pubblico organizzato, pianifica normalmente i periodi di ferie in tre diversi tronconi che vanno da Gennaio a Maggio, dal 1° Giugno al 30 Settembre, e dal 1° Ottobre al 31 Dicembre di ogni anno e, secondo la necessità del dipendente, il personale fruisce della prima settimana di ferie nel primo periodo, delle altre due settimane di ferie spettanti nel secondo periodo, e per la quarta settimana di ferie nel terzo periodo, insomma una pianificazione che, messa correttamente in campo, potrebbe garantire la continuità del servizio erogato dalla Pubblica Amministrazione evitando, in tal modo, disservizi e disagi per la cittadinanza. Questa pianificazione, al netto della diversità di ruoli rivestiti, resta valida per tutto il personale. Al contrario, nel nostro comune, su cinque Dirigenti abbiamo avuto modo di constatare che tutti e cinque sono andati in ferie contemporaneamente (di cui alcuni per un mese intero) e che solo in due sarebbero stati sostituiti da dipendenti con la qualifica P.O., mentre la funzione di F.F., al Comando di Polizia Locale, risulterebbe essere svolta da un esperto Capitano in servizio da lunga data. A questo punto nasce spontanea la domanda: “E’ possibile che una Città come Castellammare, in questi tempi così difficili e complessi, possa rimanere senza alcun Dirigente di ruolo in servizio a tutela della continuità amministrativa della macchina comunale?” Ma è così difficile pianificare un’alternanza nella fruizione delle ferie, dal 1° Giugno al 30 Settembre, mirata a garantire la presenza in sede di qualche dirigente titolare, al fine di evitare disservizi e disagi, mentre ci si appresta ad affrontare una lunga sequela di eventi sportivi e ludici programmati ed in corso di svolgimento? Ai posteri l’ardua sentenza!
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