(Red) L’area nord di Castellammare può diventare un cantiere a cielo aperto, le grandi industrie del passato chiuse negli anni 90 possono diventare un’occasione di sviluppo urbano senza precedenti: 3 km di territorio che corre lungo la costa.
Lì lavoreremo allo sviluppo di una “città intelligente”, assumendo le migliori best practices dalle città europee.
Il Comune può essere il motore di politiche urbane innovative. Nel quadro attuale di competenze divise tra molteplici autorità pubbliche (Soprintendenze, Agenzia del Territorio, Autorità di bacino, Consorzio ASI, Regione e Città metropolitana), il Comune deve dettare e rendere leggibile al cittadino l’agenda delle politiche da realizzare.
Occorre sviluppare un’idea integrata del territorio. Che significa tener insieme il costruire e il manutenere, il riqualificare, il restaurare e l’abitare. Oltre alle risorse europee che cadono nell’ambito del Grande Progetto Pompei, il Comune ha la possibilità di attivare subito le risorse regionali per il recupero del tessuto urbano.
Tra le priorità c’è quella di rigenerare il quartiere CMI e le aree industriali dismesse dalla Cirio all’Avis fino a Marina di Stabia attraverso una sinergia vera e trasparente con i privati proprietari dei suoli con l’obiettivo di realizzare una mixité di funzioni (abitative, turistico ricettive, aree verdi, parcheggi, bar, ristoranti, strutture sportive, di aggregazione sociale). È necessario rendere funzionali e fungibili gli spazi urbani di proprietà del Comune sotto e mal utilizzati e spostare il Centro nelle periferie, integrandole agli spazi urbani principali.
Dobbiamo sollecitare gli stanziamenti statali per il Fondo sociale per l’affitto e avviare un processo di riqualificazione di tutto il trasporto pubblico locale e favorire forme razionali e semplificate di pagamento integrato.
L’area nord è un pezzo “pregiato” della città che i fondi europei destinati al Grande Progetto Pompei, consentiranno finalmente di rilanciare, nell’ambito del programma 2014-2020; bisogna puntare su: bonifica ambientale, porto e distretto turistico, città digitale, cluster di imprese innovative.
Il percorso che porta alla costruzione della vocazione economica e sociale della “città intelligente” richiede sempre di più il coinvolgimento dei cittadini interessati da quelle politiche e una costante interazione tra l’amministrazione comunale, le università e le associazioni».
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