La politica per essere credibile ha bisogno di abbassare i toni e il tasso alcolemico (cit)
(Red) – Partendo da un’analisi logico-matematica riscontriamo, sulla scorta degli atti elettorali, che dal dicembre del 1992 al febbraio 2022 il Csx stabiese ha governato con Polito 1, Polito 2, Ersilia Salvato, Vozza fino a marzo 2010, poi appena 30 mesi del Sen. Bobbio, ancora con Nicola Cuomo dal giugno 2013 alla fine del 2015, e con Pannullo dal giugno 2016 al 5 febbraio 2018. Poi le elezioni di giugno 2018 e la vittoria del Cdx con Cimmino che ha governato fino al 27 febbraio 2022, ossia fino al momento in cui è stato notificato il decreto di scioglimento per presunte infiltrazioni camorristiche. Invero, a voler far bene i conti della differenza che intercorre tra il Csx e il Cdx, nella gestione della cosa pubblica stabiese, non c’è sicuramente bisogno di ricorrere all’ausilio ed al supporto tecnico di illustri matematici, preso atto che il Cdx stabiese ha governato la città per appena 74 mesi, ossia per solo 6 anni e 2 mesi nel corso degli ultimi 30 anni considerati. A questo punto bisogna sottolineare che, nel corso dei circa 24 anni di governo (un 1/4 di secolo) a guida del Csx stabiese sono state riscontrate anomalie di ogni tipo, del resto basterebbe solo ricordare che dal 1992 al 2009 sono stati assassinati dalla camorra stabiese ben due consiglieri comunali uno del PDS e l’altro del PD, salvo poi scoprire, a seguito di indagini molto approfondite svolte dalla Polizia Giudiziaria, che ben due dei killer del povero Gino Tommasino risultavano iscritti, in buona compagnia di alcuni familiari di un noto camorrista locale, addirittura tra le fila della locale sezione del PD. Tanto solo per comprendere meglio di che cosa stiamo parlando, ed oggi a voler ben interpretare questo documento sorge spontanea la domanda: Ma come mai la dirigenza del PD locale, dopo aver reso noto e sottoscritto che “Noi sappiamo i nomi di chi ha inquinato la politica e la vita amministrativa della città, noi sappiamo chi ha trascinato il Consiglio Comunale nel baratro dell’ignoranza e della prepotenza, del ricatto, dell’esercizio del potere per alimentare voti clientelari e interessi particolari. Noi sappiamo chi ha favorito le società degli amici degli amici, chi è andato a prendere i voti “in quelle strade e in quei quartieri”, chi ha fatto finta di non vedere. Noi sappiamo i nomi dei professionisti compiacenti, quelli che hanno riciclato i soldi della camorra, quelli che hanno fatto affari insieme, quelli che si sono girati “dall’altra parte”, quelli che salutano riverenti per strada assassini e delinquenti, quelli che “vi posso offrire il caffè”, quelli che “bisogna convivere con la camorra”, quelli che non hanno mai sparato ma hanno ucciso la città. Noi sappiamo tutti quei nomi, ma non abbiamo le prove, ma ciò nonostante noi sappiamo e possiamo scegliere con chi stare, con chi fare alleanze, chi candidare: noi sappiamo che quelle persone e quei voti non li vogliamo. E lo diciamo con voce alta: Non li vogliamo” non racconta questi fatti a chi è deputato per ruolo a svolgere indagini ed accertamenti al fine di perseguire questi criminali e salvaguardare, in tal modo, i cittadini onesti stabiesi? E per quale motivo, questa dirigenza tanto esigente e scrupolosa, si è ricordata solo oggi di denunciare pubblicamente attraverso un “omertoso” documento politico(visto che non indica alcun nome) questi gravissimi fatti e/o collusioni tra il potere politico ed il malaffare? Un dato è certo, non possono avercela sicuramente con quelli del Cdx che hanno governato la città, testimone è il tempo effettivo per il quale hanno governato e la distanza di sei anni intercorsi tra le due consiliature Bobbio e Cimmino, ma certamente si tratta della resa dei conti finale tra le bande in lotta per la conquista della leader-ship nell’ambito del circolo locale Piddino. Pertanto, notata la continuità al governo della città, trattasi con certezza di “Cose di casa loro”! E constatato che l’ex sindaco Cimmino, approdato a Palazzo Farnese ai primi di luglio del 2018, è stato sottoposto al giudizio della 1^ sezione Civile del Tribunale di Taz, presieduto dalla Presidente dott.ssa Lopiano, che nella sentenza di 1° grado pubblicata il 25 gennaio 2024, ossia a circa due anni di distanza dall’inizio del procedimento, è stato dichiarato incandidabile con la seguente motivazione: “In questo quadro risalta il dato che lo stesso Sindaco, la cui giunta ha approvato, con Delibera di G.M. n. 14 del 31.1.2019, l’Aggiornamento 2019/2021 del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza”, che ha dettato anche le regole relative sia all’applicazione del Principio della Rotazione sugli Affidamenti sia, soprattutto, all’adozione di una Disciplina ancora più stringente rispetto a quella generale in merito alle Procedure di Affidamento, abbia di fatto omesso, in un quadro di così allarmante illegittimità amministrativa e contiguità con gli ambienti criminali, qualsivoglia atto dal quale possa desumersi un concreto (e non meramente affermato) intento di esercitare un’attività anche di sola informativa nei confronti dei propri Assessori eventualmente sollevando contestazioni a questi ultimi od alle stesse strutture tecniche interne dell’Ente, in modo da portare alla luce ovvero ostacolare la situazione di illegalità in atto, che ha infatti portato allo scioglimento del Consiglio Comunale”, si è ritrovato a governare con un nugolo di Dirigenti scelti dalle amministrazioni Cuomo e Pannullo, e con una segretaria inadempiente che era deputata per ruolo ad esercitare il controllo sugli atti prodotti dai Dirigenti, che guarda caso sono stati premiati successivamente da un provvedimento della triade Commissariale prodotto nel mese di Dicembre 2022, ed ha personalmente pagato per omesso controllo sull’operato dei Dirigenti dopo aver promosso la risoluzione contrattuale con la ditta delle pulizie (oltre alla risoluzione contrattuale con la ditta delle luci votive) che, scherzi del destino, risultava essere di proprietà di un noto camorrista e aggiudicataria di appalti con affidamento diretto o procedura negoziata.
La nostra redazione, che ha sempre raccontato i fatti, quelli veri, e non artefatti sempre alla ricerca della verità, auspica nell’interesse della collettività che a questo punto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata, unitamente alle altre autorità competenti, a seguito del documento predisposto e pubblicato dalla dirigenza del PD del 23 febbraio u.s., esercitino l’azione giudiziaria di loro competenza al fine di dar luogo ad una vera inchiesta volta a individuare i veri colpevoli di ciò che è stato denunciato, a voce alta ed a “Clamor di popolo “ in modo tale che i veri responsabili possano essere serenamente giudicati da chi ha competenze e potere per farlo, e sia perseguita quella giustizia che tutti auspicano nel rispetto dei cittadini stabiesi, in quanto la Giustizia, quella dei giudici coraggiosi, non ha colori e non ha case politiche.
Documento del PD
“Scriviamo insieme il Futuro della
nostra città”. E’ questo l’appello lanciato dal Partito Democratrico di
Castellammare di Stabia che ha lanciato in queste ore il progetto “La
città POSSIBILE”.
Di seguito “l’appello alla città” che spiega i
dettagli dell’iniziativa – che soi svolgerà il 22 e 23 marzo prossimo
presso il Circolo Velico Stabia:
Noi sappiamo i nomi di chi ha inquinato la politica e la vita amministrativa della città, noi sappiamo chi ha trascinato il Consiglio Comunale nel baratro dell’ignoranza e della prepotenza, del ricatto, dell’esercizio del potere per alimentare voti clientelari e interessi particolari. Noi sappiamo chi ha favorito le società degli amici degli amici, chi è andato a prendere i voti “in quelle strade e in quei quartieri”, chi ha fatto finta di non vedere. Noi sappiamo i nomi dei professionisti compiacenti, quelli che hanno riciclato i soldi della camorra, quelli che hanno fatto affari insieme, quelli che si sono girati “dall’altra parte”, quelli che salutano riverenti per strada assassini e delinquenti, quelli che “vi posso offrire il caffè”, quelli che “bisogna convivere con la camorra”, quelli che non hanno mai sparato ma hanno ucciso la città. Noi sappiamo tutti quei nomi, ma non abbiamo le prove, ma ciò nonostante noi sappiamo e possiamo scegliere con chi stare, con chi fare alleanze, chi candidare: noi sappiamo che quelle persone e quei voti non li vogliamo. E lo diciamo con voce alta: Non li vogliamo.
Dopo due anni di mortificante sospensione democratica della vita delle Istituzioni cittadine, a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale perché infiltrato dai diversi clan di camorra che agiscono nell’ampia area stabiese, i cittadini hanno la possibilità l’8 ed il 9 giugno di voltare pagina e scrivere un nuovo ed entusiasmante capitolo del proprio futuro.
Per riuscire in questa impresa dobbiamo contrastare uno stato d’animo diffuso nella città, un sentimento che rischia di diventare la cifra psicologica di migliaia di cittadini e della maggioranza dei giovani: una sorta di assuefazione all’esistente ritenuto immutabile, una tensione alla rassegnazione del “presente” privo di porte e finestre che affacciano sul “futuro”.
Su questo terreno si colloca la nostra prima sfida che diventa il nostro primo obiettivo del programma che proponiamo alla valutazione della città: riconquistare una speranza collettiva e popolare di futuro e iniziare a costruire una “narrazione del riscatto”.
Senza questo “sentimento di fiducia popolare nel futuro” nessun programma potrà mai essere credibile e realizzato.
Il nostro obiettivo è la “città possibile”, una città che non esiste ancora ma che è appunto possibile costruire se ci crediamo e ci battiamo insieme.
Non possiamo fare finta che nulla sia accaduto, che ciò che abbiamo alle spalle sia un semplice incidente di percorso, comprendere infatti quello che è accaduto rappresenta il primo passo verso la “città possibile”.
Il rischio, altrimenti, è di riportare le lancette dell’orologio esattamente al punto di partenza, il punto dove si è consumata la sconfitta della città, della sua classe dirigente e soprattutto della politica.
Il decreto di scioglimento è solo l’atto finale e tardivo di un processo lungo e complesso che ha prodotto il deterioramento dei partiti, del gioco democratico e delle Istituzioni.
Per più di 30 anni la città ha subito l’influenza criminale di due clan, i D’Alessandro ed i Cesarano, che hanno occupato “manu militari” il nostro territorio.
Occupazione militare di quartieri, dove risiedono migliaia di cittadini, che votano ed influenzano “democraticamente” il processo di formazione della classe dirigente politica.
Occupazione economica di attività produttive, lecite e non lecite, attraverso professionisti ed imprenditori, anch’essi concorrenti nel processo di formazione della “guida” della città.
Castellammare è stato questo: una città occupata, invasa, prigioniera, e lo è ancora.
Se ciò è vero, ed è vero, il punto di caduta della nostra riflessione deve essere come liberiamo Castellammare dalla camorra, assunta nella sua dimensione criminale ma soprattutto di organismo vivente nella società, nella nostra comunità, dove svolge un’attività “politica” ed ha un forte consenso popolare.
Questo consenso popolare è alla base “dell’infiltrazione” della camorra nella vita politica, amministrativa ed economica.
All’affermazione e al radicamento delle consorterie criminali si è accompagnato, rappresentando l’altra faccia della medaglia della nostra sconfitta, un processo involutivo della politica che ha distrutto una sua dimensione di qualità, che ha ristretto la partecipazione democratica, che ha destituito di autorità i partiti e i gruppi dirigenti, impegnati per anni in una guerra tra bande che ha spazzato via il confronto e la competizione delle idee affermando un barbaro principio di forza che misura la legittimazione della classe dirigente solo ed esclusivamente sulla capacità di costruire il consenso, di contare i voti, di allargare le fila degli eserciti che hanno nel corso degli anni alzato le bandiere del potere non come mezzo ma come fine da raggiungere “a tutti i costi”.
Ebbene il costo pagato è lo scioglimento per infiltrazione della camorra.
Il cedimento strutturale di Palazzo Farnese inizia con la vittoria elettorale dell’analfabetismo politico, umano, culturale, dentro e fuori i partiti, che ha generato Consigli Comunali “indecenti”, volgari e permeabili alle dinamiche criminali.
Sulla base di questa analisi riteniamo fondamentale la scelta del candidato alla carica di Sindaco ed allo stesso tempo la costruzione di una nuova qualità della politica, della classe dirigente diffusa, della riforma radicale dei partiti e soprattutto della messa al bando delle false esperienze di civismo, con l’obiettivo di eleggere un consiglio comunale di “grande qualità democratica” in grado di guidare gli ambiziosi obbiettivi di trasformazione della città e di costituire un argine robusto contro i tentativi di infiltrazione della camorra.
Il tema vero per noi è la selezione della classe dirigente e partire dalla composizione delle liste elettorali.
Il nostro impegno programmatico parte dalla composizione della nostra lista elettorale e politica, che coinvolgerà le energie migliori della città sulla base della passione, dell’impegno, e soprattutto dello studio, per affermare “un’intelligenza collettiva al servizio della città”.
È una strada difficile, è in salita, è più lunga, richiede più impegno ma è l’unica strada che per noi ha “un senso” percorrere.
Intendiamo percorrere questa strada con determinazione ed umiltà e vogliamo coinvolgere in questo cammino i partiti, i movimenti, le associazioni laiche e cattoliche e tutti i cittadini che vogliono lavorare alla costruzione di un Nuovo Laboratorio Politico Stabiese: “il Cantiere del Futuro”, capace di unire le migliori tradizioni culturali del riformismo laico e socialista, del cattolicesimo democratico, dell’ambientalismo, del femminismo e del pacifismo.
Nel nostro cantiere vogliamo costruire il Futuro della città Possibile.
Il 22 e il 23 marzo proveremo a scrivere “dal basso” il nostro programma e vi invitiamo a partecipare e a dare il vostro contributo di idee e di passione civile.
Open Space Tecnology: la città possibile
Saranno costituiti 7 tavoli di lavoro che saranno impegnati venerdì pomeriggio e sabato mattina sui i seguenti temi:
1 Acque Termali, Fincantieri, Porto e Centro Antico:” innovare la tradizione”, una sfida possibile
2 dalla Villa al fiume Sarno, la nuova città del mare
3 da Varano a Faito, il viaggio nel “tempo futuro” verso il parco archeologico e universitario
4 Castellammare HUB turistico: la nuova metropolitana cittadina e i quartieri popolari
5 Stabia solidale e anticamorra: le scuole presidio di legalità, nuovi percorsi di cittadinanza ed inclusione
6 Smart city e la comunità energetica stabiese: le” nuove qualità” della vita
7 Next Generation /stabia: giovani, donne, migranti, cultura e sport
Sabato pomeriggio saranno illustrati i lavori dei singoli tavoli e si aprirà un confronto complessivo sulla “città Possibile”.
È possibile registrarsi all’evento scrivendo all’indirizzo nonsceglierobarabba@gmail.com indicando le proprie generalità, recapito telefonico e a quale tavolo si intende partecipare
Avanti, insieme verso la città Possibile
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