(Carlo Carrillo) – Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero. Ed è così che ogni anno, sulla scorta della poesia dell’immenso Totò, ecco che l’amministrazione comunale di turno si mobilita e si dedica al cimitero della nostra città. Non spaventatevi non accade sempre, ma solo a ridosso delle celebrazioni di Ognissanti e dei defunti, quindi a cavallo tra la festività di San Raffaele ed il trentuno di ottobre.
L’amministrazione di turno si ricorda di “questa città”, quello che nei fatti rappresenta il cimitero nella sua organizzazione interna, solo in prossimità di una ricorrenza usata da molti, se non da tutti, quale passerella da percorrere camuffato da brillante “cavallo di parata” nel bieco tentativo di ricavarne miseri vantaggi di fatua immagine. Basti pensare che in questa “città” è confinato uno sparuto gruppo di lavoratori che, con i modestissimi mezzi a disposizione, tentano di far funzionare i servizi per dodici mesi all’anno, molte volte ci riescono solo per capacità personali, ma sistematicamente capita anche di ritrovarsi a far fronte ad emergenze pesanti, frutto di un menefreghismo atavico figlio della mala gestio della politica stabiese, problematiche alle quali risulta spesso difficile trovare soluzioni. Una miriade di problemi cui bisognerebbe metter mano, dagli allagamenti alla pulizia giornaliera dei due siti, dalla gestione del verde alla riparazione del tetto della chiesa. Impegnare una task force nella settimana che precede la festività dedicata ai defunti, trasformando le due strutture cimiteriali in un grande cantiere, serve a poco se poi lo si abbandona alla sua sorte per cinquantaquattro settimane all’anno, parlano in modo chiaro ed inequivocabile le foto del quadrante bambini scattate in pieno agosto, parlano chiaro le foto che ritraggono il cimitero durante una giornata di pioggia. Il materiale della scerbatura effettuata, sembra a titolo gratuito dalla cooperativa di operai, attende da almeno tre giorni di essere prelevata dalla Eco Ego, ma non c’è fretta, tanto quel materiale non serve per alzare le percentuali di indifferenziata né crea problemi di rivolte di cittadini, può attendere tanto si tratta del cimitero, “la città morta” e, tanto ci si sa, i defunti non votano. Ma fate attenzione ai parenti, a quelli che votano e che vi interessano di più, stanno a guardare, sono vigili e pronti anche far sentire la loro voce nella consapevolezza che sarebbe appena il caso di dedicare attenzione e riguardo per una “città” nella quale, prima o dopo, proprio tutti andremo ad abitare, nessuno escluso.
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