(Red) – Mentre prosegue la lunga via crucis dei politici del cdx stabiese, costretti a difendersi in un procedimento per Incandidabilità messo in campo dal Tribunale di Taz da accuse vacue e prive di qualsivoglia riscontro sia amministrative che penali, spuntano a sorpresa indiscrezioni al riguardo di presunti rapporti tra esponenti delle consorterie criminali con alcuni politici stabiesi.
Infatti, secondo quanto pubblicato ieri dal quotidiano Metropolis, sarebbero stati assunti, nella qualità di dipendenti, alcuni familiari appartenenti ai boss della camorra stabiese presso alcune ditte che lavoravano con l’Ente, quali aggiudicatarie di commesse e concessioni in appalto a società controllate, attraverso le proprie teste di legno, dalla stessa criminalità organizzata.
Questo filone, inserito in parte nel Domino-Bis, rischia di provocare un vero e proprio scompiglio nel mondo politico stabiese visto che, a seguito delle dichiarazioni di un ex-killer del clan D’Alessandro, lo stesso collaboratore, non esita a dichiarare che anche la propria consorte sarebbe stata assunta nella ditta che si occupava delle pulizie del Comune. Trattasi della medesima ditta, nei cui confronti l’assessore Scafarto della prima giunta Cimmino provvide ad attivare, presso la Dirigenza dell’Ente, i meccanismi necessari per ottenere la risoluzione contrattuale al fine di sbatterla fuori dal Comune stabiese. Ditta peraltro che avrebbe in seguito ottenuto (sempre secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia) di lavorare presso l’Asl Na 3sud in assenza, a tutt’oggi, di alcun provvedimento dissolutorio.
Appare quantomeno bizzarro che queste dichiarazioni, rilasciate il 20 gennaio del 2020 (pag.316 Domini-Bis), siano sfuggite “all’attenta analisi della Commissione di Accesso” alla luce di asserzioni che evidenziavano finanche un presunto “aiuto” che il sindaco dell’epoca avrebbe dato, adoperandosi al fine di fargli ottenere lavori pubblici, ad un imprenditore indigeno coinvolto poi maldestramente, nella calda estate del 2017, in un tentativo di estorsione ai danni di una ditta che aveva regolarmente vinto l’appalto pubblico, per effettuare i lavori di Piazza Principe Umberto in Castellammare, circostanza che aveva immediatamente provveduto a farne oggetto di denuncia all’Autorità Giudiziaria.
Quali sono stati i canali preferenziali affinché tutto ciò accadesse? A noi non è dato sicuramente sapere! Indubbiamente in questi giorni potrebbero emergere nuovi elementi che possono contribuire a far luce su questo sciagurato e spregevole intreccio che aveva consentito, a partire dagli albori del 2017, ad un noto boss locale di aprire un “Ufficio”, con la sua Ford Fiesta in sosta stabilmente (Pag. 140 Domini-Bis), nel parcheggio di quelle che furono le meravigliose e rigogliose Nuove Terme Stabiane.
Migliaia di pagine di intercettazioni, e dichiarazioni di “collaboratori” vecchi e nuovi, che costituiscono un’ossatura corposa del meccanismo di un “sistema” infiltrato nei gangli della P.A. che ha determinato danni irreparabili per lo sviluppo di una città che, alla luce delle naturali potenzialità e ricchezze culturali, potrebbe ambire ad assurgere a capofila dell’offerta turistica del territorio a sud di Napoli, tanto anche in virtù della propria posizione strategica.
Castellammare di Stabia lì 10 Giugno 2023
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