(Carlo Carrillo) – In mattinata, presso la sezione fallimentare del tribunale di Torre Annunziata, si è tenuta la prevista udienza avente oggetto il concordato di Terme di Stabia. Alla presenza di circa tre lavoratori, unici rappresentanti delle maestranze aziendali, e di un nugolo imprecisato di avvocati capeggiato dal brillante avv. Ostieri, in rappresentanza degli interessi aziendali, l’udienza è iniziata per terminare quasi subito, a seguito di una richiesta di rinvio che, risultata fondata, ha determinato la fissazione di una nuova udienza per il 16 novembre 2014. Il motivo della richiesta di rinvio risiede nella impossibilità, per i tecnici del tribunale, di poter procedere alla stesura definitiva del riscontro al verbale di inventario presentato dalla direzione aziendale. Un inventario dove, secondo fonti ben informate, quanto in esso descritto non corrisponderebbe alla realtà fattuale; infatti, lo stesso verbale sarebbe stato elaborato non attraverso riscontri oggettivi, ma solo ed esclusivamente sulla scorta delle fatturazioni dell’ufficio amministrativo. Strano per una partecipata comunale, il cui dirigente del settore economico e finanziario risulta organo di direzione e coordinamento dell’azienda. Verrebbe da chiedersi, ma in capo a chi ricade il ruolo di consegnatario, responsabile aziendale, della tutela e controllo del patrimonio? In disparte le questioni di ordine organizzativo, sembrerebbe che il motivo del rinvio sia anche da ricercare nell’ennesimo cambio di giudice, il terzo per la cronaca, di cui si attende la nomina in sostituzione della dott.ssa Longo, sin qui titolare del procedimento. La posticipazione al 16 novembre p.v. ha colto di sorpresa, solo per le motivazioni, qualcuno che, giunto difilato da palazzo Farnese, pensava forse di chiudere, in tutti i sensi, la questione in tempi brevissimi. Un caso? No, solo una valutazione sbagliata, ma capita!!!
Castellammare di Stabia, lì 16/10/2014
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