(Red) – Adesso è proprio chiaro che ci avviciniamo alle consultazioni elettorali delle regionali, infatti sono iniziate le danze e cominciano a venir fuori i primi “maldipancia” all’interno della coalizione deluchiana. Il primo campanello di allarme suonato al MAV di Ercolano dove, dopo ben 13 anni di una gestione governata da un Direttore Generale cooptato (e ancora in carica), saltano fuori notizie a dir poco sconvolgenti nella gestione di un Ente pubblico nato da un protocollo di intesa, sottoscritto dal comune di Ercolano e dall’allora Provincia di Napoli (oggi Città Metropolitana di Napoli), mirato a riqualificare l’ex edificio scolastico Iaccarino di Ercolano, destinandolo a sede del Museo Archeologico Virtuale, composto da scenografie e istallazioni in realtà virtuale sulla storia dei luoghi della Provincia di Napoli. “Il 30 dicembre del 2005 la Provincia di Napoli e il Comune di Ercolano costituiscono la Fondazione Cives per la gestione del Museo Archeologico Virtuale e dei servizi culturali connessi. Il Mav viene inaugurato il 9 luglio 2008. A maggio del 2009 la Regione Campania aderisce alla Fondazione Cives”.
https://www.ildesk.it/campania/ercolano-bufera-sul-museo-mav-sprechi-assunzioni-senza-bandi-e-dipendenti-demansionati/amp/
Quello che sta accadendo al MAV è riportato in un articolo di stampa, di cui pubblichiamo il link in epigrafe, che “denuncia” alcune irregolarità che sarebbero state commesse nel corso di una gestione che, udite udite, oggi governa a pieno titolo la città di Castellammare di Stabia da circa 6 mesi e che nel corso di 180 giorni avrebbe speso, così come ebbe a dichiarare in Consiglio Comunale Nello Cuomo (capogruppo di Futuro Democratico) nonché autorevole esponente della coalizione di Csx, in affidamenti diretti più di quanto avrebbero speso i Commissari Straordinari e addirittura più dell’Amministrazione Cimmino, nel corso dei circa 4 anni di governo, disciolta per presunte infiltrazioni camorristiche, accuse dalle quali nulla è emerso a carico degli ex Amministratori. Invero un modello amministrativo, “Made in Ercolano”, importato nella ex città delle acque dove, come per tanti atti amministrativi e finanche per la riproposizione del Dos, si ricorre all’ausilio di costosissime consulenze a colpi di 90mila e 50mila euro per incarico. Saranno prebende? Ah, Saperlo e, a proposito, cosa ne pensano i cittadini stabiesi di questo modello amministrativo?
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