(Carlo Carrillo) – Una lunga intervista del vicesindaco, Andrea Di Martino, rilasciata a Metropolis, ed ecco che si è scatenato un vespaio senza controllo alcuno sui contenuti delle dichiarazioni dell’eminenza grigia della giunta Pannullo. Dichiarazioni, in linea con l’azione messa in campo da questa amministrazione che governa la città dal giugno 2016, che hanno scatenato l’ira, giustificata peraltro, dei lavoratori di Terme di Stabia, una serie di “bugie” messe in campo per, evidentemente, giustificare l’incapacità politica ed amministrativa di chi dovrebbe trovare soluzioni idonee per la salvaguardia del disagio sociale ed il rilancio di attività che potrebbero rappresentare il volano di ripresa per la martoriata economia della città. Questa la risposta, tutta d’un fiato, dei lavoratori di Terme di Stabia: “Il limite del fallimento dell’amministrazione Pannullo, risiede nell’aver dato luogo ad attività fondate sulle bugie certificate dall’ufficio tecnico comunale. “Le Antiche Terme sono produttrici di reddito”, questa la dichiarazione mendace che andrebbe perseguita d’ufficio dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il motivo? Molto semplice, le Antiche Terme non sono produttrici di reddito alcuno dallo stesso momento in cui, periodo amministrazione Vozza di cui il Di Martino ricopriva incarico in giunta, furono avviati i lavori di ristrutturazione della struttura sulla scorta di finanziamenti della comunità economica europea. Del resto, la stessa struttura di piazza Amendola, era in gestione alla società Terme di Stabia, vedi convenzione 1972 stipulata tra Comune, Sint e Terme di Stabia in essere fino al 2030, che sino al momento in cui l’azienda ha funzionato, compreso periodo in cui si effettuavano i lavori di ristrutturazione, destinava parte del personale tecnico a lavorare presso la sala pompe e controllo sorgentizio, della struttura citata.
Ma il problema più grave, è un altro, ossia quello che Di Martino e sodali, restano convinti di aver aperto le Terme e di aver praticato il Termalismo in quel breve periodo dello scorso anno, questo la dice lunga sul loro modo di intendere il Termalismo. Infatti, a nostro avviso è tutt’altro che quello di aprire il negozio dell’acqua, praticamente Pannullo e Di Martino l’anno scorso hanno aperto, solo ed esclusivamente, un negozio di “Acquafrescaio” senza possedere nemmeno la licenza per esercitare. Inoltre, per quanto attiene Sint, si precisa che al momento della riconferma dell’A.U. uscente, il riconfermato Amministratore, assunse l’impegno ad elaborare un piano industriale per poter rilanciare le attività di Terme di Stabia, come del resto aveva annunciato sulla sede del P.D. ad aprile 2015, annuncio che determinò il deterioramento dei rapporti tra lo stesso Vanacore ed il Sindaco Cuomo. La situazione di allora non è poi tanto diversa da quella di oggi, la situazione debitoria è sempre la stessa, al netto dell’attivo di bilancio, circa 550.000,00 euro registrato nel 2014. Oppure anche quella era un’altra balla di questo P.D. stabiese? E se trattasi di errori gravi e marchiani, per quale motivo non si dà luogo ad azione di responsabilità verso il Dirigente Ufficio Urbanistica del maggio 2016 e si è riconfermato nell’incarico chi, ha addirittura, omesso alla tutela del patrimonio immobiliare del Solaro? Di Martino&C, invece, lo hanno addirittura premiato portando gli emolumenti da 12.000,00 euro annui a circa 17.000,00 euro, tanto, evidentemente, in forza allo sperpero di circa 30.000,00 euro di consulenze legali per “difendersi” dalle giuste e legittime richieste dei lavoratori. Non si poteva far patrocinare dall’avvocatura comunale, tanto cara a Di Martino ed impegnare quelle risorse, a tutela del patrimonio immobiliare?? Per quanto attiene la questione dei lavoratori termali, ma questo solo a titolo informativo, l’Assessore alle Partecipate dovrebbe quantomeno informarsi bene, anche se lo ha fatto in via informale, che i lavoratori termali che risultano dallo “stralcio elenco complessivo dei lavoratori (871 unità) inseriti nelle liste di mobilità regionale, approvato nella seduta della Sottocommissione Mobilità della Campania del 01/10/2015, secondo quanto disposto dall’art. 6 della L. 223/91″. sono pari a 92, di cui 60 part-time e 32 full-time. Tanto sta a significare che, il totale complessivo a tempo pieno sarebbe pari a circa 70 lavoratori, per un costo pari a circa 130.000,00 euro lordi mensili. Questa è la verità storica che emerge dagli atti, il resto è solo un atteggiamento strumentale e di comodo per pescare nel torbido e nel fango, un atteggiamento che significa voler mettere dentro tutti per far fuori tutti. La città deve sapere che la Regione Campania, attraverso il decreto 90/2016, ha riconosciuto a Terme di Stabia un accreditamento Fkt per circa 1milione di euro, inoltre, la convenzione per il termale è sempre aperta e basterebbe iniziare per acquisire quote di clientela di inimmaginabile valore, basti pensare che, nella sua peggior stagione(2012) Terme di Stabia ha fatturato circa 2.000.000,00 di euro, quote che, con questo atteggiamento, abbiamo lasciato ad improvvisati stabilimenti “termali” del comprensorio. Se invece di mettere su la commedia dei bandi, per la vendita di proprietà “non strategiche”, la Sint riavviasse il Termalismo vero, mettendo a garanzia dell’attività quei cespiti, avocando le concessioni delle sorgenti con le convenzioni, potrebbe tranquillamente mantenere in regime di continuità una attività che, ha reso famosa Castellammare nel mondo, quindi non è vero che il termalismo è morto, la verità è un’altra: Di Martino&C. lo vogliono assassinare in via definitiva, per dar luogo ai loro beceri e stolti disegni. Come si può dare fiducia, e credito, a questi uomini che, arroccandosi sulla loro stolta proposta, sono poi primi a non crederci??? Infatti, per veder concretizzato un “Project Financing” occorrono almeno tre anni, a loro serve solo riaprire “la bancarella dell’acqua” per non perdere i finanziamenti, in virtù degli errori commessi dai loro amici dirigenti comunali, tanto per i “Termali arrosto” ci saranno i ristoranti a prepararli”. Questa la posizione molto chiara dei lavoratori a fronte di un progetto che ha, come fine ultimo, solo la necessità di guadagnare tempo e, forse, credibilità.
Castellammare di Stabia li, 18/03/2017 I Lavoratori Termali
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