(di Carlo Carrillo) – La convocazione in audizione dei lavoratori di Terme di Stabia in Regione è stata colta, dall’amministrazione Pannullo, come un’opportunità per poter  far coincidere, nella stessa giornata ed alla stessa ora, la visita delle “opposizioni” alla struttura del Solaro, cogliendo in tal modo la possibilità di tenere i lavoratori impegnati al centro direzionale, quindi ben lontani dal Solaro, ed avendo la garanzia che nessuno di loro potesse spiegare ai consiglieri dell’opposizione gli ulteriori danni che sono sopravvenuti alla visita alla struttura di quattro mesi orsono. E così, come direbbe un vecchio cacciatore, “cogliere due fucetole(tordi) con una sola botta di schioppetta”. Ma purtroppo, per loro, le cose non sono andate esattamente così, infatti, le opposizioni, seppur con il parere contrario dell’Amministratore Unico di Sint Biagio Vanacore, sono riuscite a procurarsi un video dove appaiono, ed in modo anche molto chiaro, le condizioni in cui versano oggi le Terme del Solaro, condizioni che “denunciano” lo stato di abbandono ed un danneggiamento ancora maggiore a fronte della situazione riscontrata pochi mesi fa dagli stessi lavoratori, immagini che quindi denunciano la noncuranza dello stesso Vanacore rispetto al suo ruolo di responsabile della tutela degli immobili in affidamento e patrimonio della città. Immobili reiteratamente richiesti alla “curatela fallimentare” di Terme di Stabia ed ottenuti in affidamento da circa due anni. Una domanda a questo punto è di rigore: “Ma allora, quella richiesta degli immobili, era un solo un semplice pretesto per consentire al dott. Sequino (curatore fallimentare) di poter licenziare il personale termale, visto che il giudice Del Sorbo aveva intimato la restituzione appena pochi giorni prima (n.d.r. 15 luglio 2015)”? Una storia questa che dovrebbe vedere la luce il prossimo 4 ottobre davanti al giudice, ma quello che non riesce facile capire è il vero motivo per cui, questa amministrazione, attraverso il suo uomo (A.U.) designato alla tutela del patrimonio della partecipata, non abbia impegnato risorse per consentire la salvaguardia di questo complesso di elementi che pure tanti sacrifici è costato alle tasche dei cittadini stabiesi. Al contrario, invece, le risorse sono state impegnate allo stabilimento di piazza Amendola solo dopo denunce precise ed articolate degli ex lavoratori di Terme, eppure quella struttura non era stata ancora dichiarata agibile, pertanto, senza voler pensar male correndo il rischio di azzeccarci, la scelta è stata operata consapevolmente e certamente dopo aver elaborato almeno una seppur minima valutazione dei rischi. In mattinata si è tenuta la conferenza stampa delle opposizioni che, alla luce degli incontri voluti e prodotti dagli ex termali, hanno ribadito la precisa volontà di non mollare di un solo centimetro su questa paradossale vicenda che vede l’amministrazione Pannullo alla deriva sulla questione Terme, e non solo. Infatti è stata reiterata la necessità di aprire il confronto sul tema, anche in virtù delle scadenze date dal correttivo Madia (Dlgs. 100/2017), della Sint che, a quel che trapela dalle “grigie stanze” del palazzo, questa amministrazione vorrebbe portare in liquidazione. E’ da un anno, hanno tuonato in simbiosi gli uomini dell’opposizione, che si tenta di far capire al Sindaco che bisogna ristrutturare il debito di Sint, ma è paradossale accorgersi oggi di questo, e solo dopo aver preso coscienza della posizione assunta dal creditore più intransigente, ossìa dal Mps, che appena il giorno prima avrebbe, a detta del vice-Pannullo, accettato la possibilità di poter ridiscutere il credito maturato intanto che il giorno successivo avrebbe bloccato i pagamenti delle società aggiudicatrici dei bandi. “Facite ammuina” è il motto di questa amministrazione senza competenze, né spina dorsale, per affrontare i pesanti problemi che attanagliano la città, e la conferma di ciò arriva dal modo frivolo di affrontare la problematica di Terme, non si può pensare di far lievitare gli emolumenti dell’A.U. da 12mila a 18mila euro lasciando alla mercè dello sciacallaggio “bulgaro” immobili, macchinari e corredi che, fino a qualche anno fa, tra fatturato diretto ed indotto, contribuivano al Pil cittadino con circa 13milioni di euro ed alcune centinaia di lavoratori occupati tra Terme e strutture alberghiere circostanti. Una scelta irresponsabile ed infelice che non può essere lasciata impunita. Nel frattempo continueremo a restare sul pezzo con forza e determinazione, Castellammare ha bisogno di essere governata e non svenduta!

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