(Red) – Una mattinata che doveva diventare la sua giornata, si è invece rivelata un’occasione mancata per un goffo scivolone nel quale, il “giovane consigliere” subentrante, è incappato nel corso della “lettura” del suo intervento che generalmente, è d’uopo in queste occasioni, avrebbe dovuto illustrare i progetti ed i programmi per i quali si sarebbe impegnato al fine di migliorare la vivibilità della cittadinanza stabiese perché, fino a prova contraria, è questo il ruolo del consigliere comunale eletto dai cittadini. L’esordio, al contrario, è stato di tutt’altro tenore e, attraverso un intervento polemico e carico di risentimento, si è così pronunciato: “ Siamo ai titoli di coda ormai, sono troppi gli accostamenti tra esponenti di questa amministrazione e il malaffare. Dobbiamo prendere coscienza che a Castellammare la camorra c’è e va combattuta senza arretrare di un millimetro”. Queste le durissime frasi pronunciate dallo “specialista nei subentri”, infatti già verso la fine del 2017 era subentrato in Consiglio Comunale al dimissionario Salvatore Vozza, mentre questa volta, visto che nella competizione elettorale del 2018 era stato preceduto da Giordano, è entrato in Consiglio Comunale solo in forza delle “inspiegabili” quanto improvvise doppie dimissioni sia di Esposito in prima battuta che dello stesso Nino Giordano. In pratica ha espresso dei giudizi, che in assenza di un vero vissuto politico-amministrativo tra i banchi della Sala Falcone-Borsellino, assumono una connotazione fraudolenta ed ancora più becera, considerato che notizie nel merito potrebbe averle solo assunto alla luce delle “Ordinanze” ballerine, tramite la lettura di intercettazioni di P.G., che guarda caso riguardavano periodi afferenti dal 2009 al 2017 e coincidenti con un periodo in cui, alla guida della città, si erano alternate ben tre amministrazione di Csx con la breve parentesi bobbiacea. Oggi, molto probabilmente, appaiono più chiari i motivi delle dimissioni della consigliera che, solo per ricordarlo a quelli dalla memoria corta, ha governato per ben due consiliature esprimendo, tra l’altro, anche un assessore in giunta. Eppure, l’ancor giovanissimo ed inesperto consigliere Starace, era candidato in quella stessa identica lista altrimenti, per i meno pratici di queste articolazioni tecniche, non sarebbe potuto subentrare in Consiglio Comunale dopo ben due “clamorose” ed IMMOTIVATE rinunce, e non osiamo pensare che abbia potuto aver dimenticare questo indubitabile e fondamentale passaggio. Una scivolata clamorosa, un’entrata a gamba tesa immediatamente rilevata da quelli di lunga memoria che, nel caso di specie, ricordano molto bene che mentre Mosca “presenziava il suo ufficio mobile al Solaro per esercitare i suoi loschi affari” l’Amministrazione comunale, con Di Martino vicesindaco, faceva sgombrare l’aula consiliare con l’ausilio delle Forze dell’Ordine dai lavoratori ex-Termali, invece di cacciare i camorristi dalle Terme. Questa è la storia, che purtroppo è, evidentemente, sconosciuta alla memoria del giovane ed eterno “ex-secondo non eletto nel Partito della Città”, ma a ricordaglielo sono stati prima i capigruppo della maggioranza e, nel finale, la secca e compiuta replica del Sindaco. Infatti, Gaetano Cimmino lo ha letteralmente asfaltato e, solo a titolo chiarificatore, ha inteso sciorinargli “l’elenco della lavandaia” in relazione all’impegno profuso dalla Sua amministrazione nella lotta alle infiltrazioni camorristiche, tanto a cominciare dalla cacciata della società che gestiva il servizio delle lampade votive cimiteriali a quella della ditte delle pulizie che, sempre e solo per la cronaca, oggi presterebbe i suoi “preziosi” servizi presso l’Asl. Una seduta consiliare che avrebbe dovuto discutere di ben altro ma, come è ormai noto a tutti, non avendo alcun tipo di contributo progettuale-amministrativo da mettere a disposizione della città, queste opposizioni che, nel 2016 avrebbero dovuto varare il PUC oggi in procinto di essere varato dall’Amministrazione Cimmino dopo aver già provveduto ad approvare in precedenza il Dos, non riescono a parlar d’altro che di fatti e cose che attengono la specifica ed esclusiva competenza delle Forze dell’Ordine che, in questo particolare frangente, stanno attentamente vagliando fatti ed atti con una perfetta ed instancabile attività investigativa. Ma con queste sortite ad ogni piè sospinto, queste opposizioni forse pensano di influenzare l’attività investigativa in corso? I papocchi appartengono solo ed unicamente alla loro cultura, mentre gli organi preposti alle attività investigative sono uomini dello Stato e lontani, per cultura e formazione, da queste triviali pratiche di “Mastersiamiento” alle quali, questi “politici di professione”, per troppi e lunghi anni ci hanno abituati ad assistere.

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