(Red) – Dopo aver appreso la notifica dell’esclusione dalla competizione elettorale del 25 settembre p.v., un gruppo di ex-maggiorenti di Forza Italia ha deciso di uscire dal partito del Cavaliere accusando il nuovo corso dirigenziale del partito (Tajani-Martusciello) di aver determinato l’epurazione del gruppo dei “Cesaroni” al solo fine di completare l’opera già iniziata con l’esclusione di Armando Cesaro, ex capogruppo uscente, alle regionali di circa due anni orsono.
Il gruppo dei cosiddetti “trombati” che, costituito da De Siano, Sarro, Ferraioli e Pentangelo, trascorso qualche giorno dalla presentazione delle liste, ha convocato una conferenza stampa per rendere nota la propria posizione rispetto ad una scelta che, secondo la narrazione del “the day after”, senza alcuna spiegazione, né motivazione politica, sarebbero stati letteralmente epurati solo a seguito di una diversa collocazione correntizia che pure li aveva visti protagonisti indiscussi, per circa tre lustri, della gestione politica-amministrativa degli Azzurri in Campania. Si è così innescato un confronto a distanza diventato aspro e duro che ha dato luogo ad una coda polemica che, tra forzature e condizionamenti vari, ha determinato l’uscita dagli Azzurri di un gruppo di “coordinatori” nominati, secondo il sistema imperante nel corso della lunga e discutibile gestione, utilizzando criteri che nulla avevano a che spartire con la politica del territorio ma frutto esclusivo di rapporti personali con “fidelizzati occasionali”, esaminato che le ultime elezioni interne provinciali di Forza Italia, per eleggere la rappresentanza territoriale del partito, si sono svolte alle Terme di Stabia nell’ormai lontanissimo 2011.
Un “sistema” che ha governato per decenni il partito di Berlusconi il quale, in assenza di un reale confronto con i cittadini e senza alcun punto di riferimento strutturale sul territorio, ha determinato la sfiducia di tanti forzisti e simpatizzanti al punto da incrementare una pesante perdita di consensi elettorali che dal 34% sono arrivati alla modestissima percentuale dell’8% circa in Campania. In particolare questo è accaduto nella città di Castellammare dove inadeguata, a voler usare solo un eufemismo, si è rivelata la presenza di un partito divenuto ormai solo virtuale agli occhi dei cittadini del territorio. In questo partito, ridotto ormai ai minimi termini sia sotto l’aspetto politico che elettorale, sono rimasti ormai solo quelli della prima ora che, pur non condividendo né scelte né linea politica adottate in questi ultimi quindici anni, hanno stretto i denti e, anche se con grande sofferenza, fondando le proprie convinzioni nei valori ideali hanno continuato a vestire la casacca del partito nella certezza che un giorno sarebbe arrivato il tanto auspicato cambiamento. La trasformazione è arrivata, la svolta è stata decisiva ed anche dolorosa per qualcuno ma “quelli delle poltrone”, come era del resto prevedibile, non appena appreso l’esito di decisioni non più procrastinabili hanno immediatamente raccolto “baracche e burattini” per approdare, di corsa, nelle braccia di coloro i quali, per decenni, li hanno offesi, insultati, sospettati ed incolpati di tutto quanto accadeva negli organismi istituzionali nei quali erano stati eletti da un voto pur espresso dagli elettori. La storia personale e politica di ognuno la scrive il comportamento giornaliero che si assume in pubblico o privato, la coerenza è un valore fondamentale nella vita, e ancora di più in politica, in quanto è vero che è possibile cambiare idea, rivedere le proprie posizioni alla luce di una proposta o di un progetto, ma rinnegare i propri valori alla luce di una esclusione dalle liste per “un posto al sole” significa ben altro, questo atteggiamento è solo la conferma che gli interessi personali, al fine di mantenere una posizione privilegiata, prevalgono su quelli dei cittadini e del Paese; altro che “spirito di servizio”. Questi sono gli atteggiamenti che danneggiano in concreto la “Politica” più in generale, non solo Forza Italia, e questi comportamenti, in sinergia con altri fattori, sono quelli che continueranno ad allontanare i cittadini italiani dalla Politica alimentando, in tal modo, l’esponenziale crescita del partito del “non voto” il quale, solo per ricordarlo, oggi rappresenta purtroppo il primo partito del paese avendo raggiunto la non trascurabile soglia della percentuale di circa il 40% degli aventi diritto al voto. Un serio e reale pericolo per la tenuta Democratica del nostro Paese, o no?
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