forzaitaliamercatelliL’appello fatto dall’ex Sindaco Flavio di Martino perché l’Italia dei Valori stacchi la spina all’agonizzante Amministrazione Comunale ha avuto l’effetto che Forza Italia ritiene interessante in quanto ha consentito ai cittadini di rilevare come sia precario lo stato attuale della politica stabiese e come sia limitata e approssimativa la sua rappresentatività da parte di una maggioranza spuria, zoppa e dannosa per la Città che manifesta, ogni giorno di più, il suo forte dissenso verso l’operato di coloro che, asserragliati nei piani alti di Palazzo Farnese, sono i responsabili del degrado in cui è stata ridotta.

Ha consentito di rilevare, tra l’altro, l’insolenza con cui il Capogruppo consiliare del Partito Democratico ha reagito verso l’iniziativa dell’ex Sindaco, con lettere che non sappiamo se definire esilaranti o farneticanti e che, comunque, sono dimostrative dell’aperto e penoso tentativo di riconquistare una irrecuperabile verginità politica.

Solo la generosità di chi ha scritto ha potuto assimilarlo, nella lettera inviatagli e che abbiamo letto con molta attenzione e condivisione, ad un passerotto; mentre il suo agire e i suoi comportamenti inducono ad assimilarlo alla quaglia, della quale ha acquisito, alla perfezione, la tecnica del salto.

Come quello compiuto, quando dopo aver sottoscritto, insieme all’opposizione consiliare, un pesante atto d’accusa contro l’Amministrazione e il Partito Democratico ha rinnegato la sua firma, rientrando nei ranghi di provenienza e considerando scomparse le ragioni del dissenso manifestato in unione con gli altri Consiglieri.

Ragioni che rimangono tutte in piedi e che trovano il loro supporto nella valutazione dei disagi che, a partire dal dichiarato dissesto finanziario, hanno dovuto sopportare, e sopportano, le famiglie stabiesi con il pesante aumento dei tributi, con l’inconcepibile impedimento a godere, anche in parte, della Villa comunale, con i disservizi che si riscontrano nella raccolta dei rifiuti, con il caos del traffico, con la mancanza di iniziative atte a salvaguardare dal continuo vandalismo beni pubblici come le terme antiche e nuove, non tralasciando le annose problematiche del lavoro.

Rispetto a queste considerazioni che enunciamo in numero ridottissimo per ragioni di spazio e anche perché vengono a completarsi con quelle che abbiamo sottoscritto come firmatari della mozione di sfiducia, è stata messa in atto la consumata strategia della confusione alla quale il Partito Democratico ha fatto ricorso, per distrarre la pubblica opinione dai problemi reali della Città, per rendere meno evidenti le deficienze dell’Amministrazione e le lotte intestine al proprio interno.

Gli stabiesi, che non si fanno infinocchiare e che sono alle prese con problemi di una gravità senza precedenti, per la diretta responsabilità di chi amministra la Città, hanno bisogno di soluzioni; hanno bisogno di azioni per venir fuori dalla stagnazione provocata dalla pervicacia con cui Cuomo continua a fare e a disfare tra le macerie della sua iniziale maggioranza; hanno bisogno che vadano via i furbetti di quartiere; hanno bisogno di confronti capaci di dare trasparenza ai rapporti politici e istituzionali perché siano chiari i motivi delle assenze che, con inaccettabile mortificazione per la massima Assemblea cittadina, fanno saltare, di volta in volta, le sedute del Consiglio Comunale.

Rispetto a questo stato di cose il dubbio trova sempre più spazio sino a focalizzarsi, in maniera particolare, su quella “ disperata difesa di interessi “ che, citata dall’ex Sindaco, nella lettera a Nello Di Nardo, lettera che abbiamo letto con attenzione e manifestata soddisfazione, ha fatto saltare misura e nervi al Capogruppo del Partito Democratico, forse anche per essere stato definito piccolo, senza alcuna precisazione se per l’età o meno.

Il futuro è dei giovani, certo; ma non di quelli che sono giovani e basta, non di quelli che sono già vecchi e immaturi ma di coloro che sono in grado di diventare grandi, nel rispetto di quelli che lo sono stati prima di loro, raccogliendone l’esempio e imitandoli, sul piano etico e politico, nella corretta e sana gestione della Cosa pubblica e nello spirito di servizio come fondamentale condizione per esaltare e difendere le Istituzioni democratiche e i valori della libertà, della coerenza, della dignità e del rispetto, senza se e senza ma, da parte degli eletti, del mandato elettorale che, come atto di fiducia personale e politico, non può essere messo sul mercato se non a prezzo di un vero e proprio tradimento.

Cosa, quest’ultima, che si è verificata nella nostra Città, sotto gli occhi del Capogruppo consiliare del Partito Democratico che, benché  “giovane ” fa finta di non accorgersene,  mentre Cuomo, senza vergognarsene, contratta e accoglie le stampelle che due transfughi, eletti nel Centrodestra, gli forniscono con i loro servizi.

Il dubbio diventa, pertanto, sempre più fitto e la domanda che i cittadini stabiesi pongono a se stessi, senza trovare risposta, è come e perché Nicola Cuomo, in presenza di un dissenso che si allarga a macchia d’olio, che induce dodici Consiglieri comunali, di cui quattro del suo stesso Partito, a sottoscrivere una pesante e motivata mozione di sfiducia, continui a rimanere abbarbicato alla poltrona utilizzando , indecorosamente, il proprio voto per raggiungere, nelle votazioni consiliari, il quorum necessario a mantenere in piedi la sua servile maggioranza.

Vogliamo concludere ponendo una domanda alle Forze politiche, ai Consiglieri comunali, ai nostri concittadini: non vi sembra offensivo in se stesso il fatto che Cuomo, avviando un nuovo e dispersivo giro di consultazioni e di confronti pensi che i suoi interlocutori siano disponibili a cambiare posizione e opinione, ritrattando quanto già dichiarato e rinnegando quanto già sottoscritto?

Noi pensiamo che questa offesa, sia sul piano etico che politico, venga percepita e respinta nella conferma di una necessità sempre più impellente, quella che Cuomo vada via da Palazzo Farnese.

26 Settembre 2015                                                       Il gruppo consiliare di Forza Italia

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