(di Carlo Carrillo) – Oggi, sono passati appena tredici giorni dallo start in cui ha preso il via la “madre di tutte le riforme” che coinvolge tutte le partecipate degli enti locali. La notizia prende spunto dalla pubblicazione in G.U., numero 147 del 26 giugno u.s., del decreto legislativo N° 100/2017 ed in vigore sin dal 27 giugno. Un decreto correttivo del Testo unico Madia (dlgs 175/2016) già bocciato da una decisione della Consulta (sentenza 251/2016) a seguito della mancata intesa con le regioni. Questa decisione della Consulta ha, non solo corretto la discrasia evidenziata dal ricorso dei governatori, anche rivisitato, e corretto, alcune norme fondamentali del testo. Tra queste, oltre che ad apportare le necessarie proroghe alla tabella di marcia previste dalla stessa riforma, ha anche dimezzato la soglia di fatturato medio minimo per evitare la razionalizzazione. Infatti, su pressione dell’Anci, è stato portato a 500.000,00 euro il tetto previsto inizialmente per 1 milione, una variazione che sarà valida solo per il triennio 2017-2020, quindi temporanea, soglia di riferimento al triennio precedente l’entrata in vigore del Testo unico, per tornare poi, dal 2020, a quella prefissata di un milione di euro. Questa la “correttiva” della Madia che, visto che in città conta estimatori e notevoli studiosi oltre che fans, ha determinato almeno una riflessione sul tema da parte del sindaco Pannullo, il quale sembra che abbia addirittura cambiato idea sulla Sint al punto di ammettere, anche se a denti stretti, che la stessa partecipata risulti essere una società in “house”. Ma, in disparte ciò, la notizia della giornata è data dall’incontro avuto in Regione Campania tra gli assessorati alle attività produttive e Lavoro con il Sindaco Pannullo, Federterme, Invitalia, la rappresentanza di venticinque lavoratori termali ed, infine, le segreterie dei Confederali con Ugl compresa. Un incontro tenutosi solo perché una settantina di “irriducibili”(25 full-time 45 part-time) che, conducendo un combattimento a 360 gradi contro l’insipienza della politica stabiese, hanno fortemente richiesto, ricercato, voluto ed ottenuto attraverso i canali più disparati e, dopo mesi di battaglie, finalmente sono riusciti a conseguire un tavolo con la partecipazione contestuale dell’assessore Lepore, della collega Palmeri e, partecipazione fondamentale, quella del Presidente di Federterme. Infatti, questa presenza è stata fondamentale, alla luce degli esiti dell’incontro, vuoi per lo spessore imprenditoriale che politico di Jannotti Pecci, che, avendo compreso i limiti di una politica “da orticello” che mira ad un miserabile “Gourmet tresh” ha quasi da subito, sulla scorta di una riflessione offerta dai lavoratori al tavolo, sbaragliato i convenuti con un intervento che, snocciolando cifre di bilancio purtroppo sconosciute finanche al Sindaco ed al sindacato (ma note solo ai lavoratori presenti), ha letteralmente dichiarato: “Con i fatturati relativi agli ultimi cinque anni in cui l’azienda Terme di Stabia ha operato è un pesante schiaffo al Termalismo nazionale tenerle chiuse e nelle condizioni in cui versano”. Una asserzione che ha letteralmente scompigliato le già fragili conoscenze ed idee di chi, perseverando nella tutela di interessi reconditi e peculiari di pochi azzeccagarbugli, risultava spiazzato da questo presupposto prodromo di una lezione di Management aziendale che ha tenuto con lo sguardo rivolto, in particolare, al dramma sociale dei lavoratori licenziati, posizione che né i sindacati né la politica stabiese hanno mai tentato di salvaguardare. “Il fallimento delle Terme è una congiuntura inammissibile ed inaccettabile – ha spiegato il presidente di Federterme -. Si tratta di uno dei pochi stabilimenti in ambito nazionale a godere di opportunità terapeutiche e curative di assoluta eccellenza e noi vogliamo fare la nostra parte per garantirne la riapertura.
Affinchè si verifichi tutto ciò è fondamentale che – rincara il Presidente – da un lato la Regione Campania garantisca le convenzioni sanitarie e le concessioni per le acque, mentre poi dovrà essere l’amministrazione comunale a decidere, e stabilire, cosa vuole fare in tempi brevi, esplicitando con chiarezza le proprie intenzioni. Siamo disponibili ad intraprendere un dialogo con le parti sociali per affrontare in modo serio la vicenda dei lavoratori ed entro un ragionevole e breve periodo, qualche mese, contiamo di produrre anche un protocollo del progetto. Se sussistono le condizioni e le intenzioni di affrontare con serietà il tema non credo ci siano problemi di finanziamenti, anche perché le banche saranno certamente disponibili a contribuire al rilancio delle Terme stabiesi che, a mio modesto avviso, non può prescindere dal meraviglioso complesso del solaro. Infine la perla – Ritengo sia inutile l’utilizzo del project, Advisor esterni, in quanto non conformi al settore delicato e particolare di cui parliamo. Inoltre, reitero la disponibilità di Federterme a seguire da vicino la stesura di un piano fattibile, che solo chi è esperto in termalismo può predisporre. Gli Advisor in Italia hanno tutti fallito, e per questo esiste una struttura apposita presso federterme”.
Una piena disponibilità ed apertura, quella del Presidente Jannotti Pecci, che ha praticamente bocciato un anno di pseudoattività e/o chiacchiere sviscerate sulla vicenda da questa “anonima” amministrazione che, nella fattispecie, ha mostrato tutti i suoi limiti progettuali e politici. Alla fine dell’incontro, durato circa 90 minuti, il sindaco Pannullo, su suggerimento dei Lavoratori presenti all’incontro, ha avvicinato Jannotti Pecci che, con la cordialità che lo contraddistingue, ha consegnato i suoi recapiti nelle mani del sindaco reiterando la propria disponibilità ad un incontro a breve da tenersi a Napoli o, addirittura, in quel di Roma, manifestando anche la propria disponibilità a vagliare eventuali soluzioni alternative rispetto a quelle messe in campo(?) finora, non escludendo neppure di affidare a Sint le chiavi per avviare in via temporanea il termalismo in città. Questo incontro, l’unico vero incontro di livello sulla tematica Terme dall’insediamento di Pannullo, arrivato dopo ben tre incontri in commissione lavoro, innumerevoli contatti con il Presidente De Luca e consiglieri regionali di tutti i gruppi parlamentari, è servito, almeno si spera, a far capire il sindaco (insieme a qualche suo cattivo consigliori) che hanno solamente perso del tempo preziosissimo correndo dietro “l’araba fenice” del #GourmetPanzarottaro, mentre poteva essere impiegato per predisporre, attraverso un confronto senza preconcetti, un Piano di Rilancio serio e fattibile che anteponga gli interessi della città e dei lavoratori alle mistificanti e pretestuose visioni “culinarie”! Nel frattempo si attende che questa amministrazione provveda al più presto all’adeguamento statutario di Sint e che, speriamo si ricordi, prima della scadenza dei termini, previsti per il 31 luglio p.v., di far passare il provvedimento per il Consiglio Comunale, sede naturale e deputata per eccellenza, a discutere e votare sul nuovo assetto statutario della Sint.

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