(Red) – “Incandidabilità, la richiesta del PM che, accogliendo le richieste dei difensori, chiede l’esclusione di 8 ex amministratori stabiesi dal procedimento di Incandidabilità tra lo sconcerto di una confusa e discutibile difesa Erariale. La sentenza è prevista per la fine di ottobre 2023”. Questo è quanto noi scrivevamo a fine settembre, al termine dell’ennesima udienza sul procedimento per l’Incandidabilità di 14 ex-amministratori del disciolto consiglio comunale stabiese celebrata il 26 settembre scorso; in effetti una previsione azzardata e per nulla vicina neanche lontanamente al “bradipo” percorso di una “Giustizia” oplontina che, per lunghi tratti in questa storia infinita, sembra voler alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti di un organo istituzionale che, per funzione, esercita basilari garanzie (da taluni interpretate come giustiziali) che si differenziano sia da quelle politiche che dai controlli parlamentari sull’attività del potere esecutivo, sia da quelle amministrative, ovvero dai controlli amministrativi d’ufficio, preventivi e successivi. In realtà, volendo ricordare che per la stessa vicenda afferente il Comune di Torre Annunziata, relativa allo scioglimento del Consiglio Comunale per presunte infiltrazioni mafiose, la 1^ Sezione Civile del Tribunale torrese ha impiegato appena cinque mesi circa per aprire, discutere, e definire il procedimento con una sentenza di incandidabilità per Ascione e sei dei suoi fedelissimi, pur avendo iniziato successivamente il procedimento sull’incandidabilità, rispetto ba quello stabiese, con il primo che vedeva coinvolti ben 25 ex-amministratori torresi. Considerato che nel corso del procedimento, messo in campo per gli ex-amministratori stabiesi, non è mai stato chiesto da alcun difensore delle parti nessun rinvio e che le tutte udienze sono state movimentate da eccezioni preliminari sollevate dalle difese dei convocati in giudizio a da alcune brillanti escussioni degli appellanti, tanto è necessario sottolinearlo al fine di rendere noto ai cittadini indigeni (nonché a qualche collega disinformato) delle difficoltà insorte per il Collegio giudicante al fine di poter esprimere un rapido giudizio alla luce dei cospicui atti depositati dai convocati. A questi ultimi è stata “rubata la dignità” attraverso una relazione redatta da una Commissione di Accesso (della quale faceva parte un componente designato dal Prefetto “affine” di un noto e potente Sostituto Procuratore in forza alla Procura Oplontina) che, ha “infangato e mortificato” in sinergia con con una stampa asservita al potere giudiziario che addirittura, sin da giugno 2021, anticipava veline su contenuti ritrovati successivamente nella relazione prefettizia depositata in giudizio per l’incandidabilità, che si sono presentati in aula con il profondo rispetto dell’Istituzione Giustizia pur coperti da quintali di fango e cattiverie gratuite riversate su di loro, e sulle loro famiglie, da avversari cinici e malvagi spalleggiati da una stampa scellerata e violenta in possesso, fin da inizio marzo 2022, della relazione prefettizia priva di omissis e relativi allegati coperti, così come si evince da sentenza del Tar Lazio e del Consiglio di Stato, da un inviolabile segreto di stato. Di tal fatto, nonostante le numerose denunce inoltrate alla alla competente Procura si dal 7 aprile del 2002, a distanza di oltre 20 mesi nulla è dato sapere, presumibilmente per le “numerose ed importanti indagini in corso”. almeno questo ci piace immginare. Inoltre, al contrario dell’atteggiamento arrogante assunto nell’aula del Tribunale di Firenze dai sostenitori degli imputati appartenenti a @UltimaGenerazione, che si sono presentati in aula con i gambali inzaccherati e sporchi di fango (stile Soumahoro), i politici stabiesi, insieme ai loro nuclei familiari, attendono dignitosamente e con serenità l’equo e giusto giudizio che, anch’esso da circa 20 mesi e dopo il giudizio del Tar Lazio e quello più recente del CdS, ancora rimane pendente lasciando a dir poco perplessi difensori ed ex-amministratori convocati in “udienza Camerale” dall’ormai lontanissimo giugno 2022. A proposito poi della sentenza del Consiglio di Stato il quale, deliberando sul ricorso degli ex-amministratori stabiesi, ha chiosato “Qualora la sentenza, con cui sia respinto il ricorso avverso il decreto di scioglimento del consiglio comunale per condizionamenti da parte della criminalità organizzata, non esamini le circostanze fattuali anche alla luce delle allegazioni dei ricorrenti e non solo con l’indicazione dell’elenco di taluni elementi indizianti sulla contiguità tra gli organi comunali e la criminalità organizzata, va annullata con rinvio al giudice di primo grado; tale motivazione, infatti, appare carente degli elementi minimi idonei a qualificarla ed è pertanto una motivazione meramente apparente” (1), così il collegio di Palazzo Spada ha stabilito di impero, in meno di 30 giorni, un preciso indirizzo GIURISPRUDENZIALE con l’intenzione di fare finalmente chiarezza su scioglimenti pilotati da una “politicizzazione imperante” di una parte della magistratura asservita alle putride e squallide esigenze di una parte politica ben individuata. Invero, si tratta di una sentenza di cui non risultano precedenti in tali esatti termini, cosi si legge sul sito istituzionale della Giustizia Amministrativa.

https://www.giustizia-amministrativa.it/web/guest/-/105486-136

Infine, si rammenta che il giudizio di incandidabilità è regolato da un rito camerale, ex art 737 e seguenti semplificato, tanto è vero che anche l’istruttoria è semplificata e si svolge eventualmente con ascolto di informatori e/o altri mezzi istruttori ufficiosi, per cui i tempi risultano essere molto ristretti. Nel caso di specie si sta verificando una lungaggine processuale che si sta sviluppando in tempi che normalmente vengono richiesti per un semplice procedimento civile ordinario. Infatti, ed anche se il procedimento in questione è ante-Cartabia, si colloca per il tempo impiegato per giungere alla decisione proprio in netto contrasto con lo spirito del legislatore e della Cartabia, oltre che con i principi stabiliti dall’Unione Europea, che privilegiano il principio di celerità dei processi per evitare tempi biblici. E adesso, alla luce dell’importante motivazione addotta dal CdS, quale sarà il “giudizio” della camerale della 1^ sezione del Tribunale di Taz? E quando tempo dovranno ancora aspettare i cittadini stabiesi per conoscere l’esito di questo procedimento, atteso che le comunali sono ormai imminenti? Ah, saperlo!

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