(Red) – Una storia veramente ai limiti del paradossale è quella che ha scoperto, suo malgrado, di vivere una giovane coppia stabiese che, dopo aver presentato istanza per ricevere i buoni spesa messi in campo dal comune stabiese, e previsti per i soggetti in condizioni di bisogno a seguito dell’emergenza Covid 19, si è ritrovata non solo fuori dalla graduatoria per una presunta incongruenza anagrafica nella domanda, ma ha pure dovuto registrare che, a propria insaputa, il proprio bambino di appena 5 anni era stato erroneamente trasferito presso uno sconosciuto nucleo familiare, chiaramente diverso dal proprio, e per giunta addirittura residente in Germania. Veniamo ai fatti. Questo stesso nucleo familiare, già nel mese di aprile scorso, aveva regolarmente fruito del sostegno dei buoni spesa erogati a sostegno di quelle famiglie che, a seguito della pandemia, si erano trovati in gravi difficoltà economiche, ed a quel tempo anche questa famigliola stabiese composta di 5 persone, costituita dai due genitori con tre figli, così come altre 2mila famiglie stabiesi circa, ne aveva trovato giovamento. Nei primi giorni di dicembre 2020, a seguito della seconda fase della pandemia, esce un nuovo bando per l’assegnazione dei buoni spesa e così, il capofamiglia, produce naturalmente fiducioso istanza per accedere al sostegno. Il giorno 21 dicembre viene pubblicato l’esito della graduatoria tanto attesa e, dopo aver vanamente cercato il proprio codice identificativo nell’elenco degli aventi diritto, il giovane genitore scopre che il proprio codice compare nell’allegato C, ossia tra la graduatoria degli esclusi, con la motivazione “Anagrafe difforme”. La delusione è grande ma, senza perdersi d’animo, il giovane capofamiglia prova a chiamare al numero indicato per conoscere i reali motivi dell’esclusione. Telefona, e riesce a parlare con una delle operatrici in servizio che, consultando la scheda relativa al codice indicato, riferisce dell’esistenza di una grave difformità anagrafica nella domanda in quanto, a seguito del controllo incrociato effettuato tra la dichiarazione rilasciata nell’istanza e lo stato di famiglia aggiornato, invece dei tre figli dichiarati a terminale, nel nucleo familiare indicato, comparivano solamente due figli dove risultava mancante all’appello il cucciolo della famiglia. A questo punto, consigliato dall’operatrice del Call Center comunale, i genitori del piccolo Daniel si catapultavano presso l’ufficio anagrafe comunale. Ed è stato in quell’ufficio che, grazie all’impegno di una diligente impiegata comunale, è stato scoperto l’arcano. Un signore di circa 40 anni, trasferito da tempo in Germania per lavoro, omonimo del piccolo Daniel, aveva solo comunicato il proprio cambio di residenza nella città tedesca dove vive ormai da anni ed, solo per un mero quanto unico caso di omonimia, ecco scattare l’errore, sempre in agguato, che ha determinato lo spostamento della residenza di un piccolo quanto inconsapevole bambino in uno sconosciuto nucleo familiare della Merkelliana nazione, mentre suo malgrado l’omonimo cittadino stabiese residente in Germania continua, molto probabilmente, a rimanere al vecchio indirizzo che, in tempi di Covid, aveva deciso di abbandonare. A questo punto è tutto chiaro, si tratta solo dell’errore di una ex dipendente comunale, oggi in quiescenza, che in un solo colpo ha trasferito un minorenne all’AIRE con destinazione tedesca e, al contrario, non ha mai trasferito la semplice residenza da un indirizzo all’altro di un nostro concittadino che vive in Germania ormai da anni. Non c’è che dire, tutto ciò con una semplicità unica, ed è solo grazie all’intervento di una scrupolosa dirigente comunale, nonché all’umanità e professionalità di una dipendente oggi in servizio presso l’ufficio anagrafe, che a quanto pare il caso sia stato indirizzato sulla strada giusta e sembra in via di definizione, nella speranza che anche l’Ufficio delle Politiche Sociali possa porre rimedio ad una situazione bizzarra e riparare, almeno quanto prima, con la giusta erogazione dei buoni spesa alla sfortunata famiglia in questione. E chest’è!
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