(Red) – Una serie di incontri promossi dalla Curia Arcivescovile volti ad avviare, attraverso un percorso di riflessione per la rinascita sociale, una profonda meditazione con le comunità parrocchiali, insistenti sul territorio, sulle conseguenze che hanno causato lo scioglimento del locale consesso amministrativo per “presunte infiltrazioni camorristiche” le quali hanno determinato non pochi disagi anche per il pesante fardello di un marchio dal quale, cittadini e istituzione, difficilmente potranno esimersi dall’obliare. Una scelta, quella operata dalla Chiesa, intesa a creare una scuola politica sulla dottrina sociale cristiana volta a stimolare le coscienze dei cristiani , attraverso il loro impegno a tutela del bene comune, affinché possano testimoniare con responsabilità il proprio credo nell’attività di servizio in politica. Una scelta coraggiosa, seria e responsabile, quella della Curia stabiese che, sulla scorta delle reiterate sollecitazioni di Papa Francesco e dopo tantissimi anni trascorsi dal proficuo impegno profuso da Reschigg Mons. Oscar, ha deciso di contribuire ad una adeguata formazione dottrinale dei cattolici che eventualmente intenzionati ad offrire la propria disponibilità a svolgere questo servizio per l’intera comunità di Castellammare di Stabia. Su questi presupposti, lunedi sera presso il teatro Karol della parrocchia di Sant’Antonio, si è svolto il primo incontro che ha visto Monsignor Franco Alfano pronunciare una catechesi improntata su tre passi fondamentali della Sacra Scrittura (Isaia 43, 16-21; Matteo 23, 37-39; Apocalisse 21, 1-5). Una catechesi introdotta dalla professoressa Maria Siani che, esordendo, ha provveduto a spiegare che l’iniziativa ha origine dalla triste constatazione di ”Questo silenzio che fa troppo rumore: e che necessita passare dalla Sfiducia alla Speranza” attraverso una nota citazione di Giorgio La Pira che testualmente recita: “La prima cosa che ho da dirvi è questa: amatela questa città, come parte integrante, per così dire della vostra personalità. Voi siete piantati in essa: in essa saranno piantate le generazioni future che avranno da voi radice: è un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato e accresciuto, alle generazioni che verranno”. Dopo la brillante e colta citazione, la professoressa scivola sulla classica buccia di banana, allorquando sottolinea partigianamente che il comune di Castellammare di Stabia sarebbe stato sciolto dal Consiglio dei Ministri per “Infiltrazioni camorristiche”; omettendo la parola “PRESUNTE”,per cui non sappiamo se per mera dimenticanza o con la chiara volontà di voler far pensare ad una precisa responsabilità degli ex-amministratori, frase che nemmeno l’organo che ha deciso lo scioglimento del Consiglio Comunale ha mai inteso interpretare con tale determinazione e certezza. L’infelice circostanza di tal messaggio “subliminale”, pur essendo passato sotto silenzio nel corso dell’incontro, necessita secondo il modesto parere della nostra redazione di opportuna correzione sia perché divulgato nell’ambito di una manifestazione organizzata dalla Curia quale organo superpartes, sia ed ancora per la salvaguardia e tutela della dignità della persona umana, valore imprescindibile nella dottrina cristiana. Non è possibile credere, e non si può credere che un cittadino possa essere destinatario di un accostamento pesante quanto infamante, per se e per la propria famiglia, in assenza di un provvedimento giudiziario definitivo che lo veda condannato per un presunto rapporto, o collusione, di fatto accertata. Non si può strumentalizzare a titolo gratuito giocando con la vita delle persone, e delle proprie famiglie, per un provvedimento di natura amministrativa e non sicuramente penale. Nel corso del suo intervento, il Vescovo ha esordito: “Iniziamo un percorso, che come abbiamo già sentito non vede stasera che la prima tappa, cominciamo il cammino e accettiamo la sfida, perché? Può una comunità cristiana entrare in campo, e a che titolo, in che modo, ma chi ce lo fa fare? Sono domande che non ci poniamo stasera per la prima volta! Da cittadini credenti non possiamo rimanere inerti davanti a questo forte silenzio che si registra in città, e non possiamo accettare di essere tacciati di Afasia. Questo silenzio bisogna ascoltarlo, stiamo in silenzio ma ascoltiamoci, un silenzio positivo, il silenzio di chi si pone nella condizione di ascoltare l’altro alla continua ricerca di punti di contatto. Utilizziamo con discernimento questo tempo proprio per non consumarlo nell’attesa della scadenza elettorale, ma ascoltiamo e invogliamo tutti quelli che possono ed hanno le capacità di scendere in campo. E’ doveroso, perché il bene comune lo si fa insieme. Nel nostro rapporto di amore con la città bisogna perseverare anche quando le cose non vanno nella direzione giusta, bisogna continuare ad amarla anche nelle situazioni peggiori e nonostante le continue ricadute in atteggiamenti di chiusura e violenza. Come cristiani non possiamo di rimanere bloccati e invischiati nel presente e in questi modelli che poco hanno a che fare con la speranza. Il nostro ruolo è quello di individuare le energie positive e il germe del bene per metterli insieme, questi elementi possono rappresentare un contributo essenziale per costruire il futuro. Questo è l’obiettivo di siffatto percorso che abbiamo intrapreso senza avere nessuna velleità di sostituirci ai partiti politici. La partecipazione dei giovani è fondamentale in questo progetto, volto alla rinascita sociale, anche perché bisogna porre un argine alla loro fuga che, in questa città, stiamo vivendo in maniera drammatica. Abbiamo necessità di valorizzare i nostri talenti e su questo dobbiamo intervenire per salvaguardarli, il cambiamento avviene solo se ci si crede, e – ha concluso Monsignor Alfano – chi più e meglio dei giovani può determinarlo?”
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