Flavio_DiMartinoRiceviamo e, con piacere, pubblichiamo la lettera del Comm. Flavio Di Martino, ex sindaco di Castellammare di Stabia.

A Michele Migliardi-Capo Gruppo Consiliare del PD

Caro Michele,

lasciami passare l’aggettivo, dovuto al fatto che i giovani mi sono stati, mi sono e mi saranno sempre cari in quanto, pensando al percorso della mia gioventù, li considero la materia prima sulla quale non smetterò mai di lavorare per concorrere a dare alla Democrazia gestori che sappiano esaltarne le regole nell’osservanza del pensiero di Voltaire: “ Io non sono d’accordo con quello che tu dici, ma darei la vita affinchè tu lo possa dire”.

Che sappiano accettare e discutere delle critiche, per accertarne la fondatezza o la strumentalità, con calma, con serenità e vero rispetto per l’interlocutore; con autocontrollo e senza cedere ai nervi, come è capitato a te.

Del rispetto da te affermato non ho che farmene in quanto lo considero ipocrita e il contrario di quello da me manifestato per ogni persona vista, come la fede mi induce a fare, a immagine e somiglianza di Dio.

L’ironia con cui hai tirato in ballo, con tono sprezzante , da una parte e goffo dall’altra, gli “attori” della prima e della seconda Repubblica, facendo di tutta l’erba un fascio, manifesta ( e lo affermo per la seconda volta ) la disperata difesa di interessi che non hanno nulla a che vedere con quelli della Città come lo dimostrano in maniera lapalissiana, vedi caso, i motivi che hanno impedito, e non è la prima volta, lo svolgimento dell’odierna seduta del Consiglio Comunale.

Caro Michele,

leggendoti si è formata, davanti ai miei occhi, l’immagine di un passerotto in gabbia; la gabbia della cattività; quella che impedisce di volare alto; quella che annebbia e che non consente di distinguere il grano del loglio se parlando banalmente di “ nepotismo”, di “ clientelismo” di “ zii e di nipoti, come tu hai fatto, hai svolto l’inutile tentativo di individuare la pagliuzza negli occhi altrui mentre ti sarebbe più facile fotografare, magari con un selfie, la trave che si trova in alcuni occhi nei quali può riflettersi il tuo sguardo.

Non so se porti gli occhiali. Se li porti credo che hai bisogno di correggere i gradi della tua miopia se consideri “ ingiuste affermazioni” il mio solo riferimento ai contrasti ( che sono sotto gli occhi di tutti ) che agitano il Partito Democratico; Partito nel quale militano tanti miei amici, sia di provenienza PC che di provenienza DC e che ho guardato, e guardo, nel rispetto del voto elettorale, con molta attenzione per l’insita capacità, attualmente sprecata, di corrispondervi in maniera adeguata e coerente.

Caro Michele,

potrei continuare, con la serenità di chi, come me. dice ai nipoti che non sarà mai vecchio e che lotterà, usque ad finem, per il futuro loro e dei loro coetanei che va di pari passo con quello della Città.

Vorrei soffermarmi là dove tu hai preso lucciole per lanterne; mi impedisce di farlo l’obbligo di non abusare della disponibilità di coloro ai quali, ringraziandoli, chiederò di pubblicare questa lettera.

Non posso, però, fare a meno di dirti che ho guardato a lungo la tua fotografia.

Sei simpatico, hai un sorriso da conquista ma, purtroppo, sei ancora piccolo.

Quando sarai più grande sarò felice di aprire un confronto su tutti i temi da te elencati; di parlarti della storia degli ultimi cinquant’anni di Castellammare di Stabia; degli uomini, dei costumi, dei comportamenti del tempo che fu e di come, allora, si affermavano i rapporti personali, sociali, istituzionali e politici.

Non mancherà la tazza di caffè e invece di Cicerone e di Socrate ti parlerò di Trilussa del quale, per alleggerire la pesantezza del momento e per concludere senza nessuna replica, da parte mia, questo occasionale confronto epistolare, ti riporto la strofetta la cui morale la lascio alla tua interpretazione.

“ La lumachella della vanagloria ch’era strisciata sopra un obelisco guardò la bava e disse:
già, capisco che lascerò un’impronta ne la storia”

Cordiali saluti
Flavio di Martino

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