(Red) – Un’Appalto che è stato assegnato appena qualche mese fa attraverso la pubblicazione della determina N° 148 del 29 ottobre del 2019. Lavori di manutenzione ordinaria degli impianti di Pubblica Illuminazione, approvazione progetto e indizione procedura a contrarre il contratto di appalto previa presentazione offerta in busta chiusa. L’appalto in questione è stato vinto dalla società SIEM S.r.L. con sede in via Zingaretti in Brusciano. Circa 90.000,00 euro il valore della gara che, la ditta in epigrafe, ha visto assegnarsi alla luce di una offerta al ribasso che si aggirerebbe intorno al 30% del valore nominale della gara. Alla luce del Piano Regolatore, della Pubblica Illuminazione, si evince che in città esisterebbero la bellezza di circa 4.280 punti luce che dovrebbero, attraverso le circa 60 cabine di riferimento, illuminare interamente la città delle acque. Eppure, da quando questa società ha assunto in carico il servizio accade, e non di rado, che la città nella sua estensione di circa 17 Km quadrati si ritrovi molto spesso con zone, a macchia di leopardo, oscurate dal cattivo funzionamento dell’intero impianto di illuminazione distribuito per l’intero territorio di competenza. Ma chi rappresenta l’interfaccia dell’amministrazione nella qualità di responsabile della società succitata? E per quali ragioni si è costretti a registrare questi numerosi disservizi? Abbiamo finalmente scoperto l’arcano, a quanto ci risulta, l’interfaccia della nuova società che ha la responsabilità di rapportarsi con l’ufficio amministrativo preposto risulterebbe essere sempre, e comunque, lo stesso personaggio che lavorerebbe ormai sul territorio da circa dieci anni pur avendo, l’amministrazione comunale nel corso del tempo, assegnato attraverso le gare espletate a diverse società di servizi. Potrebbe apparire molto bizzarro tutto questo, ma è semplicemente quello che abbiamo avuto modo di scoprire attraverso una nostra riservata ed approfondita inchiesta. Per quanto attiene alle ragioni dei disservizi registrati, possiamo solo testimoniare che i pali della pubblica illuminazione non risultano essere stati mai manutentati, basta guardare lo stato di deterioramento alla base degli stessi che evidenziano forature determinate dalla ruggine e dall’incuria, per non parlare poi dello stato delle cabine e dei pozzetti che risultano, rispettivamente, rotte e senza possibilità di poterne garantire la sicurezza constatato che molte di esse risultano chiuse con qualche decina di centimetri di “ferro filato” e/o con nastro adesivo, mentre i pozzetti non risultano per niente isolati, e pertanto per niente sicuri, il tutto alla faccia della 46/90. Questo è solo il canovaccio di un’inchiesta che la nostra testata ha avviato sul territorio, mentre in giornata di domani avremo modo di trattare ancora questo tema che, secondo noi, rappresenta una delle criticità importanti nella città stabiese. Fine prima parte.
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